Quando l’amore trabocca e diventa dono per altri (Mc 1, 9-11)
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Riflessioni bibliche tenute al ritiro online* del Progetto Giovani Cristiani LGBT “Pronti a rispondere della speranza che è in voi” (27-29 Novembre 2020)
1Pietro 3, 15-16
Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo.
Ora vogliamo concentrarci sulla seconda parte della frase di 1Pietro: rispondere, testimoniare, a chi ci domanda ragione della Speranza che abita e ci anima… Dopo aver ripreso contatto con la radice di questa speranza; con l’esperienza originaria dell’amore di Dio per me. Per me! Consolazione, liberazione, attesa, futuro, luce, desiderio… fraternità, comunità, chiesa, umanità…
Marco 1, 9-11
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Il Battesimo di Gesù. Proviamo ad entrare dentro il vissuto di Gesù; nella profondità della radice che lo anima; l’esperienza fondamentale che ha travolto la sua esistenza come uno tsunami di amore, affetto, compiacimento… da parte di Suo Padre… Marco dice che Gesù, in quel momento, vide squarciarsi i cieli (i cieli “tolomaici” che, come sfere concentriche trasparenti, separavano la terra dal cielo di Dio, pur lasciandolo intravedere…).
La foto ci mostra la nebulosa Elica (Helix) in un gioco di filtri molto significativo… Sembra la forma di un occhio, uno sguardo caldo. Ma la pupilla è vuota; è come una finestra aperta su una dimensione più profonda, nuova, apparentemente lontana ma, in realtà, interessata a me perché mi guarda, si rivolge sulla mia vita… e allora appare tanto, tanto vicina. La stellina al centro sembra il riflesso della luce lontana di chi (mi) guarda… oppure il riflesso nei suoi occhi della luce che mi abita… la stessa.
Probabilmente è qualcosa simile a questo ciò che ha visto Gesù guardando il cielo squarciarsi, in quel momento. Ha visto lo sguardo del Padre su di lui; uno sguardo pieno di amore, affetto, compiacimento, stima… Uno sguardo che fonda e rinforza la consapevolezza di sé di Gesù: è Figlio; Figlio Amato. É E viene travolto da questo Amore, destabilizzato… o meglio, “stabilizzato” in modo nuovo, profondo, saldo. Confermato! É Lo Spirito su di lui testimonia e custodisce questa consapevolezza; e lo guida ormai…
“In te ho posto il mio compiacimento”… “Mi piaci assai!!”, come la Foto ci mostra [Sebastiano Esposito ha realizzato il suo primo goal del campionato: l’abbraccio compiaciuto della mamma]… C’è poco da dire…
Ma le parole del Padre: “in te ho posto il mio compiacimento” sono la citazione del Canto del Servo che troviamo al cap. 42 di Isaia. Così scopriamo cosa intendesse il Padre nel rivolgere queste parole – scelte – a Gesù: l’amore incontenibile che Gesù percepisce dal Padre, trabocca!
E diventa dono e opportunità per altri, per gli altri… tutti. Diventa responsabilità; diventa Missione.
* Testo proposto il pomeriggio di Sabato 28 Novembre 2020