Quando le relazioni d’amore delle persone LGBT fanno andare in crisi la dottrina cattolica
Articolo di Jessica Fromm pubblicato sul sito del settimanale Metroactive (Stati Uniti) nel novembre 2009, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
La dottrina ufficiale della Conferenza Episcopale Statunitense sull’omosessualità è che l’orientamento omosessuale, in sé, non è peccato, perché non è soggetto al libero arbitrio; tuttavia, secondo i vescovi, essere omosessuale è una condizione “intrinsecamente disordinata” e chi sceglie di agire secondo questa inclinazione, pecca: “La Chiesa insegna che gli atti omosessuali sono immorali, ma distingue tra atti omosessuali e inclinazione omosessuale. Mentre i primi sono sempre oggettivamente peccaminosi, la seconda non lo è. Mentre si è moralmente colpevoli se si cede volontariamente alle tentazioni omosessuali, o si sceglie di agire di conseguenza, avere semplicemente tale tendenza non è peccato” afferma la dichiarazione ufficiale della Conferenza, Il ministero verso le persone con inclinazione omosessuale, pubblicata nel 2006. La dichiarazione prosegue spiegando come gay e lesbiche dovrebbero sempre scegliere il celibato. Nella visione della Chiesa, l’unica ragione per cui la sessualità va esercitata è la procreazione; i vescovi e i Papi ne hanno concluso che le relazioni omosessuali hanno come unico scopo una gratificazione sessuale narcisistica e genitale, che costituisce peccato.
Always Our Children (Sono sempre nostri figli), una dichiarazione della Conferenza Episcopale Statunitense pubblicata nel 1997, è diventata il vademecum delle parrocchie cattoliche, come quella di san Giulia Billiart [a San Jose, California, Stati Uniti], per quanto riguarda il trattamento degli individui omosessuali. Il documento esorta le famiglie ad accettare e amare i figli gay e le figlie lesbiche quando fanno coming out, ma al tempo stesso invita questi ultimi ad astenersi completamente dal sesso: “In generale, potete aiutare una persona omosessuale in due modi. Primo, invitate lui o lei a cooperare con la grazia di Dio per vivere una vita casta. Secondo, concentratevi sulla persona, non sull’orientamento omosessuale. […] Nel complesso, è essenziale ricordare una verità fondamentale: Dio ama ogni persona in quanto individuo unico”.
Secondo padre Jim Schexnayder, sacerdote emerito e cofondatore della Catholic Association for Lesbian & Gay Ministry (Associazione Cattolica dei Ministeri Lesbici e Gay, CALGM) di Berkeley, “Sono sempre nostri figli“ non tiene conto della realtà, ma il fatto che offra sostegno alle persone LGBT cattoliche la rendeva rivoluzionaria quando fu pubblicata: “È stata la dichiarazione pastorale più positiva che la Chiesa abbia mai prodotto sull’argomento e ha efficacemente aiutato a far partire la maggior parte dei ministeri [LGBT] nel nostro Paese. Negli ultimi dieci anni ha fatto sbocciare molti ministeri a livello diocesano e parrocchiale, e molte iniziative educative”. Anche se la Chiesa si oppone al matrimonio e alle relazioni omosessuali, padre Jim Schexnayder trova conforto nel fatto che, secondo “Sono sempre nostri figli”, i fedeli omosessuali possono continuare a far parte delle parrocchie: “Dipende dalla persona e da come riceve il documento, che parla molto di sostegno compassionevole e amorevole verso i genitori, e verso gay e lesbiche. La dichiarazione afferma che siete figli e figlie di Dio, creati con uno scopo nel piano di Dio. È un’affermazione molto positiva: non siete un errore, non siete il nemico”.
Secondo James B. Nickoloff, un teologo cattolico che insegna all’Università di Santa Clara, la visione cattolica è che gli omosessuali siano afflitti da una grave patologia: “La dottrina ufficiale sostiene che l’individuo che ha [questo orientamento] non ne è responsabile. Non gli si dovrebbe gettare addosso la colpa, come non si deve dare la colpa agli alcolisti per essere alcolisti. Se una persona agisce in base alla sua condizione di alcolista, in altre parole, se va al bar a bere, quello che ne risulterà sarà sempre dannoso e pericoloso per la persona stessa, per chi le sta attorno e per la società: potrebbe mettersi al volante ubriaca e uccidere qualcuno. Ecco come la Chiesa vede l’omosessualità”.
Lo scorso maggio Nickoloff, che insegna al dipartimento di studi religiosi, ha pubblicato un documento intitolato Intrinsically Disordered: Gay People and the Holiness of the Church (Intrinsecamente disordinate. Le persone omosessuali e la santità della chiesa). Cattolico convinto, Nickoloff è anche orgogliosamente gay ed è legalmente sposato nello Stato del Massachusetts. Durante le ricerche per la sua pubblicazione, ha tenuto dei corsi sulla relazione tra omosessualità e Chiesa: “La mia domanda a chi si occupa della dottrina, ai sacerdoti e in particolare ai vescovi, è: “Dove sono gli studi che dimostrano che, quando una persona agisce secondo il suo orientamento omosessuale, è pericolosa?”. In realtà, la maggior parte degli studi dimostra che le persone omosessuali, quando stabiliscono una relazione amorevole e fissa, sono più felici e produttive. Davanti a queste relazioni la dottrina non ha senso”.
Testo originale: Gay Catholics Come Out