Quando mi sono accettato come giovane gay, lì ho trovato Dio ad attendermi
Testimonianza di Mattia, un giovane socio de La Tenda di Gionata, tenuta a “Camminando s’apre cammino” ritiro per cristiani LGBT+, i loro genitori e gli operatori pastorali che li accompagnano (Sestri Levante 24-26 giugno 2022)
Mi chiamo Mattia e ho 23 anni, sono un ragazzo gay e credente. Inizio col dire che il mio cammino di fede non è stato affatto facile e ne tantomeno il cammino della mia vita lo è stato, ma posso dirvi che ho imparato a non rinnegare nulla della mia vita, nemmeno gli errori e le prove perché “tutto concorre al bene per chi ama Dio”.
Premetto che essendo cresciuto in una famiglia cristiana, ho sempre avuto una fede abbastanza salda e soprattutto molto libera che mi è stata trasmessa dai miei genitori. Col passare del tempo purtroppo questa fede molto genuina e libera si è trasformata in qualcosa che paradossalmente stava rovinando la mia vita.
Mi spiego meglio.
Nel momento in cui ho cominciato a rendermi conto che ero attratto dai maschi e ho subito cercato di documentarmi e purtroppo ho subito visto il modo di pensare della chiesa sull’omosessualità e sono davvero rimasto pietrificato.
Da lì in poi è iniziato per me un periodo difficile proprio perché ho dato molto peso alle parole che la chiesa ha per le persone lgbt in generale. Il sentirmi sbagliato, diverso, contro natura mi ha fatto soffrire molto e mi ha poi portato a sentirmi per parecchio tempo un vero e proprio errore.
Purtroppo la chiesa mi aveva chiuso in un sepolcro, mi aveva messo in testa idee assurde ed era riuscita a storpiare completamente l’immagine di Dio, facendomi vedere il Signore come un giudice cattivo che sta lì a guardare ogni nostra minima mossa subito pronto a condannare e a farci pagare i nostri “errori”
È stata dura in quegli anni, poi ho avuto la fortuna di incontrare quella parte di Chiesa che davvero segue il Vangelo e non dottrine e morali assurde che fanno solo star male la gente.
Col tempo ho capito che in fondo la chiesa è fatta da uomini e sono riuscito a non nutrire odio verso questa istituzione che ha rovinato parte della mia vita, anche perché ho avuto la fortuna di scoprire una parte di chiesa bella, accogliente e che davvero ti mostra Dio per cio che è, ovvero un Padre che ci ama immensamente per ciò che siamo e che ci ama a prescindere dalle nostre azioni o da qualunque altra cosa, un Dio che ci ha già dato il suo amore e che aspetta solo che gli apriamo il nostro cuore.
La mia fortuna è stata incontrare questa parte di chiesa accogliente e grazie ad essa ho incontrato davvero il mio Signore. Può sembrare strano ma in tanti anni in cui frequentavano la chiesa assiduamente, non avevo mai avuto un incontro vero col Signore.
Mi risuona in mente il brano del Vangelo in cui San Tommaso non crede che Gesù sia Risorto proprio perché voleva incontrarlo e toccare con mano le sue ferite.
Povero San Tommaso, quanti rimproveri si è preso negli anni perché doveva credere subito, ma per me Tommaso aveva tutto il diritto di voler incontrare il Signore, perché non si può credere in qualcosa di cui non si fa esperienza viva, sarebbe come credere ad una favola, invece il bello di Gesù è che Lui è vivo, perciò bisogna incontrarlo per davvero.
Gesù non ha esitato ad andare incontro a Tommaso e a farsi vedere e toccare da lui.
Così è stato per il mio cammino di fede.
Avevo sempre sentito parlare del Signore, andavo in chiesa ma non lo avevo mai incontrato e avevo bisogno di incontrarlo pienamente, e lui si è fatto incontrare lì dove pensavo che non ci fosse, lì dove mi veniva detto che mai lo avrei incontrato mai , l’ho incontrato nella parte più profonda di me stesso, nel momento in cui mi sono accettato per ciò che sono, lui era lì, nella verità di me stesso e come San Tommaso anche io ho potuto dire: “Mio Signore e mio Dio”, adesso so chi sei, sento la tua voce, vedo la tua luce e so che tu sei qui”.
> Voci e storie dal ritiro Camminando s’apre cammino” (Sestri Levante 24-26 giugno 2022)