Quante cose si possono dire sui ‘gay cattolici’ quando non li si conosce
Una riflessione di Andrea Rubera del gruppo Nuova Proposta di Roma, 11 ottobre 2011
Salve signora Mancinelli, sono Andrea Rubera, presidente “Nuova Proposta”, un’associazione di donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani presente a Roma da oltre venti anni.
Credo di averla incontrata alcune volte, ai tempi in cui entrambi gravitavamo intorno all’interessante progetto “We Have A Dream” ed ho avuto modo, in alcune occasioni, di apprezzare la sua passione riversata nella causa glbt.
Leggo ora questo suo articolo (ndr pubblicato su paesesera.it il 10 Ottobre 2011) che trovo francamente molto tranchant nel suo descrivere in poche righe una realtà molto complessa come quella che gravita intorno ai due termini “Fede e Omosessualità”, liquidando velocemente noi, persone glbt cristiane, con termini come “strane persone” intente in una “genuflessione pavida”.
Parlare di una realtà, soprattutto se non lo si fa al bar ma su un autorevole quotidiano online, implicherebbe un attento e rispettoso processo di informazione volto a mettere il lettore in condizione di farsi un’idea della tematica affrontata e non costringerlo ad incamerare una propria visione non argomentata.
Cercando comunque di contribuire a far chiarezza su questo argomento, mi fa piacere dare qualche elemento in più che spero possa illuminarla sulla nostra attività e sulle ragioni del nostro essere.
Iniziamo dall’aspetto organizzativo che lei ha sottolineato. In Italia esistono oltre 30 gruppi di persone glbt cristiane, diffusi a macchia di leopardo, e che coinvolgono circa 1000 individui.
E’ vero, non esiste un movimento unitario italiano al momento ma ci stiamo lavorando strenuamente…
Il perché della non esistenza di questo movimento alberga nel processo di costituzione di questi gruppi: su base esclusivamente spontanea, da parte di persone che hanno sentito la necessità di incontrarsi per condividere pezzi delle loro vite e cercare di creare un contesto dove poter coniugare due aspetti importanti della propria vita come la fede e l’orientamento affettivo.
Questo processo spontaneo di aggregazione, sorto per risolvere esigenze intime, ha sinora limitato le modalità di convergenza verso un’entità unica.
Ma è da almeno due anni che si sta lavorando per far emergere quel minimo denominatore comune che, confidiamo, sarà il punto di partenza per la nascita di una realtà trasversale.
Cito per completezza, come molti gruppi italiani, Nuova Proposta inclusa, facciano parte del Forum Europeo dei gruppi di cristiani omosessuali e, quindi, si riescano a ritrovare in dinamiche aggregative anche europee.
E, quindi, passiamo alle finalità che questi gruppi hanno: in primis, come ricordato, fornire un prezioso luogo di accoglienza per le persone che faticano a trovare una conciliazione serena tra la propria fede e la propria omosessualità.
Non trascuri, senza conoscere, l’importanza di questo punto: da noi arrivano persone, spesso traumatizzate, che cercano la chiave per incontrare una risoluzione su filoni cruciali della loro vita.
Il secondo obiettivo è quello di fare formazione e informazione sui temi omosessualità e transessualità presso le parrocchie, i movimenti, la Chiesa intesa sia come istituzione sia come popolo di Dio in cammino, con l’obiettivo di far sì che la Chiesa nel suo complesso diventi un luogo confortevole per ogni persone omosessuale o transessuale che desideri di mettersi in cammino.
Sa, cara Flaminia, troppo spesso si confonde la Fede con la Religione. La Fede è un’esigenza primaria per molte persone, è il proprio rapporto con la componente escatologica dell’esistenza, e non a caso patrimonio dell’Uomo sin dall’inizio del suo viaggio terreno. La Religione, invece, è il sistema di organizzazione della Fede messo in atto dall’uomo.
Fatta questa premessa, noi che ci definiamo cristiani, abbiamo alimentato la nostra Fede con il messaggio di Amore di Cristo che, mi creda, è tra le cose più “antidiscriminazione” con cui io sia mai entrato in contatto.
E’ un messaggio talmente evoluto che spesso viene travisato e si cerca di ricondurlo a dinamiche più “umane”, proprio perché porta avanti l’ideale di amore incondizionato, di servizio e dono, senza se o ma, verso tutti.
E’ questo Amore che alimenta la nostra Fede. E ci consenta di non volerne fare a meno solo perché la Chiesa Cattolica, fatta da uomini e pertanto fallaci, attualmente non riesce ad esprimere, nei confronti di omosessualità e transessualità, altro che paura, distanza e condanna.
Quel messaggio resterà anche quando le persone non ci saranno più e anche quando l’opinione sull’omosessualità sarà cambiata.
La visione escatologica e liberante di questo Amore incondizionato, che ritroverà in ogni approfondita lettura esegetica del Vangelo (le consiglio “Come leggere il Vangelo senza perdere la fede” di Alberto Maggi) è quello che ci muove.
Gli stop che derivano dai rappresentanti della Chiesa per noi non sono sufficienti a impedirci di rivolgerci a questo messaggio e a continuare a considerarlo fonte di ispirazione.
Al contempo, tuttavia, più che genufletterci pavidamente, cerchiamo in ogni modo di dialogare con la Chiesa istituzione, portando avanti, in maniera chiara, autentica e senza fraintendimenti, la verità delle nostre vite e il senso del nostro messaggio che è chiaramente che omosessualità e fede possono coesistere, che le persone omosessuali e transessuali hanno diritto a poter immaginare la propria esistenza in modo pieno, inclusa la dimensione affettiva e di coppia per coloro che lo desiderano.
La nostra specificità ci porta a pensare che il dialogo sia la forma migliore di comunicazione. Ricordiamoci che noi stessi dobbiamo essere agenti di cambiamento. Le opinioni su omosessualità e transessualità non muteranno mai nel mondo cattolico se non saremo noi a proporci come argomenti di riflessione, come “pietre di scandalo” e a favorire il dibattito. Se non lo facciamo noi non lo farà nessuno per noi e le opinioni rimarranno contrapposte e cristallizzate.
Questo, tuttavia, non ci impedisce di esporre, in maniera inequivocabile la nostra critica, in occasione di alcuni pronunciamenti di rappresentanti della Chiesa Cattolica, e di essere netti nel portare avanti un discorso autentico e schietto, senza ombre.
A questo proposito, ad esempio, sono sicuro non le sarà passato inosservato come da 5 anni i gruppi di persone glbt cristiane italiana organizzano il 17 maggio, giornata mondiale contro l’omofobia, delle veglie di preghiera in molte città d’Italia.
Per queste veglie, in primis chiediamo il coinvolgimento delle comunità cattoliche locali, delle parrocchie e delle diocesi. Spesso si riesce ad organizzarle insieme. Ma quando ci è arrivato il rifiuto, esso non ha generato, come lei potrebbe immaginare, una semplice ritirata.
Bensì, poiché siamo consci dell’importanza e della bontà di una preghiera per ricordare le vittime dell’omofobia, la abbiamo organizzata all’aperto, in piazza, come a Roma e Palermo il maggio scorso.
Concludo invitandola a leggere la documentazione, fotografica e scritta, della nostra presenza all’Euro Pride del giugno scorso.
Per la prima volta, un Euro Pride ha ospitato un programma articolato di eventi su Fede e Omosessualità, chiamato “Anime, avanzate!“, con l’obiettivo di parlare dell’accoglienza delle persone omosessuali e transessuali da parte delle comunità cristiane in Europa.
Lo abbiamo fatto con una conferenza di taglio europeo, una mostra di ritratti, un’anteprima mondiale del film sulla vita di John McNeill (teologo americano, pioniere del movimento di liberazione delle persone omosessuali cristiane) e, infine, marciando compatti dietro lo striscione del Forum Europeo.
Per concludere, mi creda, le attività e i servizi che portiamo avanti sono talmente tanti che, francamente, tempo per genufletterci pavidamente non ne abbiamo…
La ringrazio per l’attenzione!
Andrea Rubera