Quaresima queer. L’ultima ferita
Riflessioni di Luigi Testa*
«Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua» (Gv 18, 34).
È l’ultima ferita. Quante volte mi son poggiato su quel petto. Quante sere, con la testa sul tuo cuore, mentre tu mi accarezzavi i capelli, e forse il tuo sguardo si appesantiva al pensiero di tutto quanto sarebbe successo.
Nel silenzio, ne sentivo i battiti: «Si sente il cuore!», dicevo, come un bambino, e tu sorridevi. In fondo a me questo solo importa: farti sorridere.
Ora te lo aprono, te lo colpiscono, te lo squarciano. Ti svuoti completamente: non resta una goccia di sangue, non resta nulla, non tieni niente per te.
Bastava una goccia; ma ancora di più: bastava un tuo soffio, una tua parola, per buttare giù il peccato, per abbattere questo maledetto muro tra me e Te – tra noi e Dio.
Invece hai voluto strafare, perché non ci fosse il più piccolo dubbio sul tuo Amore per me. Perché io mi sentissi sempre al sicuro nel tuo Cuore aperto.
*Luigi Testa è autore di testi a carattere giuridico e scrive su alcuni quotidiani nazionali. “Via crucis di un ragazzo gay” (Castelvecchi, 2024) è il suo primo libro di natura spirituale, altre sue riflessioni sono pubblicate anche su Gionata.org