Quattro verità su vostro figlio o figlia transgender
Riflessioni pubblicate sul blog CatholicTrans* (Stati Uniti) il 28 giugno 2015, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro, quinta parte
Man mano che il mio aspetto è diventato sempre più femminile, i miei genitori mi hanno trattata sempre più come un’estranea; a volte parlano di me come se nemmeno fossi nella stanza, e parlano di io “ragazzo” e di io “ragazza/transgender” come se fossimo due entità separate, il figlio che è morto e l’inganno che ha ucciso il loro figlio. È la loro maniera di elaborare il lutto, ed è perfettamente comprensibile, ma temo che faranno fatica ad andare avanti.
Che fare se per tutta la vita avete creduto che vostro figlio o vostra figlia fosse una determinata persona, e a un certo punto vi dice di essere qualcun altro?
Dovete fare il vostro lutto per la persona che pensate di aver perso, ma non è che il primo passo: è poi importantissimo ritrovare vostro figlio/a e celebrare la sua nuova identità. Lo dovete a voi stessi e a lui/lei.
Nel fare questo è bene che ricordiate quattro verità su vostro figlio/a: è infinitamente misterioso/a, la sua vita è un processo costante, è cambiato/a meno di quanto pensate ed è ancora qui.
1. Vostro figlio/a è infinitamente misterioso/a
Per prima cosa, dovete essere molto umili. So che l’avete concepito, portato in grembo e allevato; lo conoscete più intimamente di chiunque altro, e questo è stupendo. Ma sono anche certissima che sapete quanto sia strano e misterioso vostro figlio/a. Potete passare ogni giorno della vostra vita con qualcuno, eppure non avere nessun indizio di cosa ci sia nel suo cuore. Pensate a vostro marito, a vostra moglie: siete uniti, eppure siete totalmente altri. Questo è vero di qualsiasi persona, ma è difficile capirlo quando si tratta di una persona cara.
Se vostro figlio/a dice qualcosa a proposito del suo genere, va preso sul serio, che abbia tre anni oppure trenta. Va preso per quello che è: una persona variegata, complessa, profonda. Le vostre idee su chi sia lui/lei, che riguardino il suo genere, le sue emozioni o le sue motivazioni profonde, non fanno che grattare la superficie; è una cosa che spaventa, ma con cui bisogna assolutamente fare i conti. Siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, e alla stregua di Dio siamo un terrificante mistero. Datevi il tempo e il modo di imparare sempre di più su vostro figlio/a: è un processo lungo una vita, che non avrà mai una vera fine.
2. La vita di vostro figlio/a è un processo costante
In secondo luogo, dovete essere consapevoli di come vostro figlio/a è ora, non solo di come lo vedevate dieci anni fa. Tutti noi cambiamo costantemente, e la persona che eravamo dieci anni fa non è quella di oggi. Certo, siamo gli stessi individui di sempre, ma negli ultimi anni quanto sono evoluti i nostri hobby e interessi? Tutti noi viviamo questi cambiamenti, e il trucco sta nel vivere anche quelli di vostro figlio/a. Certo, la sua rivelazione può apparirvi un fulmine a ciel sereno, è dura da digerire una simile metamorfosi piombata così all’improvviso, perché di solito le metamorfosi sono graduali, ma il principio che sta alla base è il medesimo. Potete amarlo/a ora che attraversa il suo cambiamento proprio come lo/la amavate quando i cambiamenti si notavano meno.
3. Vostro figlio/a è cambiato/a
In terzo luogo, non fatevi ingannare: lui/lei è sempre la stessa persona. È facile rimanere disorientati di fronte ai mutamenti di una persona, soprattutto se è un/a figlio/a che sta vivendo la transizione fisica verso il genere cui sente di appartenere, ma questo rischia di distrarvi dal fatto che è sempre la medesima persona. Prima del mio coming out mi piaceva il pugilato, e mi piace ancora adesso; mi piaceva cucinare, e mi piace ancora adesso; ero un’inguaribile romantica, e lo sono tutt’ora. Ho le stesse insicurezze, le stesse speranze, paure, attaccamenti. Quando ero bambino mi piacevano cowboy e pirati, e indovinate un po’? Adesso mi piacciono ancora di più!
L’unica differenza è che oggi sono più di prima, non meno. Non solo ora esprimo ciò che ci si aspetta da un uomo, ma anche quelle parti di me che prima nascondevo; delle parti che in verità ci sono sempre state, anche se i miei genitori le considerano un cambiamento radicale.
Purtroppo non sono ancora riusciti a conoscere il “nuovo” io abbastanza per capire quanto in realtà sia sempre io.
4. Vostro figlio/a è ancora qui
Quarto, vostro figlio/a è ancora vivo/a. Potreste pensare che sia morto, ma quel cuore che ha cominciato a battere nel grembo di sua madre sta ancora battendo. I miei genitori possono anche pensare che esista un “io” vecchio, quello autentico, e una nuova, falsa, “altra persona”, ma in realtà sono sempre io. Chiamatemi Anthony o Anna, consideratemi uomo o donna, ma sono sempre io. Potete anche pensare che io non sia Anna, ma mi sento comunque ferita se Anna viene rifiutata: io sono qui, sono viva, e sento tutto il peso del rifiuto. Sono la stessa persona che è stata concepita dai suoi genitori, che è stata da loro considerata un maschio per tanto tempo e che, alla fine, è uscita allo scoperto di fronte a loro come transgender. È la stessa e identica persona: io. E vostro figlio/a è una e una sola persona, che è qui e sente tutto. Forse pensate che la sua personalità è stata inghiottita da “quell’altra persona”, quell’”alter ego” di genere opposto; forse pensate che vostro figlio/a non esiste più. Posso ben dirvi, invece, che lui/lei è proprio qui, pienamente vivo, e sente tutto. Magari si è evoluto, ma non è cambiato, e se lo ferite, sanguina.
* Salve, e benvenut* su CatholicTrans. Questo blog è partito da un’iniziativa personale mirante a conciliare la fede in cui sono cresciuta con la mia identità transgender; nel tempo è poi cresciuto organicamente, fino a diventare una risorsa non solo per me stessa, ma anche per altr*. CatholicTrans è un tentativo di contrastare la marea di disinformazione sul tema e di creare uno spazio web che fornisse informazioni affidabili e non impregnate di paura sulle tematiche transgender da un punto di vista cattolico e cristiano. Questo blog è un progetto intersezionale, che tratta in maniera molto specifica delle identità e delle esperienze trans da un punto di vista decisamente cattolico. Detto questo, tenete conto del fatto che esso non rappresenta necessariamente né il mio punto di vista personale (non sono più cattolica), né quello del movimento transgender nella sua interezza. Anche se questo blog rappresenta solo una piccola parte di ciò in cui credo, rimango fortemente convinta che l’unico modo per la tradizione teologica cattolica di essere logicamente coerente e autenticamente compassionevole è accettare di tutto cuore i suoi figli e le sue figlie trans*.
Testo originale: TO GRIEVING CHRISTIAN PARENTS OF A TRANSGENDER PERSON