Marzo 2018 a Milano gli incontri di QUEEResima della comunità Il Cerchio
Riflessioni del pastore Mario Bonfanti della comunità MCC Il cerchio di Milano
Il 14 febbraio di quest’anno si è verificata una interessante coincidenza: San Valentino e il Mercoledì delle Ceneri. E durante la pausa pranzo, alla radio una trasmissione poneva agli ascoltatori questo dilemma: “Oggi festeggerete l’amore o vi asterrete dalle carni (anche sessualmente parlando) seguendo i dettami della Chiesa?”
Un atavico stereotipo
La domanda ha provocato una certa irritazione dentro di me. Essa, infatti, dà per scontato (e per certo) che la pratica cristiana sia contraria alla sessualità. Un antico e radicato stereotipo secondo il quale le persone spirituali non fanno (o almeno non dovrebbero fare) sesso. Facciamo, quindi, un attimo di chiarezza su questo punto.
Teresa Hornsby nel libro Sex Texts from the Bible scrive: “La Bibbia non è contraria al sesso. Essa, al contrario, celebra le lodi del piacere sessuale e del desiderio”. Non è un caso, infatti, che per secoli la tradizione ebraico-cristiana abbia considerato come il libro dei libri, il più sacro di tutta la Bibbia proprio il Cantico dei Cantici, che potremmo paragonare al Kamasutra orientale: un libro che celebra l’amore erotico e sensuale tra due amanti. E nel Medioevo si raggiungeva il top della carriera universitaria, allorquando si aveva l’onore di poter commentare il Cantico dei Cantici. Bob Deffinbaugh in Sex and the Spiritual Christian scrive: “Se penso a una sola ragione per cui nella Bibbia si parla tanto di sesso è che deve esserci una stretta correlazione tra sesso e spirito”. E Judith Plaskow nel libro Standing Again at Sinai: Judaism from a Feminist Perspective aggiunge: “Quando giungiamo al luogo in cui sessualità e spiritualità si incontrano, sperimentiamo la nostra pienezza e la forza del nostro potere; e insieme percepiamo la nostra connessione con un potere che è più vasto di noi”.
Chiesa, sesso e potere
Perché allora oggigiorno percepiamo una netta opposizione tra sesso e fede? Da dove viene questa antinomia? J. Harold Ellens nel libro Sex in the Bible: A New Consideration risponde in questi termini: “La chiesa ha speso la gran parte dei 20 secoli trascorsi a ipermoralizzare il sesso. Ma non esiste nessun fondamento biblico che giustifichi una simile operazione. E se ci chiediamo perché questo è potuto accadere, l’unica risposta plausibile è che o che le gerarchie ecclesiastiche nella Chiesa dei primi secoli non si sentivano a loro agio con la propria sessualità, e quindi hanno proiettato la propria patologia sulla teologia ed etica cristiana; oppure i vescovi ben presto si resero conto che ipermoralizzare i comportamenti sessuali offriva loro un potente strumento di controllo delle masse“. Risposta davvero interessante e che ci porta a riflettere sulla collusione che si è create nei secoli tra Chiesa e sistema patriarcale di dominio e che ha portato la prima a tradire il messaggio biblico, sacrificandolo all’idolo del controllo. Ciò che sta dietro diversi precetti e divieti in materia sessuale (contraccezione, rapporti prematrimoniali, masturbazione, relazioni extraconiugali, rapporti omosessuali, poliamore, ecc) non ha nulla a che fare con il cristianesimo né con la Bibbia, ma proviene da un sistema piramidale gerarchico, rigido e basato sul dominio dell’uomo maschio eterosessuale. Non è un caso che certe gerarchie siano costituite da soli maschi!
Dalla Chiesa alle chiese
Come uscire da questo modello oppressivo? Innanzitutto è basilare smontare il castello di carta di una chiesa/cristianesimo monolitico. La chiesa non è una, ma sono molte! E il cristianesimo non ha un solo pensiero ma tantissime correnti! Occorre cioè uscire da quel delirio di onnipotenza che vorrebbe una unità intesa come uniformità. L’unità del cristianesimo sta nei riferimenti narrativi, simbolici e rituali (potremmo dire nei suoi miti e archetipi di riferimento); che, però, poi si incarnano e vengono vissuti secondo modalità diverse (a volte anche antitetiche) e tutte lecite. Quindi non esiste una sola chiesa, ma tante chiese. E non tutte le chiese cristiane concordano attualmente con questa sessuofobia, che la gente dà per scontata.
MCC e teologia queer
Tra le varie chiese e proposte cristiane inclusive della sessualità ci siamo per esempio anche noi, Metropolitan Community Churches, che nella Vision-Mission e nei valori fondanti e fondamentali della nostra proposta troviamo scritto: “Siamo un movimento globale, formato da persone spiritualmente e sessualmente diverse (…) Ci sentiamo chiamati a integrare la sessualità con la spiritualità (…) Ci sostiene sempre la convinzione che ogni persona è inclusa nella famiglia di Dio e tutte le parti del nostro essere sono accolte e benvenute alla mensa di Dio”. La base teorica di queste nostre affermazioni si trova nella nostra adesione alla teologia queer: un frutto della teologia delle liberazione e teologia femminista insieme, che vuole sdradicare il modello patriarcale maschilista eterosessuale e osare strade inedite e fuoripista a partire dall’esperienza delle persone LGBTIQA.
Una Quaresima queer
In questa direzione, quindi, come chiesa MCC italiana vogliamo proporre un particolare percorso quaresimale, che abbiamo appositamente chiamato QUEEResima (fusione delle due parole “queer” e “quaresima”): un percorso di riflessione e azione trasformativa a partire da alcuni testi di due teologi queer: Robert E. Goss e Marcella Althaus-Reid. In ciascun incontro verrà anche fatta una proposta di azione concreta per trans-formare la società e agire attivamente per un cambiamento. Gli incontri si terranno contemporaneamente in presenza (per chi può raggiungerci) e virtualmente nei 4 giovedì sera di marzo dalle 20.30 alle 22.30.
Ecco il calendario della nostra proposta:
Giovedì 1 marzo: Ben oltre il matrimonio! (Robert E. Goss, Sex in the resurrected life)
Giovedì 8 marzo: Contrastare i fondamentalismi. (Robert E. Goss, Turning the Fundamentalist World Upside-Down)
Giovedì 15 marzo: Un cristianesimo senza Dio. (Marcella Althaus-Reid, The Redundant God)
Giovedì 22 marzo: Crocifissione e omofobia. (Marcella Althaus-Reid, Cruci/fictions: Jesus in the Tabloids)
Vi invitiamo a prendere visione dei giorni e degli argomenti che verranno trattati e a contattarci, se volete partecipare e anche se avete bisogno di maggiori spiegazioni. Trovate i nostri recapiti alla pagina Contatti del nostro sito.
Buona Queeresima a tutt*
rev. Mario Bonfanti
Sono il reverendo Mario Bonfanti, ordinato sacerdote nel 2002 e uscito dalla Chiesa Cattolica nel 2012 per essere autenticamente me stesso: spiritualmente e sessualmente impegnato nello stesso tempo. Dopo un avvicinamento alla Chiesa Anglicana ho aderito alle Metropolitan Community Churches Attualmente mi definisco “prete queer” in quanto pastore di una comunità MCC a nord di Milano e appartenente alla teologia e al movimento queer.