Quell’amore senza limiti che la transizione di mia figlia mi ha fatto scoprire
Testimonianza n.9 di Simona, una madre lituana con una figlia transgender, tratta da Tell it out (Dillo ad alta voce), libro di testimonianze di genitori con figli LGBT+ di tutta Europa realizzato da ENP – European Network of Parents of LGBTI+ Persons (Rete Europea di Genitori di Persone LGBTI+) con il supporto editoriale della Tenda di Gionata ed il contributo del Consiglio d’Europa, pubblicato nel 2020, pp.24-25, liberamente tradotta da Diana, revisione di Giovanna e Giacomo Tessaro
Sono la madre di due figli adulti, uno di 24 anni, e una figlia trans di 26 anni. Giusto cinque anni fa ero sicura di crescere due maschi. Quando il maggiore mi disse di essere una donna trans, non ci capii molto. All’epoca avevo visto in TV delle trasmissioni su qualcuno che voleva essere del sesso opposto, ma non avevo mai creduto fosse una cosa seria.
Mentre crescevo i miei figli, non avevo mai notato alcun indizio in quello maggiore, come l’interesse per i giochi da bambine o l’entusiasmo per l’abbigliamento femminile, per cui la notizia fu un fulmine a ciel sereno. Non riuscivo a comprendere come fosse potuto accadere nella nostra famiglia, che non sembrava diversa dalle altre famiglie normali. I miei figli erano cresciuti sani, avevano buoni voti a scuola e studiavano all’università!
Dopo aver ricevuto una simile notizia rimasi completamente scioccata, piansi molto e caddi anche in depressione per un breve periodo. Volevo parlare con qualcuno che fosse nella mia stessa situazione, ma non conoscevo nessuno, e quel periodo fu veramente duro da sopportare.
Poiché sia io che il loro padre abbiamo avuto reazioni molto negative, nostro figlio ha fatto ancora un tentativo di vivere come un “ragazzo normale”, cercando di avere una ragazza e di dimenticare la sua vera natura, ma il tentativo fallì, e due anni dopo decise di iniziare la transizione.
Questo passaggio non fu doloroso come il primo, perché dentro di me sapevo che sarebbe avvenuto. Ripensando più volte al passato, me lo ricordo in bagno che si tirava le guance dove spuntavano i primi peli, aveva difficoltà di adattamento a scuola, ha anche cambiato scuola, inoltre era interessato a esperienze spirituali e religiose.
Dietro suo incoraggiamento, cominciai a interessarmi alle persone omosessuali e transgender. Cominciai a frequentare un gruppo di autoaiuto di genitori di figli LGBT. Incontrando altre madri, ascoltando le loro testimonianze, compresi finalmente di non essere sola in Lituania, che c’erano persone che mi potevano capire, con cui condividere le mie emozioni e i miei sentimenti, e questo mi faceva sentire meglio.
Grazie a questo gruppo ho avuto l’opportunità di partecipare alla riunione internazionale di genitori di persone LGBT a Malta, dove genitori di vari Paesi europei hanno condiviso le loro esperienze, e ho ampliato la mia comprensione.
Ho compreso che non dovevo solo amare ed accettare mio figlio così com’è, ma rispettare la sua identità e sostenerlo nelle lotte di tutti i giorni. Devo ammettere che accettare tutti i cambiamenti e le situazioni spiacevoli a volte rappresenta per me una sfida, e richiede molto sforzo.
Il fatto che la Lituania non riconosca le persone LGBT rende più difficili le nostre vite: le cure mediche per le persone transgender non sono regolamentate, non esiste la possibilità di operazioni di cambio di genere, e naturalmente le coppie omosessuali non hanno diritti civili né possono sposarsi.
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