Quelli che la Veglia… a Palermo
Testimonianza da parolenondette
Tra la pioggia e la grandine sono iniziati, nella chiesa palermitana di S. Francesco Saverio, i preparativi per la Veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia. Il cuore ci batteva a mille e l’emozione era tanta; con le mani tremanti iniziammo a sistemare i microfoni, le luci, l’altare con i ceri e la Parola di Dio aperta, alcune pietre ed i foglietti sui banchi per seguire la Preghiera. Con la certezza che, anche se pochi, Gesù era presente in mezzo a noi. E dopo aver pregato insieme ci è stato fatto un invito importante a "proseguire questo cammino, questo percorso di vita perché i Gruppi di Omosessuali Credenti, non siano più le nuove catacombe del cristianesimo, ma luoghi di crescita, di confronto costruttivo e punti di riferimento riconosciuti dai rappresentati delle Chiese".
Venerdì 4 aprile ore 20,00 circa: a Palermo, ospitati nella Chiesa Cattolica San Francesco Saverio all’Albergheria, tra la pioggia e la grandine sono iniziati i preparativi per la Veglia di Preghiera per le vittime dell’omofobia. Il cuore ci batteva a mille e l’emozione era tanta; con le mani tremanti iniziammo a sistemare i microfoni, le luci, l’altare con i ceri e la Parola di Dio aperta, alcune pietre ed i foglietti sui banchi per seguire la Preghiera. Poi iniziammo a provare i canti con la voce piena di emozione…
Ore 21,00 circa: la Chiesa era ancora deserta, ci guardavamo senza parlare con la speranza nel cuore nel vedere arrivare qualcuno… Ma ecco arrivare alcuni rappresentanti dell’AGEDO (Associazione di genitori, parenti e amici di omosessuali), qualche nostro amico ed, infine, giunsero la Pastora Valdese ed un amico Sacerdote Cattolico. Attendemmo qualche minuto ancora fiduciosi.
Ore 21,30: eravamo una ventina circa e, non vedendo arrivare più nessuno, decidemmo di dividerci i compiti, coinvolgendo i presenti per iniziare la Veglia di Preghiera. Nel cuore, la certezza che, anche se pochi, Gesù era presente in mezzo a noi.
Abbiamo iniziato con un canto, con il saluto della Pastora Valdese ed una breve introduzione sul termine omofobia, sulle sue conseguenze ed il ricordo che in quello stesso momento altri cristiani, provenienti da diverse confessioni di fede, erano riuniti in Veglia in tante città d’Italia, dell’Europa e del mondo.
A cori alterni recitavamo i Salmi; il Sacerdote Cattolico lesse il Vangelo secondo Matteo 25,34-40 seguito dall’invito ad ascoltare alcune storie tratte dalla cronaca.
All’inizio di ogni storia accendevamo un cero che era posizionato sopra l’Altare, accanto alla Parola di Dio, per simboleggiare la Vita, la Speranza, perché “non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce…” (Matteo 5,15).
Ed al termine di ogni storia, coinvolgendo i partecipanti alla Veglia, alcuni deponevano ai piedi dell’Altare una Pietra, “quella pietra che i costruttori hanno scartata e che è diventata testata d'angolo” (Matteo 21,42).
A conclusione, alcune intenzioni di preghiera già previste ed altre spontaneamente vennero formulate al momento. Poi nuovamente l’invito del Sacerdote a pregare tutti insieme la preghiera che Gesù ci ha insegnato. E per concludere, la Pastora Valdese ha dato la Benedizione ed un mandato: proseguire questo cammino, questo percorso di vita perché i Gruppi di Omosessuali Credenti, non siano più le nuove “catacombe” del cristianesimo, ma luoghi di crescita, di confronto costruttivo e punti di riferimento riconosciuti dai rappresentati delle Chiese.
Infine, un piccolo evento che conferma i passi da muovere tutti insieme oltre la Veglia: domenica 6 aprile, ore 11.30, partecipiamo alla Messa nella stessa Chiesa della Veglia per poi ringraziare il Sacerdote che ci aveva accolti rendendo possibile la stessa Veglia in una Chiesa Cattolica.
Durante la Preghiera dei fedeli quel Sacerdote invita gli organizzatori della Veglia a formulare una intenzione di preghiera nell’ambito della Messa che stava celebrando. Guardandoci negli occhi e con sorpresa ed imbarazzo ci alziamo per andare verso l’Ambone.
Qui uno di noi, nonostante la Chiesa gremita e l’intuibile imbarazzo, prega per le vittime dell’omofobia davanti a tutta l’assemblea nel corso di una Messa ed in una Chiesa Cattolica, prega all’aperto, fuori dalle “catacombe” e parla alla presenza di tutti di “omofobia” e di “omosessualità”.
Alla fine della Messa alcuni si avvicinano a noi per chiedere, per sapere chi siamo, per essere coinvolti nelle successive iniziative.
Rivivendo ogni momento della Veglia sovviene in noi questa parola dell’Apostolo Pietro: “Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso” (1Pietro 2,4-6).