Quelli del “No” ai matrimoni gay in Francia: le false ragioni degli omofobi
Articolo del 15/04/2013 di Giuseppina La Delfa pubblicato su Huffington Post Italia
In Francia, dopo il voto del parlamento, anche il senato ha votato “si”. Si temeva per la maggioranza risicata ma i senatori, per certi aspetti, hanno persino migliorato la proposta che arrivava dalla camera; hanno rinforzato l’obbligo dei coordinamenti provinciali delle associazioni familiari ad accogliere le associazioni di famiglie omogenitoriali e associazioni di coppie pacsate oltre che sposate. Scommettiamo che ci sarà battaglia poiché queste associazioni si sono opposte al matrimonio per tutti con determinazione e aggressività.
Ricordiamo a proposito la lunga battaglia nel 2012 per l’ingresso di Famiglie Arcobaleno e Agedo in seno alla consulta delle associazioni famigliari di Bologna. Gran parte delle associazioni cattoliche che ne facevano parte, in seguito alla decisione del comune di accogliere le due associazioni, hanno deciso di lasciare la consulta. In segno di amor cristiano e di accoglienza! Ma torniamo in Francia.
I senatori francesi hanno anche introdotto una disposizione nel codice del lavoro. Il testo prevedeva all’origine che gli omosessuali pacsati o sposati potessero legittimamente rifiutare un incarico in paesi dove l’omosessualità fosse considerata un crimine. Il nuovo testo prevede che tutti gli omosessuali, anche non sposati, possano godere della stessa tutela. Ricordo che in Italia non abbiamo nemmeno una legge contro l’omofobia, nemmeno una semplice aggravante e per evitare di farsi massacrare in qualche paese criminale non ci rimane che negare e continuare a vivere come clandestini.
Adesso i cittadini francesi favorevoli al matrimonio e all’adozione per tutti aspettano che il testo, dopo sei mesi di dibattiti intensi, venga approvato di nuovo alla camera. Probabilmente, e malgrado l’opposizione di gruppi sempre più aggressivi, sarà fatto già la settimana prossima.
Quello che difficilmente rimane comprensibile è proprio la violenza della battaglia in un Paese in cui l’adozione per le persone singole è realtà dal 1966 e l’eterologa diffusa e accettata da quando esistono la Procreazione Medicalmente Assistita. Sono in fatti decenni che in Francia dei genitori single (omosessuali o no) crescono figli adottati. E’ vero che in alcune regioni quando un single dichiarava la propria omosessualità veniva scartato a priori benché nessuna legge lo prevedesse in modo esplicito, da cui numerosi cause fatte presso le corte europee, alla fine vinte dai committenti con importanti ripercussioni per tutti gli altri.
Perciò questo “NO” al matrimonio per tutti perché “tutti hanno diritto ad avere un padre e una madre” rimane un’incoerenza ideologica stupefacente perché mai nessuno dal 66 si era erto a difensore della “giusta e naturale filiazione” da dare agli orfani. E migliaia di ragazzi e ragazze sono stati egregiamente cresciuti dal loro genitori, gay o no, che hanno avuto accesso all’adozione da single.
Questo “NO” al matrimonio per tutti, perché in un “prossimo futuro vorranno accedere alle PMA con l’eterologa e nasceranno dei figli che non sapranno chi sono i loro veri genitori”, è ancora più incomprensibile. I bimbi nati in Francia grazie a doni di ovociti, doni di spermatozoi, o doni di embrioni si contano a decine di migliaia. Come mai nessuno nei decenni che hanno preceduto si è erto a difensore della vera e unica genitorialità possibile ?
E ancora, questi dimenticano che se l’accesso alle PMA per le coppie e le single lesbiche è stato finora proibito in Francia, basta passare un confine vicino per accedervi nel rispetto e nella dignità e tornare in Francia con in grembo figli concepiti in mezza Europa. Bimbi frutti dell’amore di due persone impossibilitate a procreare “naturalmente” come per decine di migliaia di coppie eterosessuali infertili.
Insomma i figli nati grazie all’eterologa sono tanti in Francia (e in Italia) e dagli albori delle PMA, ma nessuno si è mai posto il problema se era nell’interesse del nascituro che, detto en passant, non ci sarebbe proprio se non ci fosse l’eterologa. Ma forse andava bene perché tutto si faceva nel silenzio e l’ipocrisia per paura di perdere l’amore dei figli avuti grazie ai doni di altri.
In verità gli oppositori al matrimonio per tutti sono, dal mio punto di vista, semplici omofobi e non, come vorrebbero apparire, guardiani dell’interesse dei bambini a conoscere le loro origini (questo si potrebbe ovviare rendendo tutti i doni aperti e non più anonimi). Se cosi fosse, avrebbero già fatto battaglia contro l’eterologa decenni fa.
La verità è che le coppie omosessuali che diventano madri e padri grazie all’eterologa o alla Gestazione per Altri dicono a voce alta ciò che tutti da 30 anni nascondono. I nostri figli sanno meglio di chiunque altro che si nasce da un uomo e da una donna, sanno anche però che a volte il tuo papà o la tua mamma non hanno ciò che occorre per procreare e chiedono aiuto ad altri che permettono la vita.
A chi dice “NO” perché “facciamo vivere i nostri figli nella menzogna di una filiazione impossibile”, rispondo che nessuno meglio dei nostri piccoli sa esattamente come si nasce : dall’unione di due gameti provenienti da un uomo e da una donna, portate e sviluppate nel grembo di una donna. Sanno anche che spesso tutto ciò avviene grazie ai tuoi genitori ma che, sempre più spesso, i tuoi genitori hanno bisogno di gameti esterni per fare nascere la vita che loro hanno desiderata.
Nessuno dei nostri figli sarebbe nato se all’origine non ci fosse il desiderio di farli nascere. I nostri figli sono il frutto dell’amore e del desiderio come tutti i figli felici del mondo.
Voglio dedicare un pensiero grato a Robert Edwards morto la settimana scorsa. Ha ottenuto il Nobel della medicina grazie ai suoi lavori sulla riproduzione umana. Rimane il padre della Fivet e delle PMA : ha aperto a noi le porte della felicità e ha permesso ai nostri figli di venire al mondo.
Quello di cui ora hanno bisogno non è l’ipocrisia e le false ragioni degli incoerenti, ma di leggi per essere tutelati nei loro affetti e nei loro beni. Hanno bisogno di leggi per combattere l’omofobia ovunque si nasconde, specie dietro le cattive ragioni.