Questa è la mia parrocchia inclusiva. Voci cattoliche da San Francisco
Articolo di Thomas C. Fox* pubblicato sul sito del settimanale cattolico National Catholic Reporter (Usa) il 10 marzo 2015, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Nella primavera del 2013, la parrocchia (cattolica) del Santissimo Redentore ha iniziato il progetto “MHR è la nostra casa”, raccogliendo le storie dei parrocchiani come un progetto quaresimale. Hanno risposto dozzine di persone. Per molti era la prima volta che condividevano dettagli personali a lungo nascosti agli altri. Questi sono i pochi pubblicati sul fascicoletto “MHR è la nostra casa”.
Paul Hufstedler: sono arrivato in questa parrocchia tramite il programma “Reconnecting” (Programma che si prefigge di riavvicinare alla Chiesa coloro che se ne sono allontanati n.d.t) che mi ha aiutato a venire a patti con alcuni dei problemi che hanno causato la mia rottura con la Chiesa molti anni fa. Questo mi ha aiutato ad accettare il fatto che, sebbene avessi punti di vista diversi su alcuni argomenti, avrei potuto chiamare questa comunità casa… quando la mia fede è scossa, mi concentro sulla parola di Dio, sul messaggio di guarigione, di perdono e di inclusione di Cristo.”
Kevin e Brian Fisher-Paulson: “Ci siamo sposati venticinque anni fa. In quegli anni abbiamo preso in affidamento tre gemelli a rischio, abbiamo curato amici che stavano morendo di AIDS o disintossicandosi dall’eroina, soccorso cani, adottato bambini di diverse etnie. La nostra famiglia frequenta la parrocchia perché è una istituzione che tenta di mettere in pratica l’esempio di Cristo.”
Nanette Miller: “Le mie colleghe di lavoro lesbiche mi hanno sempre chiesto come potessi stare in parrocchia con tutte quelle chiacchiere negative su di essa? Be’, posso farlo perché è casa mia. Sono una cattolica praticante, e qui sono appagata spiritualmente… Se sono frustrata e irritata a volte? Sì. Ma se la lasciassi, le voci negative vincerebbero. Questa è la mia famiglia spirituale, e io amo la mia famiglia.”
Andy Pino: “Mi sono dichiarato, ho incontrato Jason e ci siamo innamorati. Poco dopo, ho capito che ero diventato un credente guardando alla Chiesa cattolica da fuori… Per circa un decennio io e Jason siamo stati cattolici senza una parrocchia… Abbiamo trovato la Most Holy Redeemer online, leggendo le recensioni parrocchiali su Yelp. Cosa abbiamo trovato? È una comunità che ha sopravanzato le nostre aspettative. Il cattolicesimo che ho conosciuto e amato da bambino era vivo nel Castro.”
Jacque Grillo: “Quando DignityUSA venne esclusa dal culto in ogni spazio diocesano nei tardi anni ’80… mi sono sentito così offeso dal rifiuto della Chiesa che ho promesso che non avrei più messo piede in una chiesa cattolica – e avevo una lista di un centinaio di ragioni per non farlo. Per i successivi quindici anni sono stato una specie di viandante spirituale… Sono tornato in Massachusetts per stare con mia madre che stava morendo di cancro. Sono stato benedetto perché sono stato con lei le ultime due settimane della sua vita… Il giorno prima che morisse, il prete venne a farle la comunione. Ci radunammo in cerchio e ognuno di noi ricevette l’ostia. È stato grazie alla testimonianza del potere trasformativo dell’eucaristia che ho capito quanto avevo perso nella mia vita. Sono ritornato a San Francisco la settimana dopo e sono venuto qui in questa parrocchia la domenica dopo. Sapevo di essere a casa e lo sono fin da allora.”
Ramona Michaels: “Sono grata a Dio per avermi dato una vera comunità parrocchiale. Sono deliziata dalla diversità di uomini, donne, gay, eterosessuali, famiglie e, è il mio caso, anziani. Quale modo migliore di vivere la mia vita? Sono orgogliosa che la MHR sia la mia casa.”
Karen Scott Sullivan: “Ci si potrebbe chiedere cosa potrebbe trovare qui una donna ventenne, single e etero. Potrei rispondere TUTTO: vita, amore, compassione, speranza, consolazione, perdono, redenzione – in una parola, Cristo.”
John Sedlander: “Qui in questa parrocchia, spesso, quando ci incontriamo, cantiamo l’inno: ‘Siamo tutti benvenuti, tutti sono benvenuti in questo luogo.’ Così, anche se mi considero più come un amici dei cattolici che un cattolico vero e proprio, sento che posso considerare comunque la Most Holy Redeemer la mia casa spirituale in questa città.”
* Questo è uno dei cinque articoli sulla Most Holy Redeemer Church (parrocchia cattolica del Santissimo Redentore) di San Francisco (Stati uniti). Qui potete trovare gli altri articoli.
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Testo originale: ‘Most Holy Redeemer is our home’