“Questo matrimonio non s’ha da fare”. Nella “società degli identici” con la “democrazia dei consumi”
Recensione di Andrea di Crema del Progetto giovani cristiani LGBT del saggio di Mattia Morretta* “Questo matrimonio non s’ha da fare.Crisi di famiglia e genitorialità” (Viator, 2019), terza parte.
Nel saggio di Mattia Morretta, “Questo matrimonio non s’ha da fare” (Viator, 2019), la lettura della figura femminile si presenta molto interessante, con riferimento alla sua funzione di tramite della morte, del soprannaturale, del divino, svincolata dall’accoppiamento sessuale (si pensi alla figura della vergine Maria per i cristiani).
Si mette in luce il lato oscuro della presunta parità ed emancipazione della donna con la quale si pretende di annullare le differenze con l’uomo (e qui è il nucleo della crisi d’oggi: l’uomo non fa più l’uomo e la donna non fa più la donna), senza dimenticare i legami invischianti (e le catene) della madre col figlio.
Tuttora, infatti, la vera potenza della donna rimane la maternità (il non plus ultra è nelle coppie lesbiche), il che si rivela pure un limite e un condizionamento riducendo le altre forme di realizzazione.
Spazio significativo viene dedicato alle persone omosessuali (d’ambo i sessi), osservando la condizione di omosessualità nell’antica Grecia, a Roma e nel mondo arabo, la possibile valenza e i vantaggi evoluzionistici dell’omosessualità in natura, le situazioni di omobisessualità in molti matrimoni passati e presenti, il ruolo dell’omosessuale nella linea parentale e nell’ambito religioso.
Si sottolineano i punti dolenti della maggior fatica nella socializzazione e nell’assortimento affettivo, la tendenza alla parcellizzazione delle figure di amici/amanti/partner sessuali, le dinamiche psicologiche con le figure genitoriali ed in particolare la madre, le ferite famigliari e personali non risolte e nascoste che motivano il bisogno di rivincita e riscatto mediatico delle coppie, nelle quali poi si rimane spesso “soli in due”, la tentazione di etero-normarsi senza ricercare modelli propri originari e bonificati da sovrastrutture.
Ne discende che le unioni civili sono costrette tra esigenze contrastanti, business e omologazione, utero in affitto, adozioni, nonché le spinte istintuali ad affermare il potere (segnare il territorio, competere col seme, coprire ed ingravidare, vale davvero per tutti).
In parallelo tuttavia viene valorizzata la capacità generativa e creativa a tutto tondo (artistica, culturale e civica) degli omosessuali, le peculiarità del loro contributo sociale, professionale e nella rete parentale di appartenenza, le differenze e la non equivalenza della diade omosessuale con quella eterosessuale.
Il messaggio è che nella “società degli identici” e nella “democrazia dei consumi” tutto è sottoposto ad un livellamento neutro in nome di una ideologia LGBT senza radici culturali e memoria storica, mediante poteri occulti e palesi, a vantaggio dei tecnici della salute mentale, banche, avvocati, case farmaceutiche, agenzie matrimoniali e servizi accessori (“Pecunia non olet”).
“Chi trova un amico trova un tesoro” (Sir. 6,14). Il Saggio si conclude con un inno alla amicizia, in particolare alle affinità elettive e all’omofilia sottesa in tanti rapporti, dove la libertà, la gratuità, la solidarietà disinteressata ne sono i tratti distintivi e fondanti.
Infatti, se l’uomo è un animale sociale ha bisogno della comunità dei suoi simili (il gruppo) per vivere, ma ancor di più è un animale culturale e ha bisogno di tracce artistiche, culturali e di civismo a cui attingere e ri-lasciare in eredità ai posteri e a tutta l’umanità. Con ironia.
* Mattia Morretta è psichiatra, psicoterapeuta e sessuologo, si è occupato di temi sanitari e sociali nel servizio pubblico e nel mondo del volontariato, di educazione alla salute nelle scuole e di formazione degli operatori, dedicando particolare attenzione all’omosessualità e al comportamento sessuale. Ha partecipato all’esperienza dei Collettivi omosessuali tra gli anni Settanta e Ottanta, è stato cofondatore e presidente dell’Associazione Solidarietà Aids di Milano e ha collaborato con la rivista di cultura omosessuale Babilonia.
Negli ultimi anni ha pubblicato saggi di impianto culturale: Che colpa abbiamo noi – Limiti della sottocultura omosessuale (2013), Tracce vive – Restauri di vite diverse (2016), Viva Dalida – Icona immortale (2017). Un vasto archivio di articoli e scritti è consultabile sul sito www.mattiamorretta.it