Questo matrimonio non s’ha da fare. Nella crisi della Famiglia e della genitorialità
Recensione di Andrea di Crema del Progetto giovan cristiani LGBT del saggio di Mattia Morretta* “Questo matrimonio non s’ha da fare.Crisi di famiglia e genitorialità” (Viator, 2019), parte prima.
“Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gn. 3,15). Questo versetto del primo libro della Bibbia, appare calzante a suggerire e rinforzare il nucleo fondante del saggio: il rapporto conflittuale e problematico tra l’uomo e la donna, tra le generazioni e la stessa natura umana.
Col suo consueto ed inconfondibile stile – rigoroso ed ironico, sagace e tagliente, lucido e diretto, denso e profetico – l’autore affronta molteplici aspetti di questa vasta e delicata tematica, offrendo al lettore provocazioni forti, stimoli inediti, suggestioni feconde, visioni e punti d’angolo nuovi e poco esplorati, qualche traccia per la ricerca e la rielaborazione personale; insomma si chiude il libro con molte più domande dell’inizio – affermazioni scomode e nessuna ricetta – lasciandoci più disincantati eppure maggiormente consapevoli e critici.
Il volume di Mattia Morretta, “Questo matrimonio non s’ha da fare. Crisi di famiglia e genitorialità” (Viator, 2019) indaga la crisi dei tradizionali istituti e strumenti di regolazione del comportamento associativo della nostra specie, sullo sfondo dei mutamenti delle identità sessuali, dei rapporti tra sessi, della funzione materna e paterna, dello sgretolamento del tessuto comunitario.
In particolare, viene posto l’accento sulla conflittualità tra sessi associata alla privatizzazione e alla (apparente) parificazione dei vincoli affettivi tra i partner. Di fatto la deresponsabilizzazione generalizzata, l’assenza di memoria del passato e di prospettiva futura tra generazioni (e concreta mutualità), il deficit di reti interpersonali significative, l’illusione di una chance affettiva per chiunque e con un modello coniugale leggero e giovanile, la mancanza di un forte e chiaro progetto di vita, sono un mix esplosivo che è sotto gli occhi di tutti (a ben guardare).
Gli aspiranti sposi (o conviventi o uniti civilmente), dovrebbero, prima di intraprendere il “grande passo”, prendere consapevolezza delle proprie capacità personali (“materiali per costruire”), dei rischi di tale impresa, del grado di maturità e risorse intrinseche, di identità ed autonomia personale, di mediazione tra le proprie componenti maschili e femminili, delle pressioni e del fardello di irrisolto delle famiglie di provenienza. Insomma, educarsi e scegliere, portando a compimento una vocazione che esprima e non annulli il sé e l’altro.
Dopo un interessante ed approfondito excursus antropologico, sociologico e storico della famiglia, ci si addentra nei meccanismi psicologici (fisiologici e patologici) delle coppie, dove sovente sembra che tutto sia ridotto a “seme, sangue e legge del più forte”, ovvero il potere del sesso e del denaro, tra pos-sesso, (ab)uso e consumo, ambivalenze, rinunce e frustrazioni, sentimento e risentimento, isolamento e doppie solitudini, sposalizi e sodalizi, insicurezze e smarrimenti, manipolazione, dipendenza, carenze e ferite irrisolte, sino al puro calcolo, lo sfruttamento e la sopraffazione, l’odio, la malvagità bestiale e la (s)oppressione. Tali elementi negativi e in parte inevitabili nei legami si confondono e si esacerbano nella società odierna, che favorisce individualismo ed egocentrismo, narcisismo e nichilismo, conformismo e consumismo, facile sentimentalismo e arrivismo.
L’autore di seguito tratta i variegati fenomeni della problematicità innata della coppia e della famiglia: il corteggiamento, il fidanzamento, l’addio al nubilato, il ruolo dei genitori di origine, le nozze, l’infertilità e la procreazione medicalmente assistita, la gravidanza, l’arrivo dei figli e la crisi in particolare del maschio, l’aborto, l’infanticidio, le adozioni a distanza, l’incesto, lo stupro, abusi e maltrattamenti, violenze e femminicidi, il divorzio, la vedovanza, la fragilità e la psico-patologia dei partner, l’impatto dei social media, le relazioni sentimentali con persone di altre culture, la poligamia, il tradimento e la prostituzione.
* Mattia Morretta è psichiatra, psicoterapeuta e sessuologo, si è occupato di temi sanitari e sociali nel servizio pubblico e nel mondo del volontariato, di educazione alla salute nelle scuole e di formazione degli operatori, dedicando particolare attenzione all’omosessualità e al comportamento sessuale. Ha partecipato all’esperienza dei Collettivi omosessuali tra gli anni Settanta e Ottanta, è stato cofondatore e presidente dell’Associazione Solidarietà Aids di Milano e ha collaborato con la rivista di cultura omosessuale Babilonia.
Negli ultimi anni ha pubblicato saggi di impianto culturale: Che colpa abbiamo noi – Limiti della sottocultura omosessuale (2013), Tracce vive – Restauri di vite diverse (2016), Viva Dalida – Icona immortale (2017). Un vasto archivio di articoli e scritti è consultabile sul sito www.mattiamorretta.it