Quid est veritas. Che cos’è la verità per un cristiano LGBT?
Riflessioni di di Carmine del Progetto Giovani Cristiani LGBT
La verità ci rende liberi. Sono parole che pronuncia Gesù, e che risuonano fortemente, come una promessa, come qualcosa a cui facilmente si può attribuire una validità universale, una frase a cui abbandonarsi.
Ma che cos’è la verità? Dove cercarla? Come riconoscerla? I pensatori che tanto a lungo hanno riflettuto prima di noi su queste questioni, hanno proposto di ricercarla fuori, nelle realtà che ci circondano; o ancora dentro di noi, nell’interiorità dell’uomo. Io umilmente penso che non possa esserci un fuori o un dentro, ma che la verità sia qualcosa che abbraccia tutto.
Non è qualcosa che ci trascende, ma qualcosa che ci compenetra; parte da noi e si allarga all’infinito disperdendosi nel mondo e collegando tutto. Il principio, inteso come origine, della ricerca della verità inizia ponendosi di fronte a sé stessi e ammettendo la propria essenza, le proprie caratteristiche, e anche i propri difetti.
Ognuno di noi nasce per lasciare un segno su questa terra, la verità della propria essenza non è qualcosa che puoi tradire senza rinunciare ad essere veramente te stesso. Quindi per rispondere alla domanda; che cos’è la verità, è bene interrogarsi prima su sé stessi e chiedersi chi sono io? A chi appartengo, quali sono le persone che hanno un riverbero dentro di me e che mi fanno sentire il profumo di casa e il calore di una famiglia?
Si naufraga facilmente nel mare delle ipotesi, quando si tenta di rispondere a queste domande. Quindi io parto da un dato davvero molto semplice: io sono Carmine, ho 26 anni, studio filosofia e sono un giovane cristiano LGBT. Sono davvero i quattro dati essenziali ed esistenziali che descrivono tutto me, la sostanza che rappresento. È strano come dopo sei anni dal mio coming out, queste parole che prima facevano paura, che nascondevo gelosamente dentro di me, ora siano diventate qualcosa che sento mi rappresentano così bene, uno strumento potente di affermazione della mia vita.
Io non ho più paura, di amare me stesso per quello che sono, con le mie piccole grandi imperfezioni, con le mie manie e con il mio profondo senso morale. Io sono stanco di girare la testa dall’altra parte e non fare la cosa giusta. Io ho deciso che voglio dimostrare con la mia vita che quella verità che ci rende liberi, inizia da un punto non meglio identificato del mio cuore ed inizia con il mio nome: Carmine.
Durante una catechesi mi chiesero intorno a cosa o chi dovesse girare la mia vita. La risposta canonica, quella che tutti si aspettavano era Dio. Ed è giusto, dovrebbe essere così. Quella volta la mia risposta, invece, fu che per essere felice, per iniziare a capire come muovermi nel mondo liberamente, tutto doveva iniziare da me, da quell’equilibrio che ci affanniamo a cercare fuori, riempiendoci l’agenda di cose da fare e consumando il tempo a cercare altrove qualcosa che risiede profondamente dentro di noi.
È vero, l’uomo è un essere relazionale, afferma se stesso negandosi negli altri, è vero io mi riscopro fragile ogni giorno nelle fatiche ed al cospetto di ciò che in senso sacrale mi trascende. Ma è anche vero che in questo matto mondo sempre più fluido, confuso e caotico, l’io diventa un modo per ancorarsi ad esso e smetterla di vagare in giro come una giostra.
È importante però ricordare che non siamo da soli. L’io si realizza con l’altro e per l’altro e ora non sono più solo Carmine. Ma sono anche un gruppo di persone che cresce, cammina e si forma insieme. Quando pensavo di essere da solo, ho trovato chi mi ha accompagnato, chi mi ha teso la mano, chi mi ha abbracciato e fatto sentire parte di qualcosa, chi mi ha sostenuto; a mia volta ho scoperto che sono ancora capace di supportare, di essere un bastone per chi è stanco, di essere il frutto di lotte. Ho trovato un modo per radicarmi qui dove sono e ho capito che non tutti mi ameranno, che al mondo si può risultare scomodi quando si accetta la verità del proprio essere. Ma so anche che per ogni botta ricevuta, ci sarà qualcuno che continua a lottare con me e per me.
Che cos’è la verità? Quid est veritas chiese Pilato a Gesù durante l’interrogatorio che lo porterà alla Croce. È davvero impossibile rispondere ad una domanda ampia come l’universo.
Quindi parto da me, ancora una volta, con tutta la mia storia, il mio bagaglio, le mie ferite. Io sono Carmine, ho 26 anni, studio filosofia, sono un giovane cristiano LGBT e non sono più solo. Tu chi sei?