“Venite e vedrete” (Gv 1, 39). E’ tempo di vivere la nostra vera identità
Riflessione biblica tratta dal blog Escrituras inclusivas (Spagna), 15 gennaio 2011, liberamente tradotte da Pina
Cosa significa essere scelto da Dio? Cosa significa essere amato da Dio? La forza e la protezione del nemico sono le immagini evocate in Isaia 49,1-7: il servo, il popolo di Israele, confessa la sua identità di nato e chiamato da Dio; ricco di doni (coperto dall’ombra di Dio come protezione, Isaia 49, 2) e, poi, inviato a mostrare forza e luce agli altri.
Le immagini della nascita e del corpo si collegano alla spada e alla freccia. La restaurazione di coloro che sono stati disprezzati è il tema sottostante.
Il Salmo 40,1-11 evoca molte immagini di restaurazione e protezione che proclamano la fiducia in Dio, come colui il cui amore e la cui alleanza mantengono lealmente in salvo il salmista.
● La guerra può portare la pace? Può costruire dalla distruzione? Può curare la violenza? Cosa ti spinge a rispondere così a queste domande? Cosa ti insegnano al riguardo le tue preghiere, la tua esperienza e la tua ragione?
In 1 Corinzi 1,1-9 l’apostolo Paolo saluta la Chiesa di Corinto, descrive la congregazione come fedele e, quindi, la esorta ad essere irreprensibile.
L’esortazione di Paolo continua attraverso questa lettura, in cui accusa i membri della comunità di ogni tipo di malefatta.
Inoltre, la richiesta di irreprensibilità da parte di Paolo funziona come concetto di controllo dall’alto.
Coloro che hanno il potere determinano ciò che è accettabile, mentre gli altri fanno a gara tra di loro per essere accettati.
Ciò che collega la lettera di Paolo alle restanti letture del giorno è il linguaggio della forza attraverso la benedizione di Dio, così espressa: “nessun dono più vi manca” (1 Corinzi 1, 7).
Le comunità di ogni genere possono approfondire maggiormente questo verso e celebrare la grande abbondanza di doni tra esse.
La settimana (liturgica) che segna il passaggio del Vangelo da Matteo a Giovanni (Gv 1,29-42) presenta il dialogo tra Giovanni Battista e Gesù subito dopo il suo battesimo e anche quello tra Gesù, Andrea e Simone.
Alla luce dei testi precedenti che promettono forza e restaurazione, qui c’è la chiamata ad un cambio di nome – nuova identità o nuova comprensione dell’identità attuale di una persona.
Vediamo il verso di Giovanni 1, 42: “Tu sei Simone, figlio di Giovanni. Tu sarai chiamato Cefa (che significa Pietro)”.
Il cambio del nome si collega ad un invito: “venite e vedrete” (Gv 1, 39) ed, eventualmente, ad un invito al comando.
L’appello è quello di reclamare la propria identità in pienezza e di usarla per seguire Gesù (Gv 1, 43) e compiere l’opera di Dio, anche se non ci sentiamo particolarmente preparati o a nostro agio.
● Cosa o chi ha maggiormente contribuito a modellare te e la tua comunità di fede? In che modo seguire Gesù forma la tua identità e la tua congregazione? Come manifesti la tua identità nel mondo?
Questa dinamica risuona nel profondo di molte persone gay, lesbiche, bisex e trans (GLBT) chiamate a manifestare la propria identità, ad usare questo dono per agire fedelmente, anche se non si è sicuri o a proprio agio nel farlo, ma c’è bisogno che sia messo in pratica.
Preghiera
Dio dei molti nomi,
aiutaci ad onorare e a reclamare la nostra identità in te.
Tu ci conosci meglio di chiunque altro.
Aiutaci ad essere veramente noi,
facendoti presente così come siamo, senza colpa nè vergogna.
Le nostre azioni e i nostri compiti ci chiamano a luoghi
nei quali ci domandiamo: dove è Dio?
Dacci il tempo per fermarci e sapere
che tu sei vicinissimo a noi
come nostro prossimo respiro.
Amen
Testo originale: Verdadera identidad