Religiose e lesbiche. Il silenzio oltre le mura del convento
L’esistenza di donne lesbiche all’interno dei conventi non è mai stata un segreto e poco a poco cresce il numero di religiose che abbandonano l’abito per vivere liberamente la propria sessualità.
Già nell’anno 423, sant’Agostino metteva in guardia una sua sorella suora: “L’amore che sentite le une per le altre non deve essere carnale, ma spirituale, e dunque quegli atti praticati da donne viziose, anche con altre donne, in luoghi deprecabili, non devono essere praticati né da donne sposate, né da giovani donne che stanno per sposarsi, e men che meno da vedove o vergini pure donatesi tramite un voto sacro come serve di Cristo”.
Nel Concilio di Parigi (1212) e Rouen (1214) si proibì alle suore di dormire insieme e si ordinò che ci fosse sempre una luce accesa nei dormitori durante tutta la notte, in modo da allontanare la tentazione.
A partire dal XIII secolo cominciarono ad affermarsi regole più rigide, come quella per cui le consorelle non potevano visitare le celle delle altre consorelle e tanto meno dovevano chiudere a chiave le porte, per lasciare alla badessa il controllo totale dell’istituto. Un’altra imposizione era quella di evitare relazioni di particolare amicizia all’interno del convento.
Al quinto Seminario Nazionale delle donne Lesbiche (SENALE) partecipò una suora che chiese il permesso al convento sostenendo ci fosse qualcuno malato in famiglia.
Questa donna descrisse il celibato come qualcosa di intollerabile, aggiungendo che sono veramente poche le suore che si sentono realmente felici nei conventi. Questo sia perché mettono in dubbio la propria fede o le questioni bibliche, sia perché si sentono sessualmente represse, il che le rende profondamente infelici. Alla fine dell’evento, la suora cominciò a frequentare alcuni gruppi di lesbiche e, poco a poco, lasciò il convento.
Attualmente le suore sono preoccupate anche per la decisione della chiesa cattolica di proibire agli uomini omosessuali di diventare sacerdoti.
Jeannine Gramick, presidentessa della Coalizione Nazionale delle Suore Americane che promuove la corrente cattolica New Ways Ministry, fa notare nella rivista messicana “Proceso” (Processo): “Anche le suore lesbiche sono preoccupate.
Il passo successivo è chiaro: i capi religiosi delle comunità formate da donne applicheranno gli stessi criteri usati nei seminari per individuare condotte omosessuali. Chiedere a qualcuno quale sia il suo orientamento sessuale è una violazione dei diritti umani”.
La sorella, sospesa dal suo ministero da Ratzinger per aver difeso gli omosessuali, aggiunge: “Vogliamo essere sicuri che nessuno sia discriminato nei seminari per il suo orientamento sessuale, anche se sappiamo che con questo Papa il futuro dei seminaristi, dei sacerdoti e delle suore gay è penoso. Questa politica istituzionalizzerà la segretezza, la menzogna e la condotta malsana”.
Testo originle: Monjas