“Renato”, quando il coming out diventa un romanzo
Recensione di Alessandro Rizzo pubblicata sul sito Pianeta Gay dell 14 ottobre 2013
E’ uscito il nuovo libro “Renato” scritto da Fernanda Azevedo, edito da Eracle. Parla di genitori che scoprono l’orientamento del proprio figlio tramite un suo diario lasciato a casa, una volta che il figlio, Renato appunto, è andato ad abitare altrove.
Parla di coming out e prende ispirazione dalla figura di Renato Russo, leader, era omosessuale, di un gruppo musicale brasiliano. Il libro è dedicato a una persona che Fernanda ha conosciuto e che ancora vive la propria omosessualità nascondendola ad alcuni: proprio per questo l’autrice, nell’intervista che le abbiamo fatta, è “convinta che la letteratura con queste tematiche può contribuire molto nel processo di presa di coscienza e di un conseguente cambiamento delle persone verso il rispetto alle persone LGBT”.
Perchè scrivere un libro sul coming out, raccontandolo attraverso la forma della prosa?
Il percorso verso il coming out non è facile, specie se si considera il fatto che viviamo in una società con impostazioni eterosessuali e, tra l’altro, è anche una strada che molto spesso viene attraversata in solitudine. Ognuno ha i suoi perché nel non farlo e ognuno ha i propri tempi. Detto questo, scrivere sul coming out in prosa è un tentato invito al lettore a immedesimarsi con la vita interiore del protagonista.
Le persone LGBT possono condividere con il protagonista sentimenti ed esperienze, mentre gli eterosessuali, leggendo delle sofferenze e delle inquietudini del personaggio, possono capire meglio cosa sia l’omosessualità e come ci si possa sentire nel dover nascondere la propria identità per non deludere familiari e la società che ci circonda.
Renato è il protagonista: la scoperta da parte dei suoi genitori della sua omosessualità comporta una chiave di volta nella narrazione della storia?
Certamente. E’ una scoperta che stravolge le loro vite e che servirà da imput di partenza per un viaggio verso la consapevolezza di loro stessi come singoli individui nei confronti del mondo e come famiglia.
Il libro vuole anche parlare di rapporto tra figli omosessuali e genitori: quali sono stati i punti di evoluzione e costruzione narrativa di questo rapporto nel libro? Si noterà da subito l’assenza di un narratore, in quanto voglio che la storia parli da se. Il lettore deve sentirsi come uno spettatore che scruta un quadro in una galleria d’arte dove, osservando ciò che vede, si crea da solo nella sua immaginazione i scenari e le svariate storie che quell’opera può raccontare, a seconda dell’interpretazione di chi la guarda.
Mi preme molto la soggettività e la partecipazione del lettore in questo senso; ognuno che leggerà il libro darà al testo i propri complementi e analogie come meglio ritiene opportuno, così che “Renato” non sarà una storia statica, ma con diverse allusioni.
Il romanzo si sviluppa attraverso i dialoghi dei genitori e la loro lettura di un diario, che Renato ha dimenticato in un cassetto insieme a vecchi libri dell’università.Leggendo i suoi appunti capiscono chi sia veramente il loro unico figlio. Inoltre, le conversazioni fra loro, è un percorso parallelo, che, a volte, servono a spiegare meglio al lettore dettagli che Renato ha tralasciato nelle sue scritture, raccontando la storia della coppia al di là del loro essere suoi genitori.
Hai fatto riferimento a storie da te conosciute per elaborare la trama e l’idea del libro?
No.L’ho dedicato a una persona in particolare ma, a dire il vero, purtroppo, conosco molto poco del suo percorso. Ho tratto ispirazione dalla canzone Pais & Filhos dell’estinto gruppo musicale brasiliano Legião Urbana. Infatti, il nome del protagonista è un omaggio al vocalista di questo gruppo – ormai scomparso – Renato Russo, ma non si tratta di una sua biografia. So che era gay, ma non so molto altro sulle sue questioni private.
Il brano, invece, ha segnato tutta una generazione! E’ una canzone profonda che parla di rapporti familiari e di amore tra figli e genitori con gli alti e i bassi che possono esserci tra loro. Questa musica mi ha spronata a scrivere questo libro!
C’è un pezzo della canzone che dice più o meno così: “E’ necessario amare le persone come se il domani non esistesse, perché infatti, se ti fermi a pensare, forse non ci sarà”. Ed è ciò che vorrei trasmettere con questo romanzo: dobbiamo smettere con le ipocrisie, dobbiamo tutti rispettarci a vicenda perché forse domani può essere troppo tardi.
A quale target hai voluto rivolgerti in particolare?
A nessuno in particolare, direi a tutte le persone. E’ un romanzo che parla di famiglia. Tutti ne abbiamo una, sia nel bene sia nel male. Anche se il tema centrale dell’opera è il coming out, questa è una storia che parla soprattutto di persone, di sentimenti, di crescita insieme e di amore. Un amore che è capace di superare ogni barriera e ogni tabù.
Le reazioni del pubblico lettore, soprattutto in riferimento alle due categorie maggiormente implicate nella storia del libro: i genitori e i figli omosessuali?
Le reazioni sono state oggettive, poiché molti hanno potuto immedesimarsi nelle situazioni vissute sia dal protagonista sia dai suoi genitori. Ho ricevuto e-mail di genitori che mi hanno raccontato che il loro percorso verso l’accettazione dell’omosessualità dei propri figli è stata molto simile a quella dei genitori di Renato, e che come loro, con il tempo, l’amore ha preso il sopravvento! Anche alcuni figli hanno condiviso con me la propria storia del coming out, a volte dolorosa all’inizio, ma che, poi, tutto è andato per il meglio, come giusto che sia.
Ci saranno future opere che tratteranno di argomenti legati alle esistenze e alle vite delle persone LGBT?
Senz’altro! L’omosessualità fa parte della natura umana e, pertanto, non vedo perché non debba trattare il tema nuovamente, principalmente perché mi piace scrivere soprattutto su ciò che può essere il vero Io di una persona.
Tendo a non dare importanza alle descrizioni sia fisiche sia di ambienti (lascio che sia il lettore a visualizzare come meglio preferisce le proprie sembianze e gli scenari che lo circondano), appunto perché preferisco soffermarmi di più sull’aspetto psicologico e interiore dei personaggi; essendo in generale gli omosessuali persone molto sensibili posso proprio affermare che saranno mia fonte di ispirazione in futuro!
Quale e come è stata la fase di elaborazione del libro, nel suo concepimento, nella definizione della sua struttura, del rapporto tra l’intreccio e la trama, nella definizione credibile delle psicologie e delle caratteristiche dei personaggi?
Dal pezzo principale della canzone, sopracitata, Pais & Filhos, mi è nata l’idea di sviluppare la storia, intercalandola tra il dialogo fra i genitori e la loro lettura del quaderno del figlio per una ragione precisa, che il lettore scoprirà sfogliando. Poi, in una fase iniziale, ho cercato di documentarmi sull’omosessualità e sul come potrebbe sentirsi un individuo LGBT nei giorni nostri.
Questa fase di ricerca non è, però, durata molto. Ho preferito lasciarmi guidare dall’amore e dall’intuito, e ho cercato di mettermi nei panni di una persona LGBT. Mi sono semplicemente chiesta cosa avrei provato. Infatti, mi sono stupita e ci sono rimasta male nel rendermi conto che la verità è davanti a tutti, e che basterebbe sperimentare a immedesimarsi per capire come ci si possa sentire emarginati, in una società così piena di pregiudizi come la nostra. Purtroppo, però, la comodità di appartenere a un “gruppo” accettato dalla società e l’ignoranza fanno da paraocchi e impediscono a molte persone di afferrare la verità.
Per quanto riguarda, invece, gli amori che Renato ha vissuto, l’elaborazione è stata molto semplice. L’amore va provato da tutti in egual maniera. L’amore omosessuale non è diverso da quello eterosessuale, anzi, per certi versi quello omosessuale può anche essere più bello, considerando che si possa comprendere meglio il proprio sesso!
I personaggi sono persone semplici, che vivono il loro quotidiano con i propri pregi, i propri difetti, le proprie aspirazioni. A volte, ma sempre con lo scopo di bene, in autodifesa nei confronti della vita e dei propri sentimenti. I genitori, in alcuni momenti, possono sembrar essere la stessa persona, dato che, spesso, la pensano allo stesso modo; ma anche in questo caso è soltanto una forma per enfatizzare come un matrimonio di quarant’anni possa portare a una fusione delle personalità, specie se l’argomento in comune è il proprio figlio.
Quanto la letteratura che parla di tematiche lGBT, nella loro naturalità e quotidianità, può favorire un processo di cambiamento?
Sono convinta che la letteratura con queste tematiche può contribuire molto nel processo di presa di coscienza e di un conseguente cambiamento delle persone verso il rispetto alle persone LGBT.
Mentre leggi ti lasci trasportare, vivendo la vita dei personaggi, immedesimandoti, provando a capire, a sentire ciò che sente il personaggio con cui più ti identifichi e con cui cresci e impari. Pertanto, quanto più il tema verrà messo alla luce nella letteratura, tanto più le persone lasceranno cadere a terra i pregiudizi e si renderanno conto di quanto sia normale e naturale l’omosessualità.
Fernanda Azevedo, Renato, editore Eracle, 2013, 156 pagine