Resuscitare veramente, in tempo di Pasqua
Riflessioni di Abigaïl Bassac* pubblicate sul sito Protestants dans la Ville (Francia) il 5 aprile 2020, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
“Cristo è resuscitato! È veramente resuscitato!” In questo mese di Pasqua, la resurrezione è al centro di tutte le predicazioni. Non andremo al tempio o in chiesa, perché non è consentito riunirsi, ma potremo ascoltare le predicazioni alla radio o su Internet. Come fare perché questa proclamazione abbia un senso per noi? Inconcepibile resurrezione… Questo è il titolo che Henri Persoz, già membro del nostro comitato di redazione, aveva dato a uno dei suoi libri. È davvero una sfida per il pensiero trovare un modo di parlare di resurrezione che sia ancora significativo per noi oggi. Certo, alcuni credono che la resurrezione sia un termine che designa il ritorno alla vita dopo la tappa della morte biologica, ma non dobbiamo dimenticare chi non trova senso alcuno in tale idea, e non dobbiamo pensare che siano uomini di poca fede.
I vangeli non tentano di dimostrare la resurrezione, ne raccontano gli effetti: allora, perché non narrare storie di resurrezione? Nel nostro confino, raccontiamo storie di resurrezione, a noi, a chi condivide il nostro quotidiano tra quattro mura, per telefono, attraverso Internet.
Le persone a cui in passato è stato detto di essere meno di zero, e che ci hanno creduto, ma che oggi sono realizzate e in pace con se stesse e con la loro vita, raccontino la loro resurrezione. Le persone che hanno subìto violenze sessuali, e che oggi sono ancora capaci d’amore e di desiderio, raccontino la loro resurrezione. Le persone che hanno perduto qualcuno di caro, che hanno avuto la sensazione che la terra li inghiottisse, e che tuttavia hanno voluto vivere ancora, raccontino la loro resurrezione.
Non facciamo della resurrezione una incomprensione che appartiene al passato, lasciamo che abbia il posto che si merita nella nostra vita, oggi.
* Abigaïl Bassac ha conseguito un master alla Scuola Pratica di Studi Superiori (sezione di scienze religiose) e ne sta conseguendo un altro, in teologia, a Ginevra. È coordinatrice tecnica per l’insegnamento a distanza dell’Istituto Protestante di Teologia e caporedattrice di Évangile et liberté.