Riconoscere le unioni omosessuali? Perché su “Aggiornamenti sociali” dicono “si”
Articolo di Christian Albini tratto dal blog sperarepertutti
Sta avendo grande risonanza, anche in Internet, l’ampio articolo di oltre 20 pagine pubblicato su Aggiornamenti Sociali di giugno a firma di un Gruppo di Studio sulla Bioetica (composto da 6 teologi, filosofi e giuristi) che discute il tema del riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali arrivando a una conclusione positiva.
La rivista presenta così il contributo: Si può sostenere la disciplina giuridica del legame stabile tra due persone dello stesso sesso sulla base non della sua specifica connotazione sessuale, ma della sua rilevanza sociale e costituzionale?
Questa la domanda su cui ha riflettuto un gruppo di studiosi di diverse discipline (etica filosofica e teologica, diritto, scienze sociali). L’obiettivo dichiarato è di contribuire a meglio comprendere, nelle sue molteplici dimensioni e alla luce delle indicazioni del Magistero, una questione controversa e a identificare spazi di dialogo tra opinioni contrapposte”.
Mario Picozzi, professore di Medicina Legale, scrive: “Il riconoscimento giuridico del legame tra persone delle stesso sesso trova la sua giustificazione in quanto tale relazione sociale concorre alla costruzione del bene comune”. “Prendersi cura dell’altro, stabilmente, è forma di realizzazione del soggetto e al tempo stesso contributo alla vita sociale in termini di solidarietà e condivisione”. In questo quadro, la scelta di riconoscere un siffatto legame, “senza mettere in discussione il valore della famiglia ed evitando così indebite analogie” appare, secondo Picozzi, “giustificabile da parte di un politico cattolico”.
Essa rappresenta infatti “un’opzione confacente al bene comune, di promozione di un legame socialmente rilevante, di un punto di equilibrio in un contesto pluralista in cui potersi riconoscere, di risposta praticabile a una esigenza presente nell’attuale contesto storico”.
L’articolo di Aggiornamenti Sociali , frutto di un lungo confronto, può essere letto integralmente qui. Il testo mi sembra un ottimo esempio di riflessione su un problema che cerca di uscire dalle barricate ideologiche e confessionali, pur senza cadere in qualche forma di relativismo.
Il tentativo è quello di trovare forme di regolamentazione delle realtà di fatto che rispettino i vissuti e i sentimenti delle persone e che siano allo stesso tempo compatibili con i principi cristiani. Il punto dell’articolo, infatti, è l’affermazione, motivata, che il riconoscimento lì sostenuto non costituirebbe una svalutazione della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna e sulle sue peculiarità.
Siamo in una società in cui coesistono sensibilità e anime differenti in un pluralismo ormai immodificabile. Le opzioni che abbiamo sono lo scontro in cui ciascuna parte cerca di sopraffare le altre, l’indifferenza reciproca, oppure il tentativo di trovare regole di convivenza che consentano di realizzare una rispettosa convivenza. E’ un compito che accomuna tutti, credenti e no.