“Riponiamo la nostra speranza in Cristo”. Un documento della Chiesa episcopale sui gay
Articolo del Episcopal News Service (Stati uniti) del 21 giugno 2005, traduzione di Fabio
La Chiesa episcopale degli Stati Uniti, che professa una via intermedia tra cattolicesimo e protestantesimo nell’ambito della Comunione anglicana e,da qualche anno, è all’avanguardia per l’abolizione delle discriminazioni che colpiscono le persone lesbiche, gay, bisex e trans. Nel 2003, Gene Robinson è stato il primo vescovo della diocesi episcopale del New Hampshire a dichiarsi gay e a vivere una relazione con un compagno.
Come conseguenza, la Comunione anglicana ha chiesto “un contributo dalla Chiesa episcopale per spiegare da quali fonti di autorità che derivano dalla Scrittura, dalla tradizione apostolica e dalla riflessione ragionata, una persona che vive una relazione con una persona dello stesso sesso può essere considerata adatta a guidare il popolo di Dio” (Windsor Report, 2004, paragrafo 135).
Il documento che segue (“To set our hope on Christ”: “Riponiamo la nostra speranza in Cristo”) è la risposta che la Chiesa interpellata ha fornito alla Comunione anglicana.
Nel rispondere alla richiesta della Comunione Anglicana […], la Chiesa episcopale ha oggi pubblicato un documento intitolato “To set our hope on Christ” (Riponiamo la nostra speranza in Cristo). Pubblicato in forma cartacea e disponibile in internet, il documento è stato preparato da un gruppo di sette teologi e da una storica su richiesta del Presidente dei Vescovi episcopali, Frank T. Griswold.
Nella prefazione al documento di 130 pagine, monsignor Griswold scrive: “La Chiesa episcopale accoglie costruttivamente la richiesta contenuta nel paragrafo 135 del Windsor Report”, con cui la Comunione anglicana richiede “un contributo dalla Chiesa episcopale per spiegare da quali fonti di autorità che derivano dalla Scrittura, dalla tradizione apostolica e dalla riflessione ragionata, una persona che vive una relazione con una persona dello stesso sesso può essere considerata adatta a guidare il popolo di Dio”.
“La Chiesa episcopale ha cercato di rispondere a questa domanda attraverso un’esperienza di 40 anni, e al tempo stesso si è posta una ancora più fondamentale domanda, cioè: come può la santità e la devozione alla quale Dio chiama tutti noi essere fatta manifesta nell’intimità tra essere umani?”.
E monsignor Griswold continua: “Sebbene non siamo pervenuti a una risposta condivisa, siamo arrivati a un punto della nostra discussione, che ha permesso al clero e ai laici di una nostra diocesi, dopo preghiere e molto discernimento, di eleggere a loro vescovo un uomo che vive in una relazione con una persona del proprio sesso. Al tempo stesso, la maggioranza dei rappresentanti della Chiesa nel suo insieme – vescovi, sacerdoti e laici – si è sentita guidata dallo Spirito Santo nel consentire l’elezione e la consacrazione, alla luce della preghiera e del discernimento”.
Il documento è stato offerto stamattina a Nottingham, Inghilterra, al Consiglio consultivo della Comunione anglicana, come parte di una presentazione fatta dalla Chiesa episcopale su invito del Consiglio.
“Questo documento è una spiegazione di come questa azione sia stata presa dal popolo di Dio, e come costituisca un caso a favore” ha sentenziato il Presidente dei vescovi episcopali nella prefazione. “Esso non tenta di dare tutte le sfaccettature di un argomento o di dare il metodo di una discussione” o “di replicare o riassumere il dialogo che ha avuto luogo nella nostra chiesa negli ultimi 40 anni. Questo lo troverete nell’Appendice”.
I teologi che hanno preparato il documento sono:
• Signor Michael Battle, sacerdote, Virginia Theological Seminary;
• Signora Katherine Grieb, sacerdote, Virginia Theological Seminary;
• Signor Jay Johnson, sacerdote, Graduate Theological Union, Berkeley;
• Signor Mark McIntosh, vescovo, Loyola University Chicago;
• Signora Catherine Roskam, vescovo suffraganeo di New York;
• Signor Timothy Sedgwick, Viginia Theological Seminary
• Signora Kathryn Tanner, University of Chicago Divinity School.
La dott.ssa Pamela W. Darling, storica, ha preparato l’Appendice “che delinea i contenuti formali del dibattito che si è sviluppato negli ultimi 40 anni” ha dichiarato il Presidente Griswold.
Il documento è diviso in 5 parti:
• Introduzione
• Santità, Benedizione e Affettività fra persone dello stesso sesso
• Tradizioni contestate, vita comune: la testimonianza storica della Chiesa episcopale per l’Unità nella Differenza
• Eleggibilità per l’ordinazione
• Camminare insieme nella grazia
La seconda parte cita “una crescente consapevolezza della santità nelle relazioni fra persone dello stesso sesso” che “ha fatto sì che la Chiesa episcopale affrontasse delle difficili domande che non aveva mai affrontato prima. Potrebbe Cristo Signore voler svelare il mistero della sua opera redentrice, aprendo i nostri occhi a una dimensione della sua opera che non avevamo mai compreso prima d’ora? In altre parole, ciò che noi avevamo pensato come cruciale e definitiva divisione della famiglia umana – fra coloro che hanno desideri omosessuali e desideri eterosessuali – potrebbe essere nei fatti una differenza biologica o culturale (come fra uomini e donne, schiavi e uomini liberi) che è stata annullata dal nostro comune Battesimo nella fede di Colui che è stato crocifisso e poi è risorto? Molti hanno iniziato a rispondere “sì” a queste domande”.
Il documento parla “della chiamata universale alla santità della vita nelle relazioni, stabilendo: “La Chiesa episcopale chiama tutti coloro che sono coinvolti in una relazione intima con un’altra persona agli standard di impegno che duri tutta la vita, caratterizzato da fedeltà, monogamia, soccorso reciproco e rispetto, attenzione e onesta comunicazione.
L’amore santo che anima coloro che vivono queste relazioni permette loro di vedere l’uno nell’altro l’immagine di Dio. L’esperienza della santità in alcune unioni fra persone dello stesso sesso ci ha chiamati ad approfondire la nostra comprensione di come queste relazioni che durano tutta la vita nella fedeltà possono essere viste come manifestazioni dell’amore di Dio”.
Due teologi, la signora Margaret R. Miles e il vescovo Frederick H. Borsch, hanno commentato il documento appena pubblicato. La signora Miles è Professore Emerito di Storia della Teologia alla Graduate Theological Union di Berkeley e precedentemente è stata Professore di Teologia alla Facoltà di Teologia di Harvard, Preside della Graduate Theological Union e Presidente della Accademia Americana di Religione.
Il vescovo Borsch, che è Professore di Nuovo Testamento e Studi Anglicani al Seminario Teologico Luterano di Filadelfia, è stato in precedenza vescovo di Los Angeles (ora ritirato), Professore di Nuovo Testamento all’Università di Priceton, Preside della Facoltà di Teologia del Pacifico a Berkeley e membro del Consiglio della Comunione anglicana.
Scrive la signora Miles: “Nel contesto del conflitto religioso e della violenza del Sedicesimo secolo, il teologo anglicano Richard Hooker descrisse la genialità dell’anglicanesimo come la volontà di richiedere ai fedeli solo la partecipazione devota alla vita sacramentale della comunità. Nel nostro tempo, le differenze di convinzione circa l’omosessualità e l’ordinazione di cristiani gay e lesbiche stanno di nuovo portando gli Anglicani a riesaminare le basi della Comunione e della comunità.
“Riponiamo la nostra speranza in Cristo” contiene una ricca e concreta panoramica di ciò che significa vivere nella fede. Descrive il processo che la Chiesa episcopale ha seguito, nell’impegno di seguire Cristo con la preghiera e con la ragione, passando dal considerare il Corpo di Cristo come una comunità dotata di una stessa mentalità all’immaginare una diversa e complessa cattolicità.
Esortando a interpretare le decisioni in materia di sessualità nel contesto di una cura pastorale, più che di una preoccupazione ideologica, il documento propone che l’unità della partecipazione e della missione non necessitino di richiedere uniformità di pareri su tutte le materie. “Riponiamo la nostra speranza in Cristo” è un compendio di norme scritte nel ragionamento e nella preghiera, sia sotto un profilo teologico, esegetico ed esperienziale, da parte di cristiani impegnati a cercare il disegno del Signore. E’ un documento potente e commovente.”
Scrive Borsch: “Non tutti, certamente, saranno d’accordo, così come in passato i cristiani non si sono trovati d’accordo su alcune questioni relative alla teologia e al modo cristiano di vivere la fede, come ad esempio la questione dei divorziati risposati.
Ma la risposta della Chiesa episcopale al Consiglio della Comunione anglicana offre un meritevole e ben ragionato caso sotto il profilo biblico, teologico ed etico per trovare un giusto posto e una piena cittadinanza ai cristiani omosessuali e a coloro che sono impegnati, al pari degli eterosessuali, a condurre la vita di relazione cercando di seguire il Signore Gesù.” “Il documento colloca la questione nel contesto della lunga discussione nei concili della Chiesa episcopale”.
Testo originale: Theologians offer response to Windsor Report request