Risonanze del cuore dalla prima veglia per il superamento dell’omotransfobia di Bari
Testimonianze raccolte dai partecipanti alla prima Veglia per il superamento dell’omotransfobia “Chi accoglie voi, accoglie me” (Mt 10,40) tenutasi nella parrocchia di San Sabino a Bari il 14 maggio 2023
In questi giorni ci saranno tante veglie, in Italia e nel mondo, per il superamento dell’omotransbifobia. In alcune città questi incontri di preghiera si svolgono da tanti anni, in altre da poco, ma la prima veglia è sempre un’occasione speciale, che non si dimentica.
A Bari l’incontro di preghiera si è svolto domenica 14 maggio presso la chiesa di San Sabino.
Vogliamo condividere il mosaico di emozioni germogliate nel cuore di coloro che hanno partecipato e si sono lasciati attraversare, toccare, modificare dalla presenza delle persone concrete.
“Incontrarsi per parlare di omobitransfobia ai piedi di una croce è stata un’esperienza bellissima. Cantare e pregare tutti insieme nella speranza di un mondo migliore dove la diversità e l’unicità non siano più un disvalore ci ha fatto sentire più felici. Gesù era tra noi e la Chiesa finalmente più vicina.” Paola
“Un incontro d’amore e d’accoglienza verso il prossimo, chiunque esso sia, soprattutto a prescindere dall’identità di genere e orientamento sessuale. Noi, cattolici non praticanti, abbiamo voluto partecipare a questo momento di preghiera perché rispecchia il nostro credo cristiano che abbraccia tutti, è inclusivo e non discriminante. Per noi amare vuol dire anche arricchirsi imparando dalle differenze altrui.
Riteniamo che ciascuno di noi sia “unico” e che con le proprie diversità, anche sessuali, abbia il diritto di incontrare Cristo ogni giorno, anche attraverso il proprio parroco di quartiere e non solo nelle giornate di commemorazione! Questa è la Chiesa che vorremmo!
Diversamente, dispiace leggere che qualcuno abbia ritenuto quest’incontro “un momento di deriva” ed a costoro ripetiamo le bellissime parole di Papa Francesco che più ci hanno colpito nella veglia di preghiera: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?” E, dunque, quale ardita autorità si riconosce l’uomo per impedire ad un suo simile l’incontro con Cristo! La Chiesa deve dare prova di fratellanza accogliendo tutti, ma proprio tutti.” E. e M.
“L’incontro di preghiera per il superamento dell’omotransbifobia è stato un momento di crescita di conoscenza e consapevolezza. Ho fatto una serie di considerazioni, una specie di percorso immedesimandomi in una persona omosessuale, transgender, bisessuale e sono andato con la mente a gestire le varie situazioni che si creano.
Iniziamo con il riferire alla propria famiglia le proprie tendenze sessuali. È difficile. Come si può dire? In che contesto? A tavola mentre si pranza? Come si inizia il discorso? Forse con un amico è più semplice…ci provo con un prete. No, meglio di no. Potrebbe scomunicarmi…
La storia è fatta di e da sconfinamenti e nel tempo sono stati accettati tutti, perché siamo ciò che Dio ha voluto farci essere e che lui nella sua immensa conoscenza già sa.” Nino
“Durante la veglia di preghiera in ricordo delle vittime dell’omotransbifobia ho sentito più forte del solito la presenza di Dio attraverso le persone attorno a me.
Lui ha parlato attraverso le testimonianze per ricordarci che il vero cristiano ascolta tutti, non si gira dall’altra parte se qualcuno viene offeso nel corpo e nell’anima, non si rassegna se qualcuno viene emarginato e non si arroga nessun diritto di stabilire classifiche in seno alla chiesa. Abbiamo cantato, pregato e partecipato in un clima di fratellanza autentica accomunati dall’ essere figli di Dio.” Ilaria
“Vorremmo attribuire a questo momento di preghiera l’aggettivo “Essenziale”. Essenziale nei contenuti e nelle modalità di svolgimento: niente fronzoli, solo semplicità, preghiera e riflessione. Essenziale perché importante, perché andava fatto ma soprattutto continuato. L’esperienza vissuta ieri, è stato il primo passo verso l’Essenziale.Ci auguriamo lo diventi per tutti. Anche per chi ieri non c’era.” V. e G.
“Sì, è stata una bella esperienza per me. Mi hanno commosso le varie testimonianze da cui trasparivano sofferenza e solitudine, ma allo stesso tempo raccontate con delicatezza, sensibilità e pudore.
Mi sono resa conto che non esistono le “diversità” (come vengono chiamate da alcuni) ma solo fratelli e sorelle con un cuore colmo d’amore e desiderosi di essere accolte e accolti senza pregiudizio. È necessario quindi riunire le nostre forze per aiutarli e dare loro una “voce”. L.
“Ho trascorso piacevolmente delle ore in compagnia di persone che come me accolgono e non discriminano. Chi ha fede come ci hanno sempre insegnato non dovrebbe allontanare ma accogliere. Le persone come esseri umani sono libere di rivendicare i propri sentimenti a prescindere dal sesso e di esprimere liberamente la propria identità. E soprattutto tutti noi dovremmo essere liberi da violenza, molestie e discriminazioni.” Caterina B.
“Mia moglie l’ha definita un’esperienza toccante: in effetti, devo dire che anche io mi sono sentito sfiorato, quasi toccato da qualcosa. Ho respirato quell’aria di vera comunità, che non provavo da molto tempo, e che pensavo potesse accadere solo in gruppi più ristretti. Se dovessi riassumere in una parola: coinvolgente.” D. e V.
“Un’assemblea attenta e rispettosa, dei religiosi accoglienti, un coro colorato e persone credenti che si sono raccontate con i loro vissuti di sofferenza e di riscatto. Questa è stata la veglia di preghiera per il superamento dell’omotransbifobia.
Inclusività e accoglienza per la prima volta, per noi, non sono stati concetti astratti e belle parole, tanto per fare bella figura, ma dimensioni reali e ampiamente condivise. Questa la Chiesa che vorremmo e che ci impegniamo a costruire.” Gaetano e Antonella