Rivelarsi o no? La politica del coming out (Marco 1,29-39)
Riflessioni bibliche di Randall Bailey, Penny Nixon, Wendell Miller pubblicate su About Out in Scripture (Stati Uniti), liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Le tensioni dell’azione umana, dichiarare il proprio obiettivo sono la posta in gioco nelle letture bibliche di questa settimana. La difficoltà nei passi di oggi consiste nella relazione dell’azione umana con l’iniziativa divina. In altre parole, ce ne stiamo passivi ad aspettare che Dio aggiusti tutto (come suggeriscono le letture tradizionali di Isaia 40, specialmente il versetto 31, e del Salmo 147) o abbiamo un ruolo da svolgere?
Il salmo parla di costruire una nuova comunità con coloro che sono stati rifiutati, ma soprattutto parla di quello che farà Dio. Non di cosa deve fare chi ha il cuore spezzato, i feriti (versetto 3) e gli umili (versetto 6) per migliorare la loro vita e cambiare la loro comunità. Il problema della lettura tradizionale di questi passi, tra l’altro, è che possono condurci alla passività, ad una neutrale apatia. Un modo di non farsi intrappolare nella passività è prestare attenzione al verbo ebraico qwh, in Isaia 40,31.
La traduzione italiana “sperare nel Signore” non coglie il senso dell’affermazione di Isaia. Questo verbo ebraico parla di un periodo attivo in cui ci si può preparare; così, quando Dio è pronto a muoversi, noi possiamo volare.
Dopo si può rallentare correndo, e dopo ancora si può camminare tranquillamente. Ma dobbiamo essere pronti a volare, e il periodo di attesa è un periodo per prepararsi ad agire.
In questo modo il salmo deve essere riconsiderato per servire a chi, entrato in una nuova comunità, comincia a relazionarsi con gli altri in maniera matura, riconoscendo l’interconnessione e l’interdipendenza senza darle per scontate. Le persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) o chi appartiene ad altri gruppi oppressi non deve aspettare la fine dell’oppressione da parte della società. Piuttosto dobbiamo lavorare per migliorare noi stessi e le nostre condizioni, così quando Dio entrerà in scena saremo preparati a cogliere il meglio della situazione.
Mentre il salmista parla di Dio che manda la pioggia e la rugiada e aiuta il lavoro della natura, appare chiaro che non è consapevole del fatto che la società può essere oppressiva e negare le risorse a chi è oppresso.
Prendete per esempio le elezioni [presidenziali USA del 2008 n.d.t.] dello scorso novembre, quando in molti stati sono stati colpiti i diritti delle persone LGBT.
Mandare la pioggia non aiuterà chi era nel bel mezzo delle procedure di adozione in Arkansas e che ora sta per perdere i suoi bambini. Sperare in Dio in mezzo a rampanti spacciatori di odio non va bene per chi è oppresso. Dobbiamo “aspettare con i nostri piedi”, fare il lavoro e compiere il cammino. Quando e come avete sentito la tensione di “essere pronti per l’azione di Dio” e avete desiderato una azione più pronta da parte di Dio nel dedicarsi ai problemi della comunità?
Le letture dall’epistola e dal vangelo ci forniscono un altro contrasto di polarità. In 1 Corinzi 9 ascoltiamo Paolo che dice di dissimulare ed essere quello che gli altri vogliono che sia, perché è “servo di tutti”.
Un contesto di “guadagno” come lui lo presenta (versetto 19). Interessante come mostri solidarietà con i “salvati”; i Giudei, quelli che sono sotto la legge e i deboli, ma non con gli uomini che si prostituiscono contro i quali inveisce in 1 Corinzi 6 o i “contro natura” di Romani 1.
Mentre Paolo presenta se stesso come solidale in un particolare contesto, il suo linguaggio mostra che conserva i privilegi della sua posizione sociale. Se si getta nella mischia, poi si può sempre ritirare nelle sue sicurezze. Dall’altro lato, in Marco 1,29-39 Gesù si sta dibattendo se “rivelarsi” o meno come il Cristo. Porta la guarigione nella casa di Simone. Ma mentre la gente si raduna al di fuori per entrare, Gesù scivola via per capire cosa deve fare.
È il processo iniziale del coming out, quando si trovano spazi sicuri per parlare e agire? In che modo il processo si complica quando ci si muove dal privato allo spazio pubblico? Quali sono gli ostacoli che Gesù incontra nel coming out? Quanto costa rimanere nascosti? Quali sono gli ostacoli e i vantaggi del coming out per le persone LGBT e gli amici?
Anche se molti vedono in questi racconti di miracoli un paragone tra gli LGBT (e altri gruppi oppressi) e “gli indemoniati”, questo passo può essere letto come la cacciata dei demoni del razzismo, dell’eterosessismo, del classismo, del sessismo e della xenofobia che infettano i cuori di tutti noi. Infatti possiamo leggere il passo come il confronto di Gesù con le ideologie oppressive fatte proprie dalle persone che vengono a lui. Forse, come compito iniziale, deve affrontare questi paradigmi distruttivi.
Gesù sa che la gente deve essere preparata a lavorare perché i demoni vengano cacciati. Deve avere la volontà di aggregarsi come nuova comunità, come suggerisce la nostra lettura dal Salmo 147. Se non facciamo questo finiamo per ripetere il gioco di Paolo con le persone, senza affrontare i demoni che le opprimono, e quindi senza liberarle. Quando vi siete trovati in situazioni in cui sembrava pericoloso affrontare i problemi? Avete esperienza di situazioni in cui “rivelarsi” è visto come una risposta poco sicura o poco saggia ai grandi problemi di ingiustizia?
Conoscete queste tensioni? Vi siete trovati nei panni di Gesù, dovervi ritirare per riflettere sui passi migliori da fare in futuro?
La gente cerca chi dice la verità, e questa in un certo senso è la nostra chiamata. Noi aiutiamo a portare le cose alla luce. Quando usciamo dal nascondiglio, portiamo molte altre “cose” con noi.
I demoni conoscono noi come conoscevano Gesù. Anche noi, come Gesù, troviamo difficoltà quando cerchiamo di affrontare e soffocare i demoni.
Gesù cambia la sua reazione di fronte ai demoni. Alla fine di questa riflessione, in Marco 1,39, la predicazione per lui significa portare il cambiamento richiesto per cacciare i demoni.
Ma quando lo seguiamo attraverso l’intero vangelo di Marco, vediamo come giunga ad una comprensione diversa, più olistica: predicare da solo serve a poco.
Dobbiamo tutti sfidare i sistemi di oppressione in modo da cambiare la vita degli oppressi, specialmente le persone lesbiche, gay, bisex e trans che sono alla nostra porta e cercano la guarigione dall’oppressione, quella della società e quella che hanno interiorizzato.
.
Preghiera
Dio del nostro presente e del nostro passato,
Aiutaci a ricordare come hai dato la spinta
per lavorare al cambiamento in meglio del nostro mondo.
Dacci il coraggio e una visione del futuro
per affermare e difendere il diritto all’integrità per tutti.
Amen.
.
Brani biblici consigliati: Isaia 40,21-31 e Salmo 147, 1-11; 1 Corinzi 9, 16-23; Marco 1,29-39
.
Testo originale: The Politics of Coming Out