San Boris e Georgij l’ungherese. Uniti nell’amore e nella morte
Testo tratto dal blog “Jesus in love blog” (Stati Uniti), 24 luglio 2012, liberamente tradotto da Adriano C.
L’amore tra San Boris e Georgij l’Ungherese finì in tragedia nel 1015 nella Russia Medioevale. La loro festa è il 24 luglio, lo stesso giorno in cui a New York è diventato legale il matrimonio omosessuale. Boris era un principe e valente comandante militare, che era molto popolare nel popolo Russo. Era sposato, ma aveva un grande amore per il suo servo George l’Ungherese.
Il professore slavo Simon Karlinsky, ha messo in evidenza la storia del loro amore omosessuale analizzando il classico medioevale “La leggenda di Boris e Gleb” scritto tra il 1040 e il 1118.
Karlinsky scrive: Boris aveva fatto fare per Georgij una magnifica collana d’oro perchè egli “era amato da Boris oltre ogni cosa”. Quando i quattro assalitori pugnalarono Boris con le loro spade, Georgij si gettò sul corpo del suo principe esclamando: “Non voglio essere lasciato alle tue spalle, mio signore prezioso! Prima che la bellezza del tuo corpo cominci ad appassire, lascia che mi garantiscano che anche la mia vita possa finire”.
Gli assalitori strapparono Boris dall’abbraccio di Georgij, l’accoltellarono e lo gettarono fuori dalla tenda, sanguinante e morente. Dopo la morte di Boris, il quale aveva prima perdonato i suoi assassini, anche il suo seguito venne massacrato… Non solo l’autore di questa storia era chiaramente a conoscenza dell’amore reciproco tra Boris e Georgij, ma si rendeva conto che “l’omicidio gratuito di Georgij era la conseguenza della sua aperta ammissione circa la natura del suo amore”.
Il suddetto testo di Karlinsky è riportato da “Passionate Holiness: Marginalized Christian Devotions for Distinctive People” (Appassionanti Santità: le devozioni Cristiane marginali di persone distinte) e da “Gay Roots: Twenty Years of Gay Sunshine” (Le radici omosessuali: venti anni di trasparenza gay).
Il mandante degli omicidi era Sviatopolk, fratellastro di Boris, che voleva consolidare il suo potere. Egli uccise anche l’altro fratello, Gleb, allo stesso modo.
Nel 1071, Boris e il fratello Gleb furono i primi santi canonizzati dalla Chiesa Ortodossa Russa. Sono stati chiamati “portatori di Passione” perchè, essendo stati uccisi per la loro fede, hanno affrontato la morte in modo cristiano, perdonando i loro assassini. I fratelli Boris e Gleb sono santi molto popolari in Russia. Essi vengono spesso raffigurati insieme e molte chiese vennero dedicate a loro dopo la canonizzazione. Nel contempo l’amato Georgij l’Ungherese non fu mai canonizzato e per lo più ignorato, fino a poco fa.
L’icona qui sopra è stata dipinta nel 2000 da Padre Robert Lentz, un frate francescano iconografo di prima classe, noto per le sue icone innovative. E’ una delle 10 icone che hanno scatenato una grossa polemica nel 2005.
I critici accusavano Lentz di glorificare il peccato e di creare propaganda per un programma progressivo socio-politico ed è stato anche temporaneamente sospeso il copyright dal suo distributore, Trinity Stores.
Qui Georgij l’Ungherese viene rimesso al suo giusto posto accanto a Boris, per onorare correttamente questa coppia straordinaria ed il modo in cui si amavano. Sicuramente Boris e Georgij stanno sorridendo a tutti gli sposini di New York, ora che il matrimonio omosessuale è diventato legale nel giorno della loro festa.
Testo originale: Saints Boris and George: United in love and death