San Francesco e l’accoglienza dell’altro. Non una semplice idea astratta
Riflessioni del 4 ottobre 2009 di Philip Lowe Junior tratte dal blog thewildreed (Stati Uniti), liberamente tradotte da Lara
San Francesco d’Assisi, la cui festa si celebra il 4 ottobre, è ricordato soprattutto perché ha dato una faccia e un nome ai poveri del suo tempo. Egli serviva coloro che venivano emarginati dalla società e spesso dalla chiesa. Queste persone erano i dimenticati da Dio, i non-privilegiati.
Eppure, San Francesco vedeva nei poveri qualcuno da amare, curare e far sentire desiderato. San Francesco considerava coloro che vivevano privi delle fonti di necessità della vita come individui con nomi e visi propri.
Egli vedeva nei poveri e negli svantaggiati delle persone che avevano bisogno di sapere che Dio non solo non li aveva dimenticati, ma che Egli aveva un posto speciale per loro.
San Francesco tese loro una mano, rendendoli qualcuno quando altri li consideravano dei nessuno. Talvolta, nel mezzo delle nostre discussioni teologiche e politiche, dimentichiamo chi erano stati gli amici di Gesù.
Un’attenta lettura dei Vangeli e vedremo che i migliori amici di Gesù erano coloro che erano stati dimenticati dalla società come esseri indegni e indesiderati.
Coloro che non possedevano nulla e che non avevano nessuno che credesse in loro o si occupasse di loro avevano un posto molto speciale nel cuore di Gesù. “Venite con me, tutti voi che siete stanchi e oppressi: io vi farò riposare. Accogliete le mie parole e lasciatevi istruire da me. Io non tratto nessuno con violenza e sono buono con tutti.
Voi troverete la pace, perché quel che vi domando è per il vostro bene, quel che vi do da portare è un peso leggero.” (Matteo 11:28-30).
A tutti i poveri e i bisognosi di amore e di cure, Gesù offriva un posto dove poter trovare riposo e speranza. Quando nessuno credeva in loro, Gesù voleva che loro imparassero da lui.
Invece, a coloro che pensavano di avere tutto insieme, Gesù prediceva molte pene. Coloro che sentivano di dover solo obbedire alle regole, di dover mostrare la loro grandezza solo attraverso il loro comportamento e che assumevano grandezza a causa della loro statura in società venivano severamente messi in guardia da Gesù.
A volte, quando penso a questo grande messaggio di Cristo sopravvissuto con San Francesco d’Assisi, non posso fare a meno di meravigliarmi del fatto che alcuni dei più grandi seguaci di Gesù dimenticano chi erano gli amici di Cristo.
Noi vediamo gruppi religiosi e politici opprimere coloro che hanno bisogno di essere alleggeriti dai loro fardelli, e ricevere sempre di più da coloro che rivendicano di seguire Gesù.
I fondamentalisti religiosi cercano costantemente di trattare gli omosessuali e i transessuali come se non ci fosse spazio per loro nella casa di dio, a meno che non si tornino sulla retta via.
Durante le ultime settimane abbiamo visto politici interessati al loro denaro e partiti politici interessati di malati bisognosi di cure.
Abbiamo visto persone che desiderano aiutare i poveri e coloro che hanno bisogno di risollevarsi dopo un attentato terroristico essere considerati come “nazisti” e “socialisti”.
Ogni volta che vediamo accadere cose come queste, vorremmo chiedere: “Chi sono i nostri amici?”. Ci sono molte persone che erigono statue a San Francesco nei loro giardini, sui loro cruscotti o nelle loro case e lo vedono come un buon uomo.
Comunque, l’immagine di San Francesco non è intesa come una semplice idea astratta. Se il messaggio di San Francesco non ci ispira a considerare i poveri e i bisognosi come gente reale che ha bisogno di un reale aiuto e amore, allora quell’immagine di San Francesco è solo un pezzo di porcellana.
Ma se prendiamo sul serio il messaggio di Cristo di amare coloro che non sono mai stati amati, di trovare spazio nella casa del Signore per tutti, con un posto alla tavola del Signore dove cibarsi della presenza di Cristo durante l’Eucarestia, allora il messaggio del Vangelo e di San Francesco starà finalmente facendo la differenza e ci sarà ancora speranza.
Testo originale: No Mere Abstraction