San Romero d’America prega per noi!
Riflessioni di P. Luigi Anzalone, missionario saveriano in Amazzonia (Brasile)
Era Il mese di marzo 1980 e io, di ritorno in Italia, dal primo turno di missione in Brasile Nord, (Amazzonia, come allora si chiamava anche tra i saveriani) mi trovavo in Venezuela a casa di mio fratello, quando il giorno 25 mio nipote mi mostra il giornale con una foto a tutto tondo di Mons. Romero, morto ammazzato, durante la Messa, che io conoscevo per fama, specialmente per l’amicizia che avevano intavolato con Mons. Pedro Casaldaliga vescovo di Conceição di Araguaia, nel Mato Grosso (Brasile).
Mio nipote mi dice: “stai attento zio che fanno fuori anche te!” Ed io scherzandoci su, rispondevo: “non preoccuparti, per adesso ce l’hanno con i vescovi, ed io sono un semplice prete!”
Sono passati 37 anni, Mons. Romero è già beato e forse quest’anno lo dichiarano santo, ufficialmente, perché in verità santo nella pietà popolare lo è già, non solo tra i cattolici ma anche tra gli anglicani, che lo hanno dichiarato santo prima ancora della chiesa cattolica. Chi lo ha ucciso è rimasto impunito fino ad oggi… forse pensava di seppellirlo per sempre nell’oblio, invece sono stati loro i suoi detrattori di fuori e di dentro della stessa chiesa a cadere nel dimenticatoio della storia, come tutte le persone mediocri e insignificanti, che invece si credono i padroni del mondo.
Dicono i biografi che sono state le parole della sua ultima omelia della domenica precedente (23 marzo 1980) che li ha irritati fino al punto di ucciderlo. Eccole: “In nome di Dio, dunque, in nome di questo popolo martoriato, del quale si alzano fino al cielo grida sempre più assordanti, vi supplico,vi prego, vi ordino in nome di Dio, cessi la repressione!”.
Giorni fa, mentre ero in Messico per gli Esercizi Spirituali ai confratelli saveriani, ho letto con interesse la notizia che il 24 marzo prossimo al “Romero Days” nella università Notre Dame in Indiana, USA, Mons. Romero sarà proposto come Dottore della Chiesa, con qualche probabilità di riuscita per il fatto che la proposta è caldeggiata da tre cardinali vicini al Papa Francesco (Maradiaga, Turkson e Tagle)… Nella Chiesa è davvero privilegio di pochi santi arrivare a questa dichiarazione!
Quello che a me interessa come a tanti cristiani in America Latina è che non si addolcisca la profezia di Mons. Romero, e che ogni iniziativa serva non solo per ravvivare la sua memoria ma principalmente per appropriarci della sua eredità e di continuare nel cammino da lui tracciato in questo mondo pieno di conflitti e di ingiustizie, cammino che secondo Papa Francesco ha un solo nome: “nonviolenza attiva”.
San Romero d’America, prega per noi!
“Prega, vescovo Romero, perché la Chiesa di Cristo, per amore loro, non taccia. Implora lo Spirito perché le rovesci addosso tanta parresìa da farle deporre, finalmente, le sottigliezze del linguaggio misurato e farle dire a viso aperto che la corsa alle armi è immorale, che la produzione e il commercio degli strumenti di morte sono un crimine, che gli scudi spaziali sono oltraggio alla miseria dei popoli sterminati dalla fame, che la crescente militarizzazione del territorio è il distorcimento più barbaro della vocazione naturale dell’ambiente (…). Prega, vescovo Romero, perché tutti i vescovi della terra si facciano banditori della giustizia e operatori di pace, e assumano la nonviolenza come criterio ermeneutico del loro impegno pastorale, ben sapendo che la sicurezza carnale e la prudenza dello spirito non sono grandezze commensurabili tra loro”
don Tonino Bello, 24 marzo 1987