Santità, mio figlio è gay e lo amo così
Lettera di Lea Carelli, una madre cattolica, a Papa Benedetto XVI pubblicata il 22 dicembre 2012 su targatocn.it
Santo Padre, mio figlio è gay ed io, come mamma, amo mio figlio, unico, irripetibile come ogni uomo che nasce sulla terra, con una specialità, la sua “omoaffettività”. Si, ho scritto “omoaffettività” e non “omosessualità” perché l’uomo è una grandezza insondabile e non può essere identificato esclusivamente per la sua sessualità. Quando c’è amore fra due persone, siano uomo e donna, siano uomo e uomo, siano donna e donna, è l’amore che conta, che rende vero e grande il rapporto. Il desiderio di una relazione stabile e duratura, il condividere e l’aiutarsi nel cammino della vita, l’essere io e tu insieme, è qualcosa di così grande che ti fa dire, come il Cantico del Cantici: “Il mio diletto è per me e io per lui”.
Non esiste un amore eterosessuale di seria A e un abominevole amore omosessuale di serie Z, nessuno sa perché ci innamoriamo ed amiamo quella persona e non un’altra, l’amore non ha etichette, l’amore è sempre e solo amore.
Gli omosessuali chiedono e rivendicano un matrimonio civile, i cattolici omosessuali alla Chiesa anche la benedizione di Dio sul loro amore.
Santo Padre, come mamma di un figlio gay ed anche fortemente cattolica non comprendo le parole che Lei ha pronunciato “matrimoni omosessuali, ferita grave alla giustizia e alla pace”, parole che discriminano, offendono e umiliano le persone omosessuali, i loro genitori, i loro amici ed i loro parenti, specialmente gli omosessuali cattolici, sono tanti, cresciuti ed educati nell’insegnamento di amore e misericordia di Gesù, parole che fomentano l’omofobia.
Desidererei poter approfondire il suo pensiero e capirne il vero significato. Lo stupore e l’incredulità mi hanno spinto a scrivere queste poche righe, spero che possano giungere fino a Lei, Santo Padre, nascono dal cuore di una madre che ha avuto la fortuna e la gioia di conoscere il Vangelo e combatte e si impegna di prima persona ad abbattere gli stereotipi, i pregiudizi e le discriminazioni per promuovere una convivenza pacifica e serena tra persone con orientamenti affettivi e sessuali differenti.