Santo Padre come cristiani impegnati nella pastorale Lgbt+ siamo feriti dalle sue parole
Lettera aperta consegnata al Papa da parte di alcuni cristiani Lgbt+, genitori e e dagli operatori pastorali della Diocesi di Chiavari il 23 giugno 2024
Caro Santo Padre, siamo un gruppo di credenti della diocesi di Chiavari, impegnati in varie realtà della nostra Chiesa, molto attenti alla vasta problematica dell’inclusione e quindi ai diritti delle persone LGBT.
Siamo rimasti perciò sconcertati e feriti dalla parola “frociaggine” che Lei ha usato recentemente in due diverse occasioni, perché si tratta di un termine con una valenza fortemente spregiativa e discriminatoria.
Innanzitutto vogliamo comunicarle l’indignazione e il dolore che questo ci ha procurato.
1) É un dolore che alcuni conoscono bene perché sono cresciuti sentendo sempre intorno a sé termini dispregiativi e svalutanti.
É un dolore che ha reso molto più faticosi i percorsi di crescita di un gran numero di persone che, nonostante tutto, hanno lottato per conservare la fiducia e la stima in se stesse, e per portare avanti il proprio progetto di bene e di fedeltà al Vangelo.
É un dolore che comunque spesso ha reso queste persone più forti e consapevoli, e determinate a chiedere riconoscimento, rispetto e valorizzazione.
2) Siamo convinti che negli ultimi anni sia cresciuta la consapevolezza che attraverso le parole, come Lei stesso ha sostenuto, si possa fare del male, e per questo motivo, abbiamo la speranza che l’uso di un determinato vocabolario così chiaramente discriminante, offensivo e volgare stia scomparendo, sia pure lentamente.
Santo Padre, se anche Lei utilizza questi termini, anche altre persone, soprattutto coloro che coltivano sentimenti omofobici e anti evangelici, si sentiranno autorizzate ad usarli: “ L’ha detto anche il Papa…”
Questo alimenterà nella Chiesa e nella comunità civile sentimenti ostili e aggressivi.
Tuttavia, non dimentichiamo tutti i passaggi e le dichiarazioni positive che in questi anni Lei ha fatto nei confronti delle persone LGBT, tutte le strade che ha aperto e tutte le realtà che sono nate nella nostra Chiesa. La nostra gratitudine per tutto ciò non verrà mai meno.
3) Siamo d’accordo con la Sua preoccupazione che le vocazioni presbiterali e religiose siano autentiche, credendo però che l’orientamento sessuale non può essere comunque un criterio di valutazione.
Può accadere che qualcuno, sentendosi oppresso o discriminato, finisca per convincersi che la vocazione religiosa sia una o forse l’unica possibile soluzione per se, ma questo avviene anche a causa del fatto che da sempre la dottrina della Chiesa fa coincidere l’orientamento omosessuale con la scelta della castità.
4) Al di là delle parole che abbiamo sentito, e che hanno provocato in molti sfiducia e scoraggiamento, andremo avanti, continuando a camminare al fianco di ogni nostro fratello, sostenuti dalla certezza che il Signore vuole per ciascuno di noi una vita piena ed autentica, per realizzare, anche nei nostri rapporti affettivi, l’ideale evangelico del bene, consapevoli che il Signore è fedele nelle sue promesse.
“Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore, tuo Dio, cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà”
(Dt 31,6)
La salutiamo con grande rispetto certi che capirà quello che abbiamo voluto esprimerle col cuore. Non mancherà la nostra preghiera per Lei.
Don Stefano Curotto, parroco della chiesa Santi Gervasio e Protasio Rapallo, diocesi di Chiavari
Giovanna Devoto, commissione diocesana per l’ecumenismo,
volontaria Caritas, servizio di pastorale famigliare della diocesi di Chiavari
Gianluca Lizza, volontario Caritas diocesana, vicepresidente adulti dell’Azione Cattolica diocesana, servizio di pastorale famigliare della diocesi di Chiavari
Marco Bacigalupo, organista e responsabile in alcuni cori, nella diocesi
e coro ecumenico, servizio di pastorale famigliare della diocesi di Chiavari
Don Marco Torre, direttore Servizio di pastorale famigliare della diocesi di Chiavari
Sottoscrivono:
Nicoletta De Nevi, referente diocesana del Sinodo Chiavari
Stefano Ferrari, operatore dell’accoglienza dei rifugiati ed insegnante Laura Ridolfi, referente gruppo Bethel di cristiani LGBT Genova,
Francesca Ricci, Fabrizio Pesce, Mariarosa Novarese, Marta Traversaro, Michele Bisso, e come genitori di ragazzi omoaffettivi: Elvira e Francesco Orecchia, Tommaso Giacomazzi, Simona, Cristina e Marco, membro del direttivo di Agedo Genova (associazione genitori con figli omosessuali).