Sappiamo vedere, senza ipocrisie, i segni dell’amore omosessuale?
Riflessioni di Antonio De Caro, volontario del Progetto Gionata
Arsen e Tigran si amavano. Ma nel loro paese, l’Armenia, il loro amore non era tollerato. A causa del clima di odio da cui erano circondati, hanno deciso di togliersi la vita insieme, saltando da un ponte.
Di fronte a un’immagine come questa – due ragazzi che si tengono per mano o che si baciano – è frequente sentire commenti allarmati, indignati o sprezzanti. Uno di questi potrebbe essere: “Come lo spiego a mio figlio?”.
Con una battuta, mi verrebbe di rispondere “In italiano!”; forse direi anche “In buon italiano”, cioè in modo familiare, semplice, sorridente. Se tu, genitore, percepisci in modo naturale una manifestazione di amore fra due persone, potrai trasmettere questa sensazione di naturalezza e di rispetto anche a tuo figlio.
Bambini e ragazzi non si confondono, e non rimangono disorientati se colgono in noi adulti uno sguardo sereno. Se quindi non sai come spiegarlo a tuo figlio, in realtà la domanda è “Come lo spiego a me stesso?”.
Di fronte alle manifestazioni pubbliche dell’amore omosessuale occorre cioè chiedersi dove vada tracciata la linea che separa quello che è socialmente accettabile da quello che non lo è. Non è difficile, anche perché quella linea va tracciata esattamente nello stesso modo con cui distinguiamo un gesto affettuoso da un gesto osceno, anche nel campo dell’eros eterosessuale.
Questo dipende, certo, dal buon senso e dalla buona educazione degli innamorati, ma anche dall’accoglienza che decidiamo di offrire (e questo è un fatto culturale, cioè dipende dalla mentalità) alle loro effusioni.
Darsi la mano, abbracciarsi, accarezzarsi, scambiarsi un bacio sono comportamenti che, se esprimono davvero affetto. dedizione e gioia, ci ricordano la bellezza dei sentimenti in un mondo spesso indifferente, quando non cinico e violento. Dovremmo essere grati a chi si ama e ci ricorda che l’amore esiste.
Un altro commento frequente è “Io non ho nulla contro queste persone, ma perché non lo fanno a casa loro?”. Superficialmente, potrei rispondere con un’altra domanda, e cioè se di solito reagiamo così anche di fronte alle coppie eterosessuali.
Non mi pare che in quel caso pretendiamo che le loro manifestazioni di amore rimangano recluse solo nella sfera privata. Ad un livello più profondo, tuttavia, proporrei un’altra riflessione, che riguarda il diritto e il piacere di mostrarsi, e anche quello di raccontarsi.
Poter dare un bacio in pubblico, senza vergogna e senza paura, è il segno che ci sentiamo non minacciati, ma liberi; è il segno che ci fidiamo del nostro ambiente sociale; è il segno che percepiamo i nostri gesti d’amore come puliti e benefici, come manifestazioni della nostra dignità umana e, come tali, meritevoli di rispetto.
Il diritto di mostrarsi è un diritto umano; impedirlo equivale a soffocare il libero modo di essere delle persone. E lo stesso vale per il diritto di raccontarsi. Immaginiamo che una persona eterosessuale stia vivendo una situazione sentimentale particolarmente felice, o anche particolarmente infelice. Molto probabilmente tenterà di confidarsi e di condividere le sue emozioni, liete o tristi, con familiari e amici. Da questa condivisione possono derivare conforto, incoraggiamento, accoglienza.
Posso sentire che le mie emozioni vengono sostenute, celebrate o consolate da qualcuno che mi vuole bene. Se mi racconto e vengo ascoltato, ricevo la conferma del mio valore come essere umano. Negare a qualcuno questo diritto vuol dire negargli lo spazio della solidarietà e dell’approvazione altrui, che ci rendono forti e ci fanno crescere come persone.
Nessuno di noi proibirebbe ad un uomo/una donna eterosessuale di mostrare o di raccontare le proprie relazioni affettive, anche perché questo comporterebbe per loro il costante sforzo di nascondersi, e minaccerebbe la loro autostima. Se non posso mostrarmi, o non posso raccontarmi, forse sono sbagliato o sbagliata? Sono indegno o indegna dell’accoglienza umana?
Possiamo accettare con benevolenza il diritto delle coppie omosessuali a mostrarsi e a raccontarsi solo se abbiamo una visione sana e costruttiva della sessualità in generale, e sappiamo che essa può rimanere, sì, a livello del puro istinto e del piacere, ma può anche evolvere (come avviene nella maggior parte delle nostre vite) verso l’emozione e il desiderio di relazione; e poi ancora, verso un’intimità che si fa progetto di vita insieme.