Scomparire per vivere. Le lesbiche e il Terzo Reich
Testo tratto dall’Holocaust Encyclopedia curata dall’United States Holocaust Memorial Museum di Washington (Stati Uniti), liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Sebbene gli atti omosessuali tra uomini fossero tradizionalmente considerati dei crimini in quasi tutta la Germania, il lesbismo (e gli atti omosessuali tra donne) non erano criminalizzati. Questo era vero in larga parte a causa del ruolo subordinato delle donne nella società e nello stato tedesco. Diversamente dagli omosessuali maschi, le lesbiche generalmente non erano viste come una minaccia sociale o politica. Anche dopo l’avvento del Nazismo al potere nel 1933, molte lesbiche, in Germania, potevano vivere relativamente tranquille, generalmente senza essere disturbate dalla polizia.
Sebbene fossero ostacolate dal ruolo di inferiorità ascritto alle donne nella Germania imperiale, le lesbiche furono parte integrante del movimento di emancipazione omosessuale fin dagli anni ’90 del XIX secolo. Fino al 1908 le leggi tedesche proibivano alle donne di aderire a movimenti politici. Anche dopo l’allentamento di queste restrizioni le donne furono scoraggiate dal partecipare all’attività politica, così le lesbiche si unirono in bar e club, molto meno formali (rispetto alle organizzazioni politiche). Questo andamento coincise con un generale rilassamento della morale sessuale in Germania dopo la prima guerra mondiale.
La Repubblica di Weimar portò con sé nuove libertà politiche e sociali. Per molti gay e molte lesbiche in Germania, la Repubblica di Weimar, coincise con un periodo di relativa apertura. Berlino e le altre maggiori città diventarono, in Germania, il centro della vita omosessuale. A Berlino club come il “Dorian Gray” o “Il Flauto Magico Dance Palace” contribuì a creare una rete sociale lesbica, rendendo più semplice, per le lesbiche che vivevano in città, vivere più apertamente rispetto a quelle che vivevano nelle aree rurali della Germania.
L’allentamento delle restrizioni della censura portò ad una varietà di letteratura lesbica, comprese le riviste Frauenliebe (Amore femminile) and Die Freundin (Amica/Ragazza). In Germania i conservatori tradizionali – in politica e nella società – criticarono duramente la nuova apertura nei confronti degli omosessuali. La rinascita del conservatorismo politico negli ultimi anni della Repubblica di Weimar portò ad una nuova serie di misure contro gli omosessuali.
Nel 1928, per esempio la polizia bandì Die Freundin e altra letteratura lesbica basandosi sulla Legge per la Protezione della Gioventù da Pubblicazioni Oscene. Molti conservatori chiesero l’approvazione di leggi contro gli atti sessuali tra donne. Libellisti come Erhard Eberhard scrissero trattati contro omosessuali, femministe, rebubblicani ed ebrei, gruppi cioè che erano collegati, dai conservatori, a cospirazioni per distruggere la Germania. In particolare essi denunciarono il movimento per i diritti delle donne, affermando che fosse un movimento per convertire al lesbismo le donne tedesche.
Con l’avvento del Nazismo nel 1933, questa reazione conservatrive venne sostituita da uno stato di repressione.
I Nazisti credevano che non solo le donne fossero inferiori agli uomini, ma anche dipendenti naturalmente da loro; quindi essi consideravano le lesbiche meno pericolose degli omosessuali maschi.
I Nazisti credevano che le donne fossero passive, specialmente in materia sessuale, e che avessero bisogno degli uomini per riempire la loro vita e per far sesso in modo soddisfacente. Molti Nazisti temevano anche che il pubblico affetto tra le donne (cioè rendere pubblico il legame di amicizia tra di esse) confondesse la linea di demarcazione tra amicizia e lesbismo, rendendo molto più difficile il compito di stanare le “vere” lesbiche.
Da ultimo i Nazisti archiviarono il lesbismo come un problema sociale perché credevano che le lesbiche non potessero svolgere il ruolo più importante per la donna tedesca: essere madre di quanti più bambini “ariani” fosse possibile. Ogni donna, a prescindere dalla propria sessualità, avrebbe dovuto servire lo stato nazista come moglie e madre.
I Nazisti non di meno perseguitarono le lesbiche, benché meno severamente di quanto facessero con gay. Poco dopo l’elezione di Hitler a cancelliere, la polizia fece sistematicamente delle retate chiudendo i locali per omosessuali, costringendo le lesbiche ad incontrarsi di nascosto. I Nazisti crearono un clima di paura incoraggiando le retate della polizia e le denunce contro le lesbiche.
Molte lesbiche interruppero i contatti con le loro cerchie di amici, alcune si trasferirono in altre città, dove non erano conosciute. Altre ancora cercarono protezione nel matrimonio, contraendo dei matrimoni di convenienza con amici gay. Mentre la polizia considerava le lesbiche come “asociali” – persone che non si conformavano alle leggi naziste e perciò potevano essere arrestate e mandate nei campi di concentramento – poche furono imprigionate solo a causa della loro sessualità.
I nazisti non consideravano le lesbiche come prigioniere omosessuali, e solo prigionieri omosessuali maschi dovevano indossare il triangolo rosa. Sebbene gli arresti di lesbiche da parte della polizia furono tutto sommato rari, il pericolo di persecuzioni rese pericoloso vivere apertamente come lesbiche.
Le lesbiche subirono discriminazioni anche a causa della politica tedesca nei riguardi delle donne in generale. Dal momento che i nazisti credevano che la donna, in prima istanza, dovesse servire (la nazione) come moglie e madre, strapparono le donne da prestigiose carriere. Paradossalmente, l’aumento della richiesta di forza-lavoro causato dal riarmo, aumentò il numero di donne lavoratrici benché fossero relegate in occupazioni sottopagate. Il salario irrisorio delle donne danneggiò in particolar modo le lesbiche, dal momento che di solito non erano sposate e non potevano contare sull’aiuto di un marito che lavorava.
Le difficoltà economiche, combinate ad una pressione sociale sempre in crescita e alla paura degli arresti rendeva difficile la vita alle lesbiche, sebbene, nella Germania nazista, gli atti sessuali tra donne non fossero illegali. Sebbene molte lesbiche sperimentarono privazioni durante il Terzo Reich, I nazisti non le perseguitarono sistematicamente. Quelle che vollero essere discrete e poco appariscenti, sposando loro amici, o comunque facendo finta di adeguarsi alle aspettative della società, furono spesso lasciate in pace e sopravvissero.
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Testo originale: Lesbians and the Third Reich