Scorazzando tra gli archivi lesbici di storia al femminile
Articolo pubblicato sul sito della New-York Historical Society (Stati Uniti) il 4 febbraio 2019, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Nel novembre del 1973 la Gay Academic Union (GAU) tenne la sua prima conferenza al John Jay College di New York. Prodotto del fermento intellettuale e di azione che seguì la rivolta di Stonewall (1969), la GAU aveva un duplice obiettivo: difendere gli accademici omosessuali e incoraggiare la ricerca sulle tematiche LGBT in un ambiente, quello dei college e delle università, spesso omofobo in maniera virulenta. Anche Deb Edel e Joan Nestle, che presto avrebbero fondato i Lesbian Herstory Archives (Archivi lesbici di storia al femminile), parteciparono alla conferenza.
In quel periodo Deb studiava per il dottorato in un programma “serale” della facoltà di psicologia alla New York University, mentre lavorava full-time come psicologa educativa. Non si ricorda più come abbia sentito per la prima volta della GAU; comunque, ricorda che la conferenza coincise con la fine della relazione con la donna che stava frequentando. Ritrovandosi con “un sacco di tempo libero” a disposizione, Deb andò alla conferenza.
Anche la futura fidanzata di Deb, Joan Nestle, era alla conferenza. Docente di scrittura creativa del SEEK Program al Queen’s College, Joan “aveva abbandonato” il suo programma di dottorato in inglese alla New York University qualche anno prima, dopo che il suo consulente si era rifiutato di farle scrivere la dissertazione sul poeta Langston Hughes, ora nel canone della Harlem Renaissance. “Langston chi?” le aveva chiesto.
Dopo la conferenza, Deb e Joan participarono ad un gruppo di autocoscienza organizzato dalle donne della GAU, che si incontravano separatamente dagli uomini dell’associazione. Per caso finirono nello stesso gruppo, che discuteva della precarietà delle fonti che documentavano il desiderio lesbico nella storia e del disinteresse delle biblioteche e degli archivi nel raccogliere materiale contemporaneo relativo al movimento femminista lesbico e a quello di liberazione gay.
L’idea dei Lesbian Herstory Archives nacque da queste conversazioni. “Ci siamo fatte carico degli Archives non come un progetto a breve termine” annunciava due anni dopo il primo bollettino, “ma come un impegno a riscoprire il nostro passato, controllare il nostro presente, e dialogare con il nostro futuro”.
Nel momento in cui veniva battuto a macchina questo bollettino, gli Archives consistevano in alcune confezioni di latte conservate nell’appartamento di Joan nell’Upper West Side. Avendo bisogno di un posto per la collezione, il fatto che Joan dividesse l’appartamento con un cane e che di lì a poco avesse adottato dei gatti, non squalificò comunque la sede. Anche se fossero sorti intoppi, non avrebbe comunque contemplato l’idea di sbarazzarsi degli animali. Senza la coabitazione di cani, gatti e documenti d’archivio “gli Archives non avrebbero avuto una casa”.
Nei due decenni successivi la collezione riempì gradualmente l’appartamento di Joan, prima di essere ricollocata in un palazzo tutto suo all’inizio degli anni ’90. In tutto, mentre gli Archives erano nell’appartamento di Joan, vissero lì due cani e quattro gatti. Più o meno nel 1976, Deb si trasferì da Joan portando con sé Eugene, come Eugene McCarthy, un calico [razza felina, n.d.t.] arancione.
Eugene era un “anziano gentiluomo” e non aveva mai incontrato “un altro gatto, né un cane” prima di trasferirsi nell’appartamento di Joan. Nella loro nuova casa, Eugene incontrò Denver, il grosso e soffice cane “con tendenze lesbiche” di Joan. Nonostante le riserve di Eugene, i due nuovi “fratellastri” andarono d’accordo.
Poco dopo nel New Hampshire, dove Deb aveva una casa per le vacanze, lei e Joan adottarono altri gatti. Per primo, un secondo calico arancione con la pancia bianca, che chiamarono Rocky, dal Rocky Bound Pond nel New Hampshire. Adottarono anche il “piccolino della famiglia”, Squinch, un micetto bianco a righe grigie. Il nome di Squinch veniva da un gioco di carte che Margaret Mead aveva insegnato alla madre di Deb, May, anche lei antropologa. Deb ricorda Rocky e Squinch come gatti dolci e gentili, che, nella loro nuova casa, si unirono con gioia a Eugene e Denver.
Nel gennaio 1976 Joan e Deb aprirono le porte del loro appartamento alle donne che volevano consultare la collezione, che cresceva costantemente. Le prime fotografie degli Archives mostrano spesso animali domestici assortiti che oziano vicino ai tavoli, appollaiati sugli schedari, o che frugano curiosi negli scaffali.
Joan ammette che gli archivisti tradizionali, avrebbero potuto “sussultare” alla vista di Rocky “sbirciare dalla libreria della piccola stanza dove iniziò tutto”, o ascoltando la storia di quando Fred (un altro piccolo “compagno arancione” adottato negli anni ’80) “cadde dietro uno dei cassetti dello schedario” e dovette essere salvato da una visitatrice danese, armata di un piccolo cestino con del cibo.
In ogni caso, questi animali domestici giocarono una parte importante nella costruzione degli Archives negli anni ’70 e ’80, mentre scorrazzavano per una collezione d’archivio che si vantava della sua distanza dall’“elitarismo degli archivi tradizionali”, per citare “Notes on Radical Archiving from a Lesbian Feminist Perspective” (Note sull’archivismo radicale scritte da un punto di vista femminista e lesbico), un articolo che costituisce il fondamento dei princìpi che ancora guidano lo sviluppo della collezione.
Dopo quasi vent’anni, finalmente, i Lesbian Herstory Archives si trasferirono in una sede permanente: un edificio costruito in calcare a Park Slope, acquistato con il denaro raccolto attraverso una campagna di donazioni della comunità. Nonostante i decenni passati a Brooklyn, l’appartamento di Joan e Deb ha ancora uno status quasi mitologico nella storia dei Lesbian Herstory Archives, aderenza ad un passato assicurato dal modo in cui l’Archivio rimane radicato nella visione politica che ha plasmato la sua fondazione negli anni ’70.
Gli Archives, per esempio, continuano ad essere gestiti da un comitato di volontarie che prende decisioni previo consenso. Gli Archives accettano ancora donazioni di materiale da chiunque si identifica con il termine “lesbica”, indipendentemente dai tradizionali indicatori di importanza storica.
Comunque, non si permette più agli animali domestici di girovagare per l’archivio, viste le preoccupazioni del tutto ragionevoli circa l’accessibilità dell’edificio per le persone con allergie e la conservazione dei documenti. La storia di questi “ospiti” degli Archives, come ha fatto notare Joan, è “semplicemente uno dei tanti momenti della nostra storia” e “la nostra storia con questi esserini [fa] parte della nostra storia lesbica”.
Testo originale: Cats in the Archive