Se c’è qualcuno che deve implorare misericordia, non sono le persone LGBTQ
Riflessioni di Jamie Manson pubblicate sul settimanale cattolico National Catholic Reporter (Stati Uniti) il 20 gennaio 2016, liberamente tradotte da Cinzia Papagna
A me sembra che la misericordia non sia la porta che bisogna aprire alle persone LGBTQ. La misericordia è un atto d’amore, di compassione e di servizio reso a chi pecca o è in qualche modo tormentato. Le persone LGBTQ, le relazioni omosessuali e le persone transessuali non sono peccati o sofferenze.
[…] La verità è che i gay e le lesbiche non hanno bisogno di misericordia per il fatto che si innamorano di una persona dello stesso sesso. I miei amici transessuali non hanno bisogno della misericordia della Chiesa per sforzarsi di diventare le persone che essi credono Dio abbia destinato che fossero. Le coppie LGBTQ non hanno bisogno del perdono per il fatto di avere relazioni d’amore. Questi non sono peccati. Non c’è nulla da perdonare.
Se le persone LGBTQ hanno bisogno di misericordia e perdono, è per ragioni che non sono diverse da quelle per le quali gli eterosessuali hanno bisogno di misericordia, come ad esempio non riuscire ad essere generosi e pazienti, non riuscire ad essere d’aiuto, rispettosi, premurosi, caritatevoli o leali.
Il paradosso è che se qualcuno deve chiedere perdono, questa è la gerarchia cattolica. La Chiesa istituzionale dovrebbe chiedere perdono alla comunità LGBTQ per il fatto di non far sentire la sua voce quando siamo uccisi, picchiati o imprigionati, quando ci vengono tolti il nostro lavoro e i nostri mezzi di sostentamento, quando ci viene negato l’accesso al banchetto eucaristico di Gesù, quando tentano di fermare i nostri sforzi per l’uguaglianza legale e quando promuovono insegnamenti che ci allontanano dalla nostra fede, dalle nostre comunità, dalle nostre famiglie e, in alcuni casi, persino dai nostri amati compagni/e.
Le persone LGBTQ non hanno bisogno della misericordia da parte della Chiesa. Hanno bisogno di giustizia. Hanno bisogno di una Chiesa istituzionale che abbia il coraggio di ammettere che tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, dalla situazione della relazione o dall’identità di genere, hanno lo stesso potenziale di bontà, di integrità e di vita sacramentale.
Fin quando non verrà quel giorno, non raggiungeremo una vera dignità e una completa uguaglianza all’interno delle nostre Chiese.
Testo originale: Quote of the Day