Se Cristianesimo e omoaffettività comunicano. Esperienze e testimonianze
Riflessioni di Emanuele Macca e Emanuele Crociani
Si è svolto sabato 3 (giugno 2023 a Pavia) presso la So.Crem., ente morale di cremazione che ospita il circolo culturale Santa Teodolinda, un incontro dove si è raccontata la situazione delle persone LGBT+ nelle realtà cristiane con due testimonianze, quella di Emanuele Macca per la realtà cattolica e quella di Emanuele Crociani che, provenendo dal Movimento dei Focolari nella Chiesa Cattolica, ha poi aderito con serena consapevolezza alla Chiesa Battista, mantenendo il dialogo con le realtà cattoliche che aveva frequentato.
Sono venuti anche Don Gianluca Carrega che ha raccontato la sua esperienza tenace di delegato per la pastorale LGBT+ nella Diocesi di Torino e la pastora valdese di Milano Daniela Di Carlo, esperta di teologia queer, che è anche coordinatrice della Commissione Fede, Genere e Sessualità delle Chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi, tre chiese protestanti che condividono assieme il percorso di inclusione delle persone LGBT.
A moderare Marta Ghezzi del circolo Santa Teodolinda.
Emanuele Macca, partendo dalla storia della conversione di Mary Griffith, madre di un ragazzo che si tolse la vita per la mancata accettazione della propria identità per motivi religiosi, e narrando la rielaborazione del lutto e del senso di colpa della madre, ha sottolineato come essa abbia poi voluto incontrare sulla propria strada tante altre persone LGBT considerandole figli da amare. Ha citato poi la figura di Ferruccio Castellano, ragazzo cattolico nato nelle valli valdesi che ha trovato accoglienza presso il campo valdese di Agape e poi da Don Luigi Ciotti presso il Gruppo Abele.
Emanuele Crociani ha raccontato la sua ricerca spirituale per armonizzare cristianesimo e omosessualità inizialmente nel mondo cattolico e poi in quello protestante, ha poi voluto sottolineare la sensibilizzazione costante che viene operata nella sua chiesa battista da parte dei pastori con la collaborazione delle persone LGBT, rivolta a tutta la comunità, anche tramite il culto domenicale contro l’omobitransfobia.
Don Carrega ha narrato le vicissitudini complesse con cui tale pastorale è nata nella propria Diocesi; ha però capito che mettersi in ascolto del vissuto dei cristiani LGBT è un’esperienza arricchente per tutti: mentre si pensava di concedere qualcosa ci si è ritrovati in realtà molto più ricchi, come avviene in tutti gli scambi davvero evangelici; ha colpito la determinazione di chi pur avendo ricevuto marginalizzazione nella propria Chiesa, abbia voluto custodire la relazione con essa conscio di poter essere per essa risorsa.
La pastora Di Carlo ha chiuso parlando del percorso di inclusione delle chiese valdesi, iniziato con i campi gay presso il centro Agape e che ora prosegue con le benedizioni delle coppie omosessuali. Facendo alcune riflessioni teologiche e pastorali esorta le Chiese a non pensare di dover generare figli ma parentele, aprendosi così ad ogni tipo di marginalità contingente (che nella storia hanno vissuto in primis le stesse comunità valdesi). Ha sottolineato che non esiste cristianesimo se vi sono marginalizzazioni, perché Cristo privilegiava gli emarginati nella sua predicazione.
Con questo incontro si è così sottolineata la dimensione ecumenica del movimento dei cristiani LGBT che, avversando una interpretazione letteralista della Bibbia che causa omofobia e marginalizzazione, pur nella continua appartenenza alle proprie Chiese, si danno sostegno e forza reciproca.