Sentirsi donna in un corpo di uomo. Il test della vita reale
Pochi giorni dopo, mentre ero via, (ndr il mio capo) ha incontrato i miei colleghi e ha spiegato loro cosa stavo facendo. Ha inoltre informato il nostro supervisore, ma non la direzione generale dell’ospedale, né le risorse umane.
Il giorno successivo è stato il primo giorno del mio “test della vita reale”. Non sapevo quello che avrei trovato arrivando al lavoro. Infatti tutto era calmo. Quel giorno, non mi sono toccati commenti o osservazioni da parte dei miei colleghi. Tutto è andato come se niente fosse accaduto. Successivamente, solo due di loro mi hanno fatto alcune domande. Da quel momento, ho potuto iniziare ad abbellire lentamente il mio guardaroba. Ma sia nella mia vita privata che professionale, tutto è rimasto sempre molto equilibrato e tradizionale. Durante i mesi che seguirono, un sacco di gente mi ha detto che gli piaceva il mio modo di vivere il mio cambiamento “discreto e non provocatorio.”
Un’amica della mia insegnante di espressione fisica, che ha una profumeria mi ha insegnato a truccarmi. Mi ha accolto a braccia aperte e ha capito perfettamente le mie esigenze. Mi ha insegnato a fare un trucco discreto e di buon gusto che mi piace, che mi si confà, e che è esattamente quello che mi serve a livello professionale. Mi ha insegnato molte cose e dopo tutti questi anni, mi fa sempre molto piacere andare a fare acquisti da lei.
Dopo un po’di tempo, la direzione generale dell’ospedale si è accorta che stava succedendo qualche cosa. Nel corso di una riunione, uno dei suoi membri ha chiesto al mio capo chi era quella donna che era tale e quale al signor tal dei tali. Il mio capo ha spiegato quello che era successo e la questione è stata chiusa (sempre senza una sola riga scritta).
Quattro mesi dopo l’inizio del mio test della vita reale, ho posto la questione dell’operazione al mio psichiatra. Ha accettato di scrivere la relazione di cui avevo bisogno per fissare un appuntamento con un chirurgo.
In Svizzera ne conoscevo due. Uno di loro, il dott. Daverio è molto accessibile ma è molto costoso e un altro, il dott. Kuenzi, lavora presso l’ospedale universitario a Zurigo e aveva operato molte amiche. Quando ho incontrato il dott. Kuenzi, il contatto è stato molto diretto e molto franco, nonostante la barriera linguistica (parla per lo più tedesco).
Mi ha subito tranquillizzato sui rischi dell’operazione, sul fatto che il successo complessivo non era garantito, ecc. Confesso che mi è subito piaciuto. Il dott. Daverio era molto più lontano, anche fisicamente. Fondamentalmente, il suo discorso è stato “lasci che mi prenda cura di tutto io.”
Il vantaggio era che aveva una reputazione eccellente, lavorava accanto a me, e i tempi di recupero erano molto più brevi. Lo svantaggio è che era estremamente costoso e che io avrei dovuto pagare una grossa somma da sola poiché la mia assicurazione non copriva tutto.
Alla fine ho deciso per il dott. Kuenzi, ho apprezzato la sua franchezza e immediatezza. Un appuntamento è stato fissato per il mese di marzo, quasi 10 mesi dopo l’inizio del mio “test della vita reale”. E’ a quel punto che ho finalmente contattato le risorse umane, dato che sarei stata assente per tre mesi, durante i quali avevo intenzione di essere pagata!
A quel punto ho dovuto confrontarmi con il capo servizio che si chiedeva se era veramente obbligato a pagarmi durante questa assenza (che era una assenza per malattia come un altra). Poiché era un mio diritto, dopo tre settimane, si è dovuto rassegnare .
Così sono andata a Zurigo con il cuore leggero. Il momento del risveglio è stato straordinario, nonostante i drenaggi, le flebo e tutte le attrezzature che mi circondavano. Quel momento è stato e rimane uno dei più belli della mia vita. Sono rimasta tre settimane in convalescenza poi sono ritornata.. Dopo tre mesi, ho ripreso a lavorare. Avevo 37 anni.
Testo originale: Real life test