Sentirsi donna in un corpo di uomo. La mia infanzia
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Mi ha segnato in modo tale che mi ricordo esattamente dove è accaduto e le circostanze precise. Poiché era inutile tentare di dire qualunque cosa ai miei genitori, ho dovuto tenere per me quello che sentivo. E mi sentivo assolutamente sola con me stessa, abbandonata dagli altri, senza nessuno con cui parlare.
Come molte altre bambine transessuali, ero una bambina picchiata. Ma la prima è stata mia madre. Mio padre era il suo fedele assistente e non mi ha mai protetto dalla sua violenza. Al contrario, la aiutava a picchiarmi ogni volta che glielo chiedeva.Mia madre ha fatto in modo di sottomettermi e di controllarmi da tutti i punti di vista, perfino nel mio linguaggio del corpo. E ci è riuscita. La conseguenza è che sono cresciuta senza nessuna sicurezza interiore, con una immagine nera di me stessa , completamente passiva, depressa e passavo il mio tempo a cercare di indovinare i suoi desideri per prevenire o evitare le botte.
Molto più tardi, durante il mio cambiamento, mio padre ha ammesso di non avermi educato, ma raddrizzato. Naturalmente questo aspetto della mia infanzia ha giocato un ruolo enorme nella mia vita. Quando sono arrivata a scuola, ho cominciato a prendere delle botte, a farmi molestare e a farmi picchiare dai ragazzi. Come tante altre bambine transgender, mi sono ritrovata completamente sola, a volte di fronte ad una intera classe. Come molte altre, non ho potuto contare sull’aiuto dei miei genitori, né su quello degli insegnanti. E ‘durato, giorno dopo giorno, fino a circa l’età di 13 anni. Successivamente, gli attacchi erano infrequenti. Ma l’ultimo l’ho subìto quando avevo 18 anni.Quando ero piccola, ho avuto molte amiche e stavo bene. Con la scuola ho iniziato a perderle senza capire cosa stava succedendo. Ma questo mi rendeva molto triste. Con l’inizio dell’adolescenza, lo sguardo delle ragazze ha iniziato a cambiare. Cercavano i ragazzi. Ma io non ero cambiata, ero sempre alla ricerca delle mie amiche e non riuscivo assolutamente a capire perché si allontanassero da me.
La mia solitudine non ha fatto altro che crescere. Non capivo cosa stava succedendo ed ero disperata. Mi sentivo veramente maledetta dalla terra intera. La mia pubertà è stata un orrore. Anche il mio corpo mi ha tradito! Cosa fare? Che cosa stava accadendo? A chi ne potevo parlare? Non capivo che cosa stava accadendo e non c’era nessuno ad aiutarmi.Ma mi piacevano molto i gioielli e non resistevo all’acquisto. Così, alla fine della mia adolescenza, avevo forato le orecchie, e portavo orecchini e anelli ogni giorno di più. Mi sono rifugiata nello studio, ma con difficoltà. Stavo troppo male per apprendere con facilità. Verso i tredici anni ho avuto modo di completare l’insuccesso scolastico. Anche dopo questo passaggio, ho sempre avuto problemi di apprendimento. Sono cresciuta con pensieri suicidi, abbandonici , emotivamente dipendente dai miei parenti e incapace di prendere il volo, anche dopo i miei studi.In nessun momento sono stata attratta da uomini. Non mi hanno mai interessato. Avevo una immagine molto negativa di loro. Erano stati loro che mi avevano molestata, aggredita, picchiata. Erano stati loro che non mi avevano protetto. Erano stati loro che non erano stati in grado di ascoltare,incapaci di rapportarsi con me. Erano loro totalmente incapaci della qualità del rapporto che avevo con le mie amiche. In breve, non avevano assolutamente niente per attirarmi.
Questo fattore ha probabilmente giocato un ruolo importante per il seguito della mia vita, nel senso che mi ha reso più difficile comprendere e accettare quello che provavo. Avevo 18 anni quando ho sentito parlare di transessualità per la prima volta da un articolo di giornale. Per la prima volta ho scoperto che non ero sola al mondo ad avere quegli stessi sentimenti.
Ma questo articolo era molto pessimista. Parlava di una persona che aveva dovuto ricorrere all’autolesionismo e l’autore era piuttosto negativo. Inoltre, non forniva alcuna informazione che avrebbe potuto essermi utile.
Ho finito per studiare ingegneria informatica, che mi dava una sicurezza dal punto di vista finanziario e che mi sembrava abbastanza astratta, tanto da non dovermi confrontare ancora più violentemente con il conflitto irrimediabile che vivevo ogni secondo tra il mio cuore ed il mio corpo. Non capivo che ero arrivata in un ambiente molto maschile, e non sempre aperto. Durante tutto questo tempo ho dispiegato sforzi disperati per soddisfare le attese della mia famiglia senza mai trovare la pace che cercavo.
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* Il mio nome è Marie-Noelle, vivo in Svizzera e ho 40 anni. Sono stata operata da qualche anno e vivo una vita tranquilla di donna normale. Dopo attenta considerazione ho accettato la proposta Lynn Conway di apparire sul suo sito, come una delle persone che ha effettuato con successo la transizione. Sono molto discreta e non ho nessuna voglia di farmi vedere in pubblico. Dubito che possa servire da esempio per chicchessia. Per contro, penso di avere maturato un’esperienza che ha un certo interesse e che mi permette di far meglio capire alle altre persone che cosa è la transessualità. Per questo motivo ho accettato di condividere la mia storia e la mia esperienza.
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Testo originale: Mon Historie. Mon enfance