Serbia: Gay Pride annullato, gli omofobi esultano
Il Gay Pride di domenica 20 settembre a Belgrado (Serbia) è stato annullato. Secondo l’agenzia BETA, gli organizzatori hanno deciso ieri (ndt 19 settembre 2009) di sospendere la manifestazione dopo essere stati informati dal Ministro degli Interni serbo che il corteo non si sarebbe potuto svolgere senza incidenti.
Poi, ha dichiarato alla TV B92 : «Un evento del genere da parte di una categoria sociale ‘emarginata‘, sul piano simbolico, deve tenersi nel centro della capitale».
Un’atmosfera ‘elettrica’
Il raduno gay doveva tenersi domenica 19 settembre 2009 alle 11.00 davanti alla facoltà di filosofia , nel cuore della città di Belgrado. La tensione e il nervosismo delle autorità erano evidenti da parecchi giorni, o meglio dall’aggressione di giovedì sera ,quando, nella capitale serba, la vittima è stata un sostenitore di calcio di nazionalità francese, Brice Taton, gravemente ferito da sostenitori della squadra del Partizan Belgrado.
Le autorità serbe avevano ritenuto l’aggressione fisica contro il cittadino francese un preparativo a quello che potesse accadere durante il Gay Pride, la cui preparazione ha suscitato l’opposizione dei movimenti ultranazionalisti e moltiplicate una serie di minacce verso la comunità gay durante l’intera settimana.
Le autorità serbe, con il Presidente Boris Tadec in testa, avevano avvertito venerdì scorso i possibili fautori di quelle minacce. Il Ministro degli Interni serbo, Ivica Dacic, ha addirittura qualificato l’atmosfera di Belgrado ‘elettrica’.
Gli ultranazionalisti serbi sfidano l’Unione europea “che sostiene gli omosessuali”
Come gesto di sfida, il gruppo ultranazionalista del Movimento popolare serbo 1389 (la cui sigla in serbo SNP) aveva annunciato la volontà di organizzare per domenica 20 settembre una ‘festa popolare serba’ aperta a ‘persone non deviate sessualmente’ davanti alla facoltà di filosofia di Belgrado, proprio nel luogo in cui doveva aver inizio il Gay Pride. Ma questo raduno del SNP ha attirato solo poche decine di persone.
Un altro gruppo ultranazionalista, Nasi ( I nostri) ,ha considerato la cancellazione del raduno gay «l’inizio della fine per tutti coloro che, da anni, infangano la Serbia ed insultano la Chiesa ortodossa serba ed i suoi fedeli».«Le classi dirigenti dell’UE e degli USA ,che sostengono gli omosessuali, devono sapere che non vi sarà corteo del Gay Pride in Serbia finché vi saranno Serbi ortodossi».
Il primo raduno pubblico dei gay serbi si era concluso con scontri di violenza a Belgrado nel 2001. Le forze dell’ordine serbe non riuscirono a contenere gli aggressori ultranazionalisti , ai quali si erano aggiunti i sostenitori di squadre calcistiche e dei naziskin.
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