Servire è Regnare. Gesù lava i piedi ai suoi e… a noi
Riflessioni bibliche di don Fausto tenute al ritiro online del Progetto Giovani Cristiani LGBT “Dal Buio alla Luce: Servire è Regnare” (4 Febbraio 2021)
In quell’ultima cena Gesù lava i piedi ai suoi. La scena è descritta nei minimi dettagli, passo passo. Neppure un gesto perduto. Tutto è descritto perché chi ascolta possa raffigurarsi non tanto i gesti di Gesù, quanto attraverso i gesti del suo corpo messo a nudo, esposto, donato, possa vedere l’atteggiamento interiore di Gesù; uno ad uno i “gesti” del suo cuore.
Tutto è descritto minuziosamente, perché quei gesti si sono impressi nell’anima di chi li aveva osservati ad occhi sgranati per la meraviglia, senza capire cosa stesse accadendo davanti ai suoi occhi. Gesù si mette a nudo, si rivela, si mostra, quasi una ostensione; anticipo della esposizione, nudo, sulla croce; donato nell’amore “fino alla fine”.
Si alza da tavola… depone le vesti, si cinge degli abiti del servo. Quello è il suo atteggiamento interiore, la sua modalità di essere alla quale seguirà l’agire del chinarsi, lavare, morire in croce. Tutto della sua persona partecipa a pieno, totalmente integrato, in armonia; tutto è investito, compromesso nella spendersi per amore. La sua signoria è totale! La sua regalità – quella della corona di spine – è nel suo cuore, nelle fibre del suo corpo, nei suoi atteggiamenti delicati, eppure fermi ed esigenti verso gli apostoli; è nel tocco delle sue mani, che vibrano esprimendo tutto il suo cammino interiore di unificazione del sé e di apertura al Padre, nella accoglienza e nella compassione verso gli altri.
Gli occhi sgranati di discepoli oggi sono i nostri, perché già assaporiamo di poter vedere in lui diventare possibile il nostro cammino esistenziale, la nostra unificazione personale; tutto può essere orientato allo sgorgare della vita dalla sorgente spirituale che il Padre ha posto in ciascuna e ciascuno di noi. È il cammino di una vita, non serve perfezione, ma nella fiducia che il Signore aggiunge sempre quanto manca. Passo, passo.
Gesù poi riprenderà le vesti alla fine del suo servire: è il gesto che preannuncia la risurrezione. È la vita nuova, cinta della veste dell’amore; la vita unificata dall’amore, liberata per amore.
Gesù era rivestito solo dell’asciugamano, la veste che dice quale Messia vuole essere, in che modo sarà Salvatore. È la veste nuova di ogni suo discepolo disposto a “mettere in pratica l’esempio” ricevuto, come dice Gesù stesso ai suoi quella sera. E a noi oggi, ogni giorno. È l’abito di chi ama, serve, cammina verso il regno.
Chissà quali odori avrà sentito Gesù chinandosi sui piedi degli Apostoli? Chissà quale polvere, chissà quale fango?! Ne saranno rimasti i segni nella asciugamano: ombre, macchie, acqua, sporcizia. Tutto amato, tutto mondato! L’asciugamano segno del servizio, veste del servo, rappresentazione visibile del cuore di Gesù. Anche nel nostro povero cuore alcune esperienze lasciano traccia; sono le occasioni in cui abbiamo vissuto un servizio al bene e alla vita di altri; una traccia che sarà costata tanto; avrà richiesto rinunce e scelte forti; una traccia che avrà aperto un percorso, generato una consapevolezza, impresso una stile nuovo di vita e portato a risorgere, dopo la “morte” donando il proprio tempo e le proprie energie nell’amore all’altro, all’altra, così… gratis, generosamente.
Lasciamo che gli odori e i profumi, le immagini, le sensazioni di quelle esperienze importanti che ognuno può aver vissuto ora riemergano. Condensiamole in due parole. Due parole che ognuno potrà dire mentre si presenta; due parole che potrà anche scrivere nella stoffa bianca personale; due parole come la traccia sull’asciugamano che è la veste della vita nuova di ogni battezzato, una veste davvero regale perché solo l’amore è la potenza che cambia, trasforma e fa rinascere la vita propria e il mondo; a partire dal luogo in cui siamo stati posti a vivere, come seme nella terra.
> Le testimonianze del ritiro online “Dal Buio alla Luce: Servire è Regnare” (4-6 Febbraio 2021)