Sette diocesi spagnole sono state denunciate per aver proposto le terapie di conversione sessuale
Articolo di José Beltrán*, pubblicato sul sito cristiano Vida Nueva (Spagna) il 2 gennaio 2025. Liberamente tradotto dai volontari del Progetto Gionata
L’Associazione Spagnola contro le Terapie di Conversione (Asociación Española contra las Terapias de Conversión) ha presentato una denuncia contro sette diocesi spagnole per la presunta promozione di terapie di conversione sessuale attraverso il progetto “Transformados”. Le diocesi coinvolte sono le arcidiocesi di Madrid, Barcellona e Valencia, e le diocesi di Getafe, Alcalá de Henares, Málaga e Sigüenza-Guadalajara. La denuncia include anche nove persone fisiche e due piattaforme: “Media Salud Comunicación S.L.” e la “Fundación Nueva Evangelización para il XXI secolo”.
Il 30 dicembre 2024, l’associazione ha presentato un dettagliato rapporto di circa cento pagine alla Direzione Generale dei Diritti LGTBI del Ministero dell’Uguaglianza spagnolo, chiedendo l’avvio di un procedimento sanzionatorio ai sensi della cosiddetta Ley Trans (Legge 4/2023), in relazione a tredici eventi svolti in cinque regioni spagnole.
Sanzioni previste dalla legge
La denuncia accusa gli imputati di aver commesso una violazione amministrativa molto grave, come definito nell’articolo 79.4.d della Legge 4/2023, che proibisce la “promozione o pratica di metodi, programmi o terapie di avversione, conversione o contro-condizionamento” finalizzati a modificare l’orientamento sessuale, l’identità sessuale o l’espressione di genere delle persone, indipendentemente dal consenso delle stesse o dei loro rappresentanti legali. Tali infrazioni sono punibili con multe da 10.001 a 150.000 euro.
In alcuni casi, si contesta anche la violazione dell’articolo 79.4 che riguarda la “convocazione di spettacoli pubblici o attività ricreative” mirate a incitare comportamenti classificati come gravi o molto gravi.
Avvertimenti dal Vaticano
Come riportato da Vida Nueva, quattro anni fa la Santa Sede ha condannato ufficialmente queste pratiche, con particolare attenzione alla situazione in Spagna. Inoltre, pochi mesi fa, papa Francesco, durante un incontro a porte chiuse con diversi vescovi spagnoli, ha espresso chiaramente il suo “no” alle terapie di conversione. Tuttavia, questi avvertimenti da Roma sembrano non aver avuto l’effetto desiderato.
La denuncia è il risultato di due anni di indagini condotte da Saúl Castro, presidente dell’Associazione Spagnola contro le Terapie di Conversione (Asociación Española contra las Terapias de Conversión). Il rapporto evidenzia come il progetto “Transformados” promuova la “guarigione” dell’omosessualità, associandola a traumi, stigmatizzando la comunità LGTBI e proponendo la castità come “soluzione”.
Si sottolinea che il discorso dei denunciati combina pregiudizi religiosi, linguaggio patologizzante e disumanizzante, e la promozione implicita delle terapie di conversione, creando un ambiente ostile per le persone omosessuali. In alcune attività, l’omosessualità viene definita come un “disturbo della sessualità” e le persone omosessuali come “degenerati sessuali”.
“Ritornare alle proprie origini biologiche”
Il documento descrive “Transformados” come un apostolato rivolto a persone con tendenze o attrazione verso lo stesso sesso, proponendo un percorso di conversione o cambiamento di vita per “ritornare alle proprie origini biologiche”, ossia diventare eterosessuali.
La metodologia di “Transformados” si basa su castità assoluta, incontro con Cristo e pratica religiosa quotidiana, con l’obiettivo di “sanare le ferite emotive” che avrebbero generato l’omosessualità. Le persone coinvolte vengono indirizzate verso due opzioni: formare una famiglia eterosessuale e abbandonare l’orientamento omosessuale, oppure vivere la propria sessualità omosessuale nella piena castità e astinenza.
Critiche alle “testimonianze di conversione“
Il rapporto critica anche la diffusione di “testimonianze di conversione” che suggeriscono falsamente la possibilità di “uscire” dall’omosessualità e dipingono la “vita gay” come pericolosa, triste, solitaria, immorale e dannosa. Si accusa chi propugna questa iniziativa di ingannare il pubblico, facendo credere che sia possibile modificare l’orientamento sessuale seguendo i precetti proposti.
Documentari e attività correlate
Tra le attività promosse dal progetto, vi sono due documentari intitolati “Camino abierto” e “Transformados”, che secondo lo studio allegato alla denuncia, rafforzano gli argomenti del progetto.
La denuncia elenca anche i luoghi e le date in cui “Transformados” ha operato, tra cui la parrocchia Madre Maravillas di Getafe, la parrocchia Santa María Magdalena di Ciempozuelos, il monastero di Buenafuente del Sistal a Guadalajara, la chiesa del Corpus Christi a Barcellona e la parrocchia San Isidoro y Pedro Claver a Madrid.
In uno delle testimonianze riportate, un partecipante racconta di aver partecipato al programma televisivo “First Dates” per incontrare dei ragazzi, definendo poi questa esperienza come un “inganno del demonio” e spiegando di averlo fatto a causa del rifiuto della sua famiglia verso la sua sessualità. Inoltre, riferisce di aver pregato Dio per la guarigione di un nipote malato, sentendo una voce interiore che gli diceva: “Questa è l’unica opportunità che ti do”.
*José Beltrán è un giornalista specializzato in temi religiosi e direttore della rivista “Vida Nueva”.
Testo originale: “Siete diócesis españolas, denunciadas por practicar terapias de conversión sexual”