Sette ragioni perchè un cattolico dica “Si” al matrimonio gay
Articolo di Baroque et fatigué pubblicato sul sito Nouvel Observateur (Francia) il 5 gennaio 2013, liberamente tradotto da Sonia
“Baroque et fatigué”, è un blogger «cristiano, liberale e funzionale (si, lo so)» che spiega nel suo ultimo post perché non parteciperà alla manifestazione contro il matrimonio gay organizzata (a Parigi) … dal movimento “anti” (nozze gay) e la Chiesa cattolica.
Perché l’omosessualità così come la vediamo noi non ha niente a che fare… né con quella condannata dall’Antico Testamento, né con quella disapprovata con San Paolo.
1. Non si tratta di pederastia o di uno sfruttamento sessuale di schiavi come spesso accadeva nell’Antichità; non si tratta del puro e semplice appagamento dei bisogni sessuali o affettivi. Vediamo intorno a noi coppie omosessuali stabili, fedeli, che si amano, e che hanno una reale prolificità nella nostra società.
Ciò ci deve portare a cambiare la visione che noi abbiamo ancora troppo forte nei confronti delle persone omosessuali – molti di noi l’hanno già fatto, e che nessuno si senta accusato di omofobia – ma anche a rivedere il quadro legislativo che non permette di prendere in considerazione la loro situazione in maniera appropriata.
2. Perché nonostante questi cambiamenti, la Chiesa non ha cambiato… in modo considerevole il discorso che fa sull’omosessualità, che tratta nei documenti pubblicati dalla Santa Sede come nelle dichiarazioni di molti suoi sacerdoti, un discorso troppo spesso offensivo e che riflette agli occhi di molti di noi, una grande ignoranza sull’omosessualità, e l’insufficienza di riflessione su questo argomento.
Probabilmente sarebbe stato meglio che la nostra Chiesa non fosse stata coinvolta in questo punto del dibattito, prima di aver riflettuto profondamente sulla validità del suo insegnamento; tutti noi siamo responsabili dello stato dei fatti. Bisogna fare una distinzione tra la Verità che abbiamo intenzione di annunciare al mondo, e ciò che non è che una cattiva abitudine di pensare, una tradizione obsoleta.
È deludente che i media cattolici diano la parola a degli «esperti» la cui competenza è più che discutibile, come Philippe Ariňo (di cui il percorso personale è di tutto rispetto, ma che spiega l’omosessualità maschile come uno stupro, il che è molto riduttivo) o Tony Anatrella (che, per riassumere, riduce l’omosessualità ad un narcisismo e ad una immaturità affettiva, e che riflette una profonda ignoranza nella materia), e che in parallelo si interessa così poco agli studi di genere, ridicolizzati in una «categoria di genere» che esiste solo per quelli che hanno paura.
3. Perché l’espressione «intrinsecamento disordinato»… (è tipica del catechismo della Chiesa cattolica) di un atto sessuale tra due uomini o due donne, per quello che mi sembra, non ha niente a che vedere con la Verità, ma è tutta una questione di modi di pensare, di tradizioni alle quali possiamo rinunciare senza compiere peccato.
Non mi stancherò mai di ripetere questa citazione di François Mauriac: «Cristo, nei suoi insegnamenti, non si è mai preoccupato dei nostri gusti sessuali, non gli importa assolutamente niente di conoscere le peculiarità delle nostre inclinazioni.
Il suo bisogno, il suo terribile bisogno, che è lo stesso per tutti, è che noi siamo puri, e che rinunciamo alla nostra brama, qualunque ne sia l’oggetto.
La riprovazione del mondo per quanto riguarda l’omosessualità, e che è di ordine sociale, non offre nessuna comunanza con la convinzione che Cristo ha contro tutte le corruzioni, né con la benedizione che ricopre i cuori di coloro che sono rimasti puri: Beati undo corde quoniam videbunt ipsi Deum, (Beati quelli dal cuore puro, perché essi vedranno Dio). »
4. Perché la legge sul matrimonio per tutti… … sembra che contribuisca al bene comune. Permetterà alle coppie che desiderano dare un quadro giuridico alla loro unione di farlo nelle stesse condizioni degli altri.
Noi non abbiamo nessun motivo di giudicare a priori la loro unione come superficiale e non sincera. Non abbiamo alcuna ragione di negare a due persone dello stesso sesso di formare una coppia e di trasmettere il loro patrimonio nelle stesse condizioni degli altri, e di creare tra di loro la stessa solidarietà che può unire gli altri.
Quando si presenta il problema, non abbiamo nessun motivo di negar loro di crescere dei figli come gli altri. Il fatto di crescere un bambino, di essere il loro padre o la loro madre, non è mai stato in nessuna società sostanzialmente legato al fatto di aver partecipato al suo concepimento.
Non possiamo parlare di una menzogna (visto che il termine è profondamente offensivo) – o che i genitori single siano bugiardi, o che i genitori divorziati siano bugiardi, o che i genitori che adottano siano bugiardi, ciò crea molti bugiardi.
5. Perché gli argomenti presentati… da coloro che parlano della famiglia nucleare (o «di un papà, una mamma, uno o più bambini») come di un modello unico, esclusivo o insuperabile mi sembrano deboli.
La storia delle società umane mostra come questo modello non è più né «universale» né «naturale». La stessa Chiesa ha sempre riconosciuto la diversità degli stati di vita: matrimonio, celibato, vita consacrata al sacerdozio, vita religiosa comunitaria.
A tal riguardo, le coppie omosessuali non sembrano rappresentare un grande cambiamento; è sufficiente conoscerne alcune per cogliere quanto profondamente vivano come le coppie eterosessuali.
Come a voler preservare l’istituzione del matrimonio da questi cambiamenti: si dimentica troppo velocemente che non c’è tanto tempo, ci si sposa per iniziare una vita insieme a qualcuno che avete scelto – vita insieme caratterizzata dal dominio di una dei due sull’altro (non credo che ci fossero un tempo grandi manifestazioni contro il matrimonio così com’era).
Quanto è possibile giudicare dall’esterno quale tra il matrimonio eterosessuale e quello tra due persone omosessuali oggi sia il più lontano dall’ipotetico modello di unione cristiana? Mi sembra che questa sia una domanda che meriti di essere fatta.
6. Perché la procreazione medicalmente assistita (PMA)… e la maternità surrogata sono dei problemi ben distinti da quello del matrimonio uguale per tutti.
Se la Chiesa non riconosce la maggior parte delle forme di procreazione medicale assistita come moralmente accettabili, è per alcune ragioni che implicano tanto le coppie eterosessuali quanto quelle omosessuali.
Sarebbe stato rilevante mettere un milione di persone in strada quando la fecondazione in vitro (e la produzione di embrioni sovrannumerati a cui ahimè è associata) è stata autorizzata per gli eterosessuali: è strano preoccuparsene solo ora, cioè nel momento in cui anche le coppie omosessuali possono averne accesso (anche se io non conosco tutte le pratiche intraprese dai cattolici per combattere questa pratica).
Per quanto riguarda la maternità surrogata, non è ora legale in Francia, tanto per le coppie eterosessuali che omosessuali. In breve, se esiste un rischio di riconoscimento di un «diritto al figlio», è un problema globale, è il problema di tutte le coppie, che siano omosessuali o eterosessuali, e stigmatizzare le coppie omosessuali come necessariamente «egoiste» per il loro desiderio di avere un bambino è ingiusto e ingannevole.
7. Perché credo che le coppie omosessuali sono… come tutti noi, chiamati alla santità, e avendo la possibilità di sposarsi si sentono sempre amati, felici e fedeli, ciò per cui un cattolico, per quello che mi sembra, non può che gioire.
Permette loro di fare delle scelte, non è andare contro i nostri genitori ed educatori: non ha niente di contraddittorio con le scelte che abbiamo fatto, per quanto diversi possano sembrarci.
Per tutti questi motivi, come cattolico, mi sembra impossibile manifestare … e mi permetto di farvi una proposta alternativa: pregare perché, qualora la legge venga approvata, le coppie omosessuali che scelgono di sposarsi civilmente siano trattate nel miglior modo possibile.
Testo originale: Sept raisons, pour moi catholique, de ne pas m’opposer au mariage gay