Siamo donne e uomini transessuali, siamo persone come le altre
Articolo di Beth Prystowsky pubblicato sul blog Ups And Downs Of A Yoga Mom (USA) il 26 Ottobre 2015, liberamente tradotto da Michele Damiani
Meggan Sommerville è una scrittrice e amica che ho avuto la fortuna di conoscere alcuni anni fa. Ultimamente ha vinto una lunga causa contro il suo datore di lavoro Hobby Lobby e sono entusiasta di condividere con voi il dibattito con una persona intelligente, determinata e interessante.
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A che età ti sei resa conto che appartenevi al sesso sbagliato? Be’, dal mio punto di vista non sono mai stata del sesso sbagliato, mi sono sempre sentita una ragazza. Ora, l’aspetto dentro al quale c’era la ragazza e ciò che il mondo vedeva sono storie diverse. Il genere sessuale non è il corpo nel quale siamo nati, ma è l’anima di quello che siamo dentro. Nulla è più vero del detto che non si può giudicare un libro dalla sua copertina .
Quando avevo tre o quattro anni, mi resi conto che l’aspetto esteriore e il ruolo che mi ritrovavo erano diversi da ciò che iniziavo a provare interiormente. Nei primi anni settanta, quando il tempo era incerto, i ragazzi giocavano spesso a fare recite in casa ed io e mio fratello ci ritrovavamo con due ragazze del vicinato. Non avrete mai idea di quanto desiderassi recitare la mamma o perfino la figlia in questi giochi di ruolo.
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A che età hai deciso di cambiare sesso? Lo desideravo da quando avevo 16 anni circa, ma ho preso la decisione a 40.
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Com’è cambiata la tua vita da quando hai scelto di vivere come donna? Prima del cambiamento mi sembrava di condurre una doppia vita. Con il passare del tempo diventava sempre più difficile essere in pubblico la persona che ero obbligata a essere.
Come ragazzo sapevo di essere diverso, ma trovavo più facile nasconderlo allora. Una volta adulto, l’ansia aumentò poichè c’era una separazione tra ciò che provavo, cioè la persona che aveva questo bisogno intenso ed interiore di esistere e l’apparenza esteriore che tutti vedevano.
A casa potevo levarmi l’abito da uomo che indossavo quotidianamente, sciogliermi i capelli (letteralmente), farmi bella e rilassarmi, ma il più delle volte erano momenti di vita brevi. Negli ultimi anni vissuti come Mark, cercando di esistere secondo la mia personalità autentica che si stava liberando, mi arrabbiavo spesso ed ero distante o semplicemente insensibile a ciò che succedeva attorno a me, in più avevo perso la capacità e la voglia di tenere il segreto.
Attualmente, mi occupo dei miei ragazzi. Mio figlio ed io ci teniamo compagnia allegramente mentre con mia figlia mi avventuro nelle spese d’abbigliamento. Quel periodo di cinque o sei anni fa non avrebbe mai dovuto esserci.
La vita è dura indipendentemente da chi sei o dal genere sessuale con cui ti identifichi. Quello che rende la vita sopportabile è vivere autenticamente e, pretendere che qualcuno sia ciò che non è, va oltre la crudeltà. La pressione mentale, fisica e lo stress indotto a una persona è inimmaginabile se non ci sei passato.
Molti uomini, donne e giovani trans hanno difficoltà perfino dopo il cambiamento. Precisamente, da un triste sondaggio risulta che quasi il 90% di detta popolazione si scontra con qualche forma di discriminazione, molestia o abuso verbale e/o fisico all’interno del luogo di lavoro. Per oltre cinque anni, fin dal primo giorno di lavoro come Meggan, ho affrontato la discriminazione nell’ambiente lavorativo. L’essere trattata come le altre donne del negozio è stato un percorso lungo e faticoso. Sono fortunata ad avere la legge dalla mia parte, ma è solo un atto legale.
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Cosa desideri che gli altri comprendano riguardo gli uomini e le donne transessuali? Che siamo solo come qualsiasi altro
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Che ne pensi del cambiamento di Caitlyn Jenner e di come viene descritta la notizia dai media? Ero a conoscenza della sua transessualità prima dell’annuncio pubblico e, quando si dichiarò, ebbi la sensazione che l’importanza di certe battaglie che affrontava tendesse ad aumentare. Esaminai le argomentazioni anni fa, probabilmente molto prima che la maggior parte dei media comprendesse veramente ciò che lei stava facendo allora.
Erano le stesse tappe che intrapresi in quel periodo in cui non avevo scelto di cambiare sesso e le consideravo come i passaggi che una donna trans intraprende per sentirsi a proprio agio nel corpo maschile nel quale è nata.
Sono un’po più critica di altri riguardo agli approfondimenti di alcuni servizi d’informazione. Francamente penso che la sua storia sia di valore commerciale. All’inizio, con l’assalto dei media, ero confusa. Da un certo punto di vista raccontava le stesse sfide che molti di noi avevano sostenuto ed è opportuno far conoscere a tante persone.
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Qual’è stata la battaglia più grande nel tuo vivere da donna? Ritengo che tutti gli individui transessuali si imbattono in sfide e ostacoli nel passaggio alle loro personalità autentiche. Ovviamente anch’io ne ho avuti. Per ultimo il mio matrimonio, con tutto il difficile bagaglio emozionale che comporta. Ho affrontato le barriere dogmatiche all’interno delle chiese che ho frequentato e, credetemi, da cristiano quale sono, non è stato facile. Ma tali difficoltà vanno e vengono.
Senza dubbio, la battaglia più importante, è il calvario in corso che è iniziato immediatamente dopo il mio cambiamento. Sono rimasta desolata quando il mio datore di lavoro mi ha vietato di utilizzare la toilette per le signore. Il fatto che costui mi negasse quel bagno, a differenza di tutte le altre donne del negozio, nonostante la mia documentazione e assistenza sanitaria mi identifichino come femmina, è tuttora qualcosa che non riesco a comprendere.
Una disavventura che mi ha sottoposto all’attenzione pubblica facendomi diventare un termine di ricerca su Google. Il divieto mi ha costretto ad attendere la pausa pranzo per recarmi in un altro luogo dove poter usufruire del servizio igienico oppure rifiutare definitivamente la mia identità e utilizzare la toilette degli uomini.
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Questo è terribile, Meggan. Qual’è stata la fortuna più grande? Vivere autenticamente è stata una benedizione. Mi mancava da quarant’anni. Per tanto tempo ho nascosto chi sono e in questo modo mi ero allontanata dalle persone che mi circondavano.
Le amicizie attuali e il rapporto che ho con i miei ragazzi e con i miei genitori sono più solidi che mai. Sono molto fortunata ad avere genitori che mi hanno sostenuto per quello che sono. Hanno bisogno di tempo per adattarsi alla nuova situazione, per confrontarsi con la perdita del loro figlio e conoscere la loro figlia, ma tutto sommato il loro affetto continua. Quando sei profondamente onesto, le battaglie non le affronti convenendo a ciò che il mondo pretende che tu sia e diventa più facile occuparsi di un sacco di altre cose.
Grazie mille Meggan. Ho appreso molto e spero che per gli altri sia lo stesso.
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* Beth Prystowsky è una madre che si impegna a far crescere i suoi bambini con sentimenti di accoglienza, in un mondo caotico.
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Testo originale: An interview with my transgender friend