“Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi” (Marco 12:35-37)
Riflessioni bibliche di Mauro Leonardi*, prete e scrittore
Per credere a Gesù ci vuole autenticità di vita: chiamare le cose con il proprio nome, a partire da se stessi. Davide chiama Dio Signore perché solo Gesù può chiamarlo Padre. Ma c’è di più: Davide riuscì a unificare una nazione ma questa sua vittoria, come tutte le cose umane, ebbe dei limiti ed una conclusione. Gesù, invece, Amore incarnato, donandosi per la nostra salvezza, ha ottenuto che tutta l’umanità potesse chiamare Dio Padre e potesse ricevere, per adozione, la vita che Egli vive di diritto nella Trinità.
Dal Vangelo secondo Marco 12:35-37
In quel tempo, Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: «Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi. Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?». E la numerosa folla lo ascoltava volentieri.
* Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e da allora abita a Roma. Passa molte ore della sua giornata a fare il prete e predilige costruire ponti piuttosto che innalzare muri. Da anni scrive racconti, articoli, saggi e libri che ruotano intorno al rapporto tra l’uomo e Dio. Autore del blog Come Gesù. Abelis (Lindau) è il suo ultimo romanzo. I volontari del Progetto Gionata lo ringraziano per aver voluto condividere con noi queste sue riflessioni sulla Parola.