“Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto…” (Matteo 8:5-11)
Riflessioni bibliche di Mauro Leonardi*, prete e scrittore
Cattolico significa universale. La resurrezione della carne che viene “provata” ai sadducei, perché Gesù stesso dice che nelle Scritture il Padre è chiamato “Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe”, non è, però, realtà di un solo popolo, ma di tutti i popoli: come non ci sarà più un monte specifico per adorare Dio, così non ci sarà né lingua, né confine: la filiazione divina dispiegherà, grazie al sacrificio di Cristo, la sua piena azione benefica estendendosi a tutti i confini della terra.
Dal Vangelo secondo Matteo 8:5-11
In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò». Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fa’ questo, ed egli lo fa». All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
* Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e da allora abita a Roma. Passa molte ore della sua giornata a fare il prete e predilige costruire ponti piuttosto che innalzare muri. Da anni scrive racconti, articoli, saggi e libri che ruotano intorno al rapporto tra l’uomo e Dio. Autore del blog Come Gesù. Abelis (Lindau) è il suo ultimo romanzo. I volontari del Progetto Gionata lo ringraziano per aver voluto condividere con noi queste sue riflessioni sulla Parola.