Sinodo sulla famiglia, una valutazione a metà del percorso
Intervista a Luigi Sandri a cura di Claudio Paravati pubblicato su riforma.it, il settimanale delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi, il 16 ottobre 2015
Il Sinodo è iniziato il 4 ottobre e si concluderà il 25. Quali sono le linee portanti che emergono sinora? Riassumendo un dibattito variegato, si potrebbe forse dire che emergono due linee: la sincera volontà di lanciare parole di speranza alle famiglie cattoliche del mondo ma, anche, la difficoltà di prospettare soluzioni concrete a problemi complicati (come la poligamia in Africa) ed ai casi «difficili» che vedono un contrasto tra le norme ufficiali della dottrina cattolica vigente e le richieste di ascolto delle persone sofferenti..
Quali casi? Ne indicherei tre: l’Eucaristia alle persone divorziate e risposate (civilmente), le unioni civili, la contraccezione. Sul primo problema vi sono contrastanti opinioni tra i «padri»: alcuni ritengono che mai e poi mai sia possibile ammettere quelle persone («vivono in adulterio», afferma qualche cardinale) alla comunione, mentre altri la riterrebbero possibile, dopo un percorso penitenziale. Sull’omosessualità sembra invece che il Sinodo non voglia cambiare gran che rispetto allo status quo (rispetto per le persone, ma riaffermazione della peccaminosità degli atti omosessuali). Infine, mi pare che il Sinodo, come il papa, non abbiano alcuna intenzione di mettere in discussione
l’Humanae vitae, l’enciclica di Paolo VI (1968) che proibiva la contraccezione. L’Assemblea – ma questo è pure il pensiero di Francesco – non intende contraddire il magistero autorevolissimo di un pontefice dei nostri tempi, anche se tutti sanno che gran parte delle coppie cattoliche disattende quell’insegnamento.
A quali risultati arriverà, il Sinodo sulla famiglia? Lo sapremo tra alcuni giorni! Il fatto che una decina di cardinali abbiano scritto una lettera al pontefice criticando l’organizzazione dell’Assemblea (in filigrana contestando un esagerato insistere di Bergoglio sulla «misericordia», per ragioni «pastorali») dimostra il livello dello scontro teologico in atto. Che, quale che sia la conclusione del Sinodo, probabilmente continuerà tra fautori e oppositori del «bergoglismo».