Sinodo: sessualità e forme di famiglia
Riflessioni di Judith Schonsteiner pubblicate sul sito gesuita territorioabierto.jesuitas (Cile) il 4 novembre 2014, liberamente tradotte da Sara S.
Non sono teologa. So poco delle politiche vaticane. Sono laica e sento che la Chiesa deve evangelizzarsi, tornare a quel messaggio liberatore e riconciliatore di un Dio di amore che proclamò Gesù.
A partire da questo, e perché ho seguito il sinodo con molto interesse, mi permetto di commentare alcuni punti che hanno chiamato la mia attenzione mentre guardavo e ascoltavo il Sinodo straordinario dei Vescovi sulla famiglia, tenutosi nell’ottobre scorso in Vaticano e che si concluderà con una seconda riunione dei padri sinodali, i vescovi e i cardinali, nel 2015.
Prima di tutto il Sinodo dei Vescovi segue un nuovo metodo. Durante l’apertura, Papa Francesco ha richiamato al dialogo e alla discussione tra vescovi.
Era stata pubblicata una versione preliminare del testo da adottare e, dopo ardue discussioni, sono stati registrati i risultati nella Relatio del sinodo, il documento finale. Si tratta di un novum nel Vaticano, come assicurano i commentatori.
Questo metodo più aperto sarà messo alla prova finché non verranno redatti i documenti finali del sinodo nel 2015. Chi li redigerà? Il Papa, secondo la pratica dei suoi predecessori, o gli stessi vescovi?
Il Papa si trova sul filo del rasoio e sicuramente sa molto bene che la sua posizione tendente a privilegiare la pastorale della misericordia rispetto all’insistenza sulla verità, si scontra con forti resistenze, sia presso la stampa di Roma, sia qui in Cile.
Nel momento in cui conferisce ai Vescovi maggiore potere di decisione, il Papa dimostra la sua fiducia nel fatto che, un modo più partecipativo e più a carico delle chiese locali, non può fare che bene alla Chiesa.
Questo anche se forse, in un primo momento, si sentiranno più energicamente le voci contrarie alla sua posizione e a una teologia della misericordia. Potrebbe essere questo uno dei segnali più potenti della serietà del Papa circa il ridimensionamento della propria carica.
Secondo. Circa un anno fa Francesco aveva convocato una consulta di fedeli, quella che ci è arrivata attraverso la pubblicazione dei vescovi inglesi e che è stata rapidamente tradotta in molte lingue. Le abbiamo risposto nonostante lo scarso lasso di tempo che avevamo per farlo.
Le sue conclusioni saranno arrivate a Roma in base a ciò che i vescovi le hanno trasmesso a partire da quanto i laici e i pastori avevano inviato loro.
Nelle relazioni che alcune conferenze episcopali hanno pubblicato, si enuclea specialmente la distanza tra i fedeli e la dottrina, in pratiche come quelle riguardanti i metodi contraccettivi, nelle loro opinioni riguardo il trattamento che il diritto canonico riserva ai divorziati tornati a sposarsi e ai separati con nuove relazioni e, per gli omosessuali, lesbiche e transessuali. Il documento Instrumentum laboris, che riassumeva queste conclusioni e che è la base del lavoro sinodale, riflette appunto tutto ciò.
Terzo. Benché i laici invitati a osservare il processo del sinodo – chiamati uditori – dal vivo e per dare la propria testimonianza lì, fossero tutti matrimoni regolari secondo la dottrina cattolica, hanno dato testimonianza dei loro contesti familiari e pastorali in cui questa regolarità non necessariamente trova compimento.
Sono nuove voci nel processo sinodale, anche se a quanto pare ancora manca l’ascoltare qualcuno che abbia vissuto una situazione irregolare – come qualcuno le chiama – di prima mano, per apprezzare il buono e le sfide che da lì sorgono. Allo stesso modo, è mancata anche la voce delle congregazioni femministe.
In quarto luogo, richiama l’attenzione il fatto che alcuni documenti preparatori abbiano cambiato il proprio linguaggio. Nell’Instrumentum laboris si riconosce che non è adeguato parlare di diritto naturale, perché la maggior parte delle persone non capisce il concetto.
Si è smesso di dire che gli omosessuali sono intrinsecamente disordinati. Si parla di situazioni difficili e non di peccato mortale. Effettivamente, il cambio nella terminologia è stato confermato nei documenti del sinodo straordinario.
Forse sono questi i primi passi per riflettere sul fatto che il Dio cristiano non è un dio delle leggi.
O forse rappresenta solo un cambiamento di tono che non concretizza l’aggiornamento della pastorale familiare e del messaggio della Chiesa per la famiglia moderna e, chi può saperlo, della dottrina che sembra sempre più rimanere immobile e distante dalla pratica pastorale. Lo vedremo alla fine di questo processo sinodale il prossimo anno se non addirittura più tardi ancora.
Infine ci sono due temi che per me mancano nel processo sinodale. Se parliamo di famiglie, perché non parliamo anche delle coppie e dei figli e figlie di molti sacerdoti?
Vivono in una situazione irregolare e, a quanto pare, non hanno avuto voce nel sinodo. Sarà che così vicino a casa non ci azzardiamo a parlare di pastorale familiare?
E, molto più doloroso, si pronuncerà il sinodo con franchezza, umiltà e con il chiaro impegno da parte delle chiese locali di chiedere perdono e di riparare al danno non-quantificato che la violenza sessuale e l’abuso di potere da parte dei sacerdoti, religiosi e religiose ha generato nelle famiglie?
Questo processo sinodale non riuscirà a risolvere tutti i temi. La cosa più probabile è che tenderà a definire delle priorità, ma auguriamoci che possa lasciare aperta un’agenda per il futuro.
La mia speranza è che possa impostare il tema della famiglia senza paura di parlare della sessualità e di altre forme di fare famiglia. Speriamo che ci sia qualche nota a piè di pagina che riconosca che solo Dio possiede la Verità.
Tutti gli esseri umani, inclusa la Chiesa, vediamo i riflessi della verità, le sue scintille e, invece di dichiararci suoi detentori, faremmo meglio a cercare il mistero e le orme di Dio in tutto ciò che è umano: nella seconda opportunità, nei frutti dell’amore, più che nel compimento delle regole; nella comunità del popolo di Dio, più che nel cielo dell’astrazione.
* Judith Schönsteiner è un Accademica specializzata in Diritto internazionale e Diritti umani
Testo originale: Sínodo: Sexualidad y formas de familia