Sui risultati del Sinodo che i vescovi discutano, finalmente!
Articolo di Philippe Clanché pubblicato sul sito cattoloico Temoignage Chretien (Francia) l’11 novembre 2014, tradotto da finesettimana.org
Tutti i vescovi francesi, si dice, vorrebbero soprattutto non litigare. Tutti? No, perché Mons. Claude Dagens, vescovo di Angoulême, resiste alla falsa unanimità.
A margine dell’Assemblea generale dell’episcopato che si è svolta a Lourdes dal 4 all’11 novembre, il vescovo-accademico di Francia si è detto “scandalizzato” vedendo che solo mezz’ora era stata dedicata al dibattito sul Sinodo sulla famiglia. Scandalizzato?
L’attributo è insolito, ma comprensibile. Per una volta che succede qualcosa in Vaticano – divergenze espresse, davanti al papa –, la Francia, constatava questo prelato, non poteva accontentarsi di trenta minuti di evocazione dell’argomento, e nemmeno del doppio, come è stato riparato urgentemente. “La ragione, è il timore che ci scontriamo”, ha dichiarato. “Ma noi abbiamo bisogno di una Chiesa che dibatte”.
Metodo vaticano
L’episcopato francese non sembra francamente convinto del metodo vaticano, fatto di liberazione della parola e della capacità di prendere in considerazione le discordanze, metodo amato da papa Francesco – un personaggio “di cui parliamo molto poco, ne sono molto stupito”, ha aggiunto Mons. Dagens, decisamente dispettoso.
I nostri vescovi, infatti, restano troppo occupati a fustigare coloro che indeboliscono la famiglia e la “sottomettono a progetti pensati da alcuni”, come ha detto il presidente della Conferenza episcopale, Georges Pontier, che abbiamo conosciuto miglior diplomatico.
Qualcuno gli avrebbe fatto capire che nel suo discorso bisognava mostrare i muscoli di fronte al governo in previsione di una possibile battaglia su fine vita? Ciò che distrugge la famiglia, diceva nel 2013 Élisabeth Saint-Guily, copresidente del movimento omosessuale cristiano David e Jonathan, “non è l’eventualità che gli omosessuali possano sposarsi civilmente e adottare dei figli: sono la povertà, la disoccupazione, l’assenza di dialogo”. Ci ritorneremo.
Testo originale: Que les évêques débattent enfin!