S’interrompe il cammino della comunità gay di S. Elredo con la Diocesi di Saltillo
Articolo di Ismael Flores tratto da VivirMexico.com (Messico), 20 ottobre 2011, liberamente tradotta da Dino
Uno dei movimenti più interessanti, originato nel seno stesso della gerarchia cattolica – o per lo meno in una delle sue correnti più progressiste – è giunto alla sua fine.
La scorsa settimana Noè Ruiz, presidente dell’associazione gay-lesbica San Elredo, ha annunciato la sua rottura definitiva con la Diocesi di Saltillo (Messico), retta dal vescovo Raul Vera Lopez.
Questa frattura sembrava irreparabile dopo che il Vaticano aveva mandato a chiamare il capo spirituale affinché rendesse conto delle sue dichiarazioni riguardo alla posizione che la Chiesa cattolica dovrebbe sostenere nei confronti della diversità sessuale.
Noè Ruiz, presidente di San Elredo, associazione attualmente civile e non più religiosa, ha annunciato con queste parole la sua separazione dalla Diocesi di Saltillo: “Noi vogliamo rivendicare i nostri diritti civili e il vaticano non ce lo permette, si è pronunciato contrario quando l’unica cosa che vogliamo sono diritti di uguaglianza e non discriminazione, aspiriamo a realizzarci come persone e a raggiungere diritti come, tra le altre cose, il contratto matrimoniale, che desideriamo venga riconosciuto legalmente, l’adozione, la sicurezza sociale.”
Anche se la separazione di quella che ora è un’Associazione Civile dalla Gerarchia cattolica sembra essere collegata con la visita del vescovo Raul Vera in Vaticano, dove ha dovuto esporre a vari organi della gerarchia il suo progetto di pastorale, che comprendeva l’ascolto e la difesa non solo delle necessità della popolazione lesbica, gay, bisex e trans (LGBT), ma anche dei più bisognosi, come i migranti, le donne o i bambini di strada.
Dobbiamo ricordare che il titolare della Diocesi di Saltillo si è molto impegnato, insieme ad altri ministri cattolici, nella lotta sociale opponendosi alla barbarie scatenatasi dopo la dichiarazione di guerra ai cartelli del narcotraffico.
Questa frattura tra la Diocesi e San Elredo ci lascia con l’amaro in bocca. Non solo perchè sembra confermare la chiusura mentale dei gerarchi della Chiesa che non hanno nessun contatto col loro gregge di fedeli, ma anche per la riluttanza che dimostra l’apparato religioso ad abbandonare linee di pensiero che sembrano collocarsi proprio nella teocrazia del medioevo, quando, parafrasando il cardinal Norberto Rivera – e forzandone un poco le parole – il clero stava seduto alla destra di Cesare piuttosto che a quella del Padre.
L’amaro in bocca che questa notizia lascia deriva anche dal contesto nel quale avviene questa rottura, che sembra essere il risultato di un conflitto personale tra Raul Vera e Noè Ruiz più che trattarsi di vere divergenze ideologiche o di strategia per il raggiungimento degli obbiettivi.
Il vescovo di Saltillo ha dichiarato che la comunità di San Elredo è un progetto della Diocesi e che non appartiene a nessuno in particolare. Ha così disconosciuto Noè Ruiz come capo di questa comunità ed ha affermato che la sua pastorale continuerà ad appoggiare la comunità LGBT.
Sia la Diocesi che San Elredo hanno dichiarato che proseguiranno le loro attività a favore della diversità sessuale, soltanto che lo faranno per strade diverse.
Resta da considerare se San Elredo nella sua prima veste di gruppo religioso rimarrà soltanto un aneddoto in più nella turbolenta storia della religione cattolica o se realizzerà un modello di pastorale alternativa che possa replicarsi in altre Diocesi del Paese. Non è un segreto per nessuno che all’interno della Chiesa cattolica e apostolica romana si possano trovare diverse correnti e che molte di esse realizzino un lavoro clandestino a favore dei gruppi vulnerabili.
Arriverà mai il momento in cui realizzeranno il loro operato fuori dalle catacombe?
Testo originale: Comunidad gay de San Elredo se separa de la Diócesis de Saltillo