“Sodoma” di Martel, viaggio nell’ipocrisia in Vaticano
Articolo di Nicole Winfield pubblicato sul sito dell’agenzia stampa Religion News Service (Stati Uniti) il 15 febbraio 2019, liberamente tradotto da Diana
Uno scrittore gay francese ha sollevato il coperchio su quella che definisce una delle più grandi comunità gay del mondo, il Vaticano, stimando che la maggior parte dei suoi prelati siano inclini all’omosessualità, e attribuendo gran parte dell’attuale crisi nella Chiesa Cattolica a una guerra intestina tra di loro.
Nel suo libro esplosivo “Sodoma” (Feltrinelli Editore, 560 pagine) l’autore Fréderic Martel descrive la sottocultura gay del Vaticano, richiamando l’attenzione sull’ipocrisia di vescovi e cardinali cattolici che denunciano in pubblico l’omosessualità, ma in privato conducono una doppia vita.
A parte l’argomento trattato, il libro stupisce per l’accesso che Martel ha avuto al sancta sanctorum della Santa Sede. Martel scrive che ha trascorso 4 anni conducendo ricerche in 30 Paesi, comprese le settimane vissute all’interno delle mura vaticane. Egli racconta che le porte gli sono state aperte da un portinaio del Vaticano, amico di papa Francesco, che era stato oggetto della famosa osservazione del Pontefice sui preti gay: “Chi sono io per giudicare?”.
In un’intervista del 15 febbraio 2019 in un hotel di Parigi, Martel ha detto di non aver informato le persone che intervistava sull’argomento del suo libro, ma ha sostenuto che avrebbe dovuto essere ovvio, dal momento che lui è gay e stava facendo ricerche all’interno del Vaticano, e già in precedenza aveva scritto di omosessualità.
Per lui era più semplice, come gay straniero, ottenere la fiducia delle persone all’interno del Vaticano, rispetto a un giornalista italiano o a un vaticanista: “Se sei eterosessuale è ancora più difficile, perché non hai il giusto codice”, ha detto all’Associated Press, “Se sei una donna, è ancora peggio”.
Martel racconta di aver effettuato 1500 interviste personali con 41 cardinali, 52 vescovi o monsignori, 45 ambasciatori del Vaticano e stranieri, molte delle quali vengono citate spesso e sono state registrate. Nel suo lavoro è stato affiancato da 80 ricercatori, traduttori, giornalisti locali e un team di 15 avvocati. Il libro di 555 pagine è stato pubblicato contemporaneamente in 8 lingue in 20 paesi, e in molti di questi col titolo di Sodoma. Il Vaticano non ha rilasciato commenti.
Martel sembra voler sostenere gli sforzi di papa Francesco di riformare il Vaticano, screditando i suoi maggiori critici e rimuovendo la segretezza e lo scandalo che circondano l’omosessualità nella Chiesa. Il Catechismo della Chiesa sostiene che i gay devono essere trattati con rispetto e dignità, ma che gli atti omosessuali sono “intrinsecamente disordinati”.
“Papa Francesco sa che deve cambiare la posizione della Chiesa, e che potrà farlo solo a costo di una battaglia senza tregua contro tutti coloro che usano la morale sessuale e l’omofobia per nascondere le proprie ipocrisie e doppie vite”, scrive Martel.
Ma la pubblicazione del libro, il 21 febbraio [2019], è coincisa con la data d’inizio del vertice di papa Francesco coi leaders cattolici per la prevenzione degli abusi sui minori, una crisi che sta minando il suo pontificato. Il libro non parla di abusi, ma il periodo della sua uscita ha alimentato alimentato quanto sostengono i conservatori (e che la comunità gay rifiuta), ovvero che lo scandalo degli abusi sui minori sia causato dagli omosessuali presenti nel clero.
Martel fa in fretta a separare i due temi. Però fa riferimento all’analisi del defunto psicoterapeuta e ricercatore sugli abusi A. W. Richard Sipe, il quale sosteneva che le vite sessuali nascoste dei preti hanno creato una cultura di omertà che ha permesso il dilagare degli abusi sui minori. In base a tali argomentazioni, poiché molti prelati con posizioni autorevoli hanno i loro scheletri nell’armadio, non hanno interesse a denunciare i pedofili al loro interno, per evitare che i loro segreti vengano rivelati.
“Si tratta di un problema che sta emergendo [in contemporanea col vertice]”, riconosce Martel in un’intervista all’Associated Press, aggiungendo che il libro era già terminato dall’anno precedente, ma la pubblicazione è stata ritardata per la traduzione: “Ma allo stesso tempo è, ahimè, la chiave del problema. Non è l’argomento del libro, ma nello stesso tempo lo è”.
Il reverendo James Martin, gesuita autore di Un ponte da costruire, libro che spiega come la Chiesa Cattolica dovrebbe essere in maggior contatto con la comunità LGBT, ha detto che, sulla base degli estratti che ha letto, il libro di Martel “dipinge un quadro convincente del Vaticano, in cui molti preti, vescovi e anche cardinali sono gay e alcuni di loro sono sessualmente attivi”.
Ma padre Martin ha aggiunto che il tono sarcastico del libro fallisce nel suo intento: “La sua ampia ricerca viene seppellita da talmente tanti pettegolezzi ed insinuazioni, che diventa difficile distinguere tra realtà e romanzo. Ci sono molti preti, vescovi e cardinali gay oggi nella Chiesa”, dice padre Martin, “Ma la maggior parte, come gli eterosessuali, rimangono fedeli a una vita di castità e celibato”.
Nel corso della sua ricerca, Martel ha detto di essere giunto a diverse conclusioni sulla realtà della Santa Sede, che definisce le “regole”, prima fra tutte che quanto più il prete, vescovo o cardinale è gay, tanto più veemente è la sua retorica antigay.
Martel dice che il suo scopo non è “far fuori” i prelati, sebbene faccia forti insinuazioni su coloro che sono “della parrocchia”, frase in codice per definire il clero gay.
Martin afferma che Martel “adopera i peggiori stereotipi gay” usando termini sarcastici e dispregiativi, come quando scrive della situazione critica di papa Francesco: “Si dice che Francesco sia in mezzo ai lupi. Non è vero: è tra le ‘drag queen’”.
Martel si muove tra uno scandalo e l’altro – da quello recente dell’ex cardinale Theodore McCarrick di Washington, a quello del prostituto migrante gay e amico dei preti vicino alla stazione di Roma. Ricerca i motivi dietro le dimissioni di papa Benedetto XVI e dedica un intero capitolo alla copertura del fondatore messicano della Legione di Cristo, il prete pedofilo Marcial Maciel. In ognuno di questi scandali Martel analizza l’accaduto attraverso le lenti dei prelati, amici dei gay o omofobi, che si dice siano coinvolti.
Giornalismo investigativo e pettegolezzi si mischiano in parti uguali, e Martel dipinge un’istituzione in guerra con se stessa, piena di pettegolezzi e di leader che lottano per conciliare i propri appetiti e orientamenti sessuali con gli insegnamenti ufficiali della Chiesa, che richiedono castità, e con la sua tradizione non ufficiale di ostilità verso i gay.
“Forse nulla ha un aspetto così ingannevole come tale istituzione” scrive Martel, “Ugualmente ingannevoli sono i pronunciamenti sul celibato e i voti di castità, che nascondono una realtà del tutto diversa”.
Martel non è popolare in Francia, ma è conosciuto nella comunità LGBT francese come difensore dei diritti dei gay. Chi conosce il suo lavoro lo considerano rigoroso, in particolare il suo programma radiofonico settimanale di 90 minuti sulla stazione radio pubblica France Culture intitolato Soft Power (Approccio persuasivo). Alcune delle sue trasmissioni recenti riguardano indagini sugli investimenti digitali globali e sulla guerra commerciale USA – Cina.
Come consigliere del governo francese, nel 1990 ha avuto un ruolo importante nella legislazione sulle unioni civili, che non solo ha permesso alle coppie gay di formalizzare le loro unioni e fare la comunione dei beni, ma si è anche dimostrata molto popolare tra le coppie eterosessuali francesi, sempre più scettiche nei confronti del matrimonio.
I suoi libri di saggistica comprendono un trattato sull’omosessualità in Francia negli ultimi 50 anni intitolato Il rosa e il nero (una parodia del classico di Stendhal Il rosso e il nero), un’indagine sull’industria di Internet e uno studio della cultura negli USA.
Martel attribuisce l’alta percentuale di gay nel clero al fatto che, fino alla liberazione omosessuale degli anni ‘70, gli uomini gay cattolici avevano poche opzioni: “Così questi paria divennero degli adepti, e fecero una forza di una debolezza”. Questa analisi aiuta a spiegare il drammatico calo di vocazioni negli ultimi decenni, perché ora gli uomini cattolici gay hanno altre opzioni, non ultima vivere apertamente la loro vita, anche sposandosi.
Martel ha detto che nessun interesse speciale ha finanziato il libro, se non l’anticipo da parte dell’editore.
Testo originale: Bombshell book alleges a Vatican gay subculture, hypocrisy