“Sognando il Paradiso!”. Lesbiche e gay nelle chiese d’Europa
Testo* letto da Randi O. Solberg, Presidente del Forum Europeo dei gruppi di gay e lesbiche cristiani alla conferenza del Forum Europeo il 25 Giugno 2005, tradotto da Francesco F.
"Immaginate il paradiso”, questo potrebbe essere il titolo delle speranze e dei sogni di molti gay e lesbiche cristiani. Ma ci chiediamo se c’è per loro un luogo accogliente nelle chiese d’Europa? Se le chiese in Europa stanno aprendo o chiudendo i cancelli del Cielo sulla Terra per i gay, le lesbiche, i bisessuali e le persone trans gender, le cosiddette persone LGBT? Proviamo a scoprirlo ascoltando le testimonianze dei cristiani LGBT che aderiscono alle tante chiese presenti nei diversi paesi d’Europa.
“Sognando il Paradiso” è una versione alternativa della canzone “Imagine” di John Lennon. Una canzone famosa che la maggior parte di voi probabilmente conoscerà.
Questo potrebbe essere il titolo delle speranze e dei sogni di molti gay e lesbiche cristiani. Non solo si domandano se vi sia il Paradiso dopo questa vita o se vi sia una speranza in questo Paradiso – ma si chiedono anche se vi sia già un luogo del genere su questa Terra.
Un luogo dove ognuno di noi può essere la persona che è, nel modo in cui Dio ci ha creato. C’è un luogo del genere per noi nelle chiese d’Europa? Le chiese in Europa stanno aprendo o chiudendo i cancelli del Cielo sulla Terra per i gay, le lesbiche, i bisessuali, le persone trans gender, le cosiddette persone LGBT?
Qui in Norvegia vi è stata una grande discussione lo scorso inverno in occasione della proclamazione del nuovo Vescovo di Oslo. La questione che sembrava più importante in questa scelta era l’atteggiamento dei candidati nei confronti dell’omosessualità.
Oslo stessa desiderava un Vescovo aperto e liberale, mentre la maggioranza delle persone a cui era permesso votare nel resto del paese desiderava un Vescovo che non approvasse ministri della Chiesa gay e lesbiche, la benedizione delle unioni omosessuali ecc. Dato che la Norvegia ha una chiesa di Stato, ed essendoci da tempo un governo conservatore, il governo proclamò un vescovo conservatore.
In nuovo Vescovo non era popolare a Oslo. Tuttavia, se penso che vi sono stati candidati a Vescovo ed anche Vescovi che approvano gay e lesbiche come ministri o la benedizione delle unioni omosessuali, questo (stato) sembrerebbe il Paradiso in terra per molti gay e lesbiche nell’Europa Meridionale e Orientale.
L’ultima buona notizia è venuta questo Lunedì quando il Consiglio dei Vescovi ha proclamato il nostro amico Nils Riedl come il nuovo cappellano degli studenti presso l’Università di Oslo anche se egli vive una vita apertamente gay ed è registrato in un’unione omosessuale. Il nuovo Vescovo di oslo si è schierato contro questa proclamazione, ma il Consiglio dei Vescovi si è opposto, con successo, alla sua richiesta grazie ad una chiara maggioranza.
Nello scrivere il libro “Let Our Voices Be Heard! Christian Lesbians in Europe Telling their Stories” (Che le nostre voci siano ascoltate! Lesbiche cristiane in Europa raccontano le loro storie) una lesbica greca, che ci ha aiutato a riempire il questionario riguardo la situazione della società e della chiesa nel suo paese, ce lo ha mandato indietro con il seguente commento alla domanda se “la chiesa ha la volontà di benedire le coppie lesbiche?”: “So che voi siete seri nel fare questa domanda, ma per noi in Grecia appare assurda. Vi è davvero una chiesa in questo mondo desiderosa di benedire le coppie lesbiche?”. La risposta a quella domanda è: “Certamente sì!”.
Il libro "Let Our Voices Be Heard! Christian Lesbians in Europe Telling their Stories” (Che le nostre voci siano ascoltate! Lesbiche cristiane in Europa raccontano le loro storie) lo dice chiaramente. Vediamo uno dei paragrafi di questo libro, in cui si racconta della celebrazione per l’unione omosessuale di Anne e Kerstin a Francoforte (Germania):
“Nell’estate del 2002 Kerstin e io abbia fatto la registrazione della nostra unione a Francoforte sul Meno e abbiamo avuto anche una cerimonia di benedizione in chiesa. Desideravamo fare questo come un impegno personale tra noi due e allo stesso tempo come un’affermazione politica.
Sebbene non siamo soddisfatte della legge sulle unioni omosessuali che è stata promulgata nel 2001, desideravamo usare i diritti che ci erano stati dati. E volevamo uscire dalla folla delle numerose coppie lesbiche ufficiali invisibili e di cui non si tiene conto! Per anni mi sono detta, “Se mai vorrò sposarmi, sarà quando sia possibile sia per la legge che in chiesa”.
Entrambe abbiamo percepito che una cerimonia di benedizione fosse molto importante per noi e insieme a questo volevamo prendere l’occasione per essere visibili e benvenute in chiesa. All’inizio non pensavamo di invitare molte persone o avere una grande festa. Ma poi abbiamo discusso di quanto le nostre madri sarebbero state deluse, se non glielo avessimo nemmeno detto in precedenza.
Così una sera ho telefonato a mia madre per dirle che stavamo per sposarci. Una delle prime cose che mi ha detto è stata: “Oh, facciamo un grande party, io farò la torta del matrimonio”. Così è stato deciso, e a quante più persone gli e lo dicevamo, tante più persone ci dicevano che non avrebbero lasciato che noi festeggiassimo senza di loro.
Alla fine sapevamo che le nostre famiglie, i nostri amici, i compagni di classe e persino gli amici d’infanzia che non avevamo visto per anni sarebbero stati lì con noi. E molti di più ci scrissero delle cartoline e ci hanno mandato i loro auguri, come i nostri nonni che non potevano venire fino a Francoforte.
Non avevamo mai pensato come tutte queste persone, provenienti da differenti background e da molti luoghi lontani l’un l’altro, potessero riunirsi.
Membri della famiglia provenienti da zone rurali e molto conservatrici della Baviera e del Baden-Wuerttemberg, amici gay e amiche lesbiche, colleghi di AIDS-Aid e studenti di teologia, ospiti provenienti da tutta la Germania, dalla Norvegia, dalla Turchia e dalla Scozia…
E forse questo è stato dei momenti più intensi e toccanti della mia esistenza. In particolare quando mi sono resa conto come queste persone che avevano vissuto ed erano state con me o con Kerstin o con entrambe stavano celebrando questa grande cerimonia tutti assieme: lesbiche di Berlino che bevevano vodka con i nostri padri; amici gay che decoravano i tavoli con le nostre madri; damigelle di età variante da 4 a 34, in vestiti eleganti o jeans e maglietta, che percorrevano la navata assieme a noi; un’amica lesbica che celebrava la cerimonia, e persino persone che non hanno alcuna relazione o hanno piuttosto una relazione negativa con la Chiesa che si sentivano benvenuti con noi.
Così, abbiamo avuto un grande party con le persone più varie e una folla colorata di nostri cari che ci supportano e ci celebrano. E certamente abbiamo avuto la meravigliosa torta nuziale che ci era stata promessa quando abbiamo iniziato a parlare dei nostri progetti per il matrimonio – e mia madre l’aveva decorata dappertutto con cuori di marzapane e circoli di donne che si tengono per mano".
Questa è una storia molto felice su una cerimonia di benedizione in una chiesa. Ha una prospettiva europea, ma non ve ne sono ancora molte. Penso che poche persone omosessuali, bisessuali e trans genere ecc. del nostro tempo sentono che le chiese sono protettrici dei loro diritti umani.
Facciamo un breve percorso in Europa per vedere come è la situazione delle differenti chiese riguardo le questioni menzionate e altri temi LGBT. Per brevità mi focalizzerò sulle quattro grandi chiese cristiane in Europa: Protestante, Romana Cattolica, Ortodossa e Anglicana.
Le chiese Protestanti
Iniziamo con le chiese protestanti in Europa a cui appartengono per esempio la Chiesa Luterana, la Chiesa Riformata o Presbiteriana e la Chiesa Unita. Queste chiese sono dominanti principalmente nei paesi europei del Nord Ovest. Parlando in modo relativo, queste chiese hanno un’attitudine piuttosto liberale nei riguardi delle questioni LGBT nelle loro chiese. Ma è difficile generalizzare le loro posizioni.
All’opposto della Chiesa Cattolica essi non hanno una leadership centralizzata che decide ad esempio il profilo della Chiesa Luterana o della Chiesa Riformata in tutto il mondo. Decisioni e atteggiamenti dipendono dai sinodi regionali e/o nazionali, dai consigli vescovili e persino da singoli vescovi.
Le chiese luterane che sono prevalenti nei paesi scandinavi e rispecchiano anche il clima socio-politico in Scandinavia, sono divenute piuttosto aperte alle questioni LBGT durante gli ultimi venti anni. Specialmente la Danimarca è andata molto avanti, dato che la Chiesa Luterana ha accettato le cerimonie di benedizione per le unioni fra persone dello stesso sesso già nel 1997, mentre la registrazione delle unioni era già possibile dal 1989.
La Norvegia ha seguito la Danimarca con la registrazione delle partnership nel 1993, poi la Svezia nel 1995, mentre la Chiesa Luterana in Norvegia, Svezia e Finlandia non seguirono l’esempio della Chiesa Luterana danese riguardante la benedizione delle unioni LGBT.
Negli altri paesi Scandinavi la possibilità di cerimonie di benedizione e l’ordinamento di ministri omosessuali che vivono in un’unione dipende dalla regione, dal vescovo, dal consiglio del vescovo e dalla posizione della gerarchia della Chiesa in generale. Comunque la prassi degli scorsi anni mostra che in realtà molte cerimonie di benedizione e la proclamazione di gay e di lesbiche sono fatte anche se contro la politica ufficiale della Chiesa. Questo può essere visto come un buon segno.
In Finlandia i ministri gay e lesbiche non vivono per lo più apertamente dato che adesso essi perdono il loro lavoro nella Chiesa. Anche in Lettonia la posizione della Chiesa Luterana è molto più conservatrice che in Danimarca, Svezia o Norvegia. Non solo essi hanno abolito l’ordinazione delle donne ma i ministri e gli impiegati gay e lesbiche nella Chiesa rischiano di perdere il loro lavoro. Il ministro Mars Sants fece esperienza di questo quando fece coming out pubblico.
Nelle chiese riformate in Europa la situazione varia da una posizione di grande apertura nei Paesi Bassi dove alcune delle denominazioni della riforma hanno permesso le benedizioni di unioni omosessuali già all’inizio degli anni Novanta, alle posizioni piuttosto liberali in Germania e nella parte tedesca della Svizzera, alla più conservatrice Chiesa Calvinista Riformata in Francia e la Chiesa riformata di lingua francese in Svizzera.
In Francia il Sinodo della Riforma ha deciso nel 2004 che persone apertamente gay o lesbiche non possono accedere alla posizione di ministro e che un unione omosessuale non potrà essere benedetta in chiesa anche se le lesbiche e i gay francesi possono registrare la propria unione con i cosiddetti PACS (Partenariato Civile di Solidarietà) dal 1999. Generalmente, i dibattiti riguardanti le tematiche LGBT sono ancora controversi nelle chiese riformate e unite d’Europa e sono ancora ben lontani dal raggiungere compromessi accettabili.
La Chiesa Cattolica Romana
Ora “trasferiamoci” verso le chiese cattoliche in Europa, che sono le chiese dominanti nell’Europa Meridionale e in alcune nazioni dell’Europa dell’Est. La posizione ufficiale della Chiesa Cattolica riguardo ogni materia è decisa dal Vaticano. Quindi, non vi sono grandi differenze tra le diverse nazioni.
L’omosessualità è vista come un peccato, e gli omosessuali dovrebbero vivere celibi o dovrebbero essere curati dal loro orientamento deviato attraverso la preghiera, il counselling e/o la terapia.
Persone LGBT che vivono apertamente la loro sessualità non hanno il permesso di ricevere l’eucarestia o di lavorare in chiesa, né pagate né come volontari. La posizione ufficiale del Vaticano è che i gay e le lesbiche che si registrano in una unione omosessuale perdano i loro lavori quando la Chiesa Cattolica ne venga a sapere.
Le cerimonie di benedizione di unioni omosessuali non sono permesse in Chiesa. Tuttavia, alcuni preti cattolici le fanno, ma non ufficialmente e a loro rischio. Un sacerdote italiano è stato estromesso dalla sua parrocchia dopo aver benedetto una coppia gay durante una Messa. In paesi a prevalenza cattolica come la Spagna, l’Italia, Malta, la Polonia e l’Austria molti sacerdoti esprimono posizioni contro l’omosessualità in pubblico e usano la loro autorità nei media per farlo.
Quindi, è una sorpresa piuttosto positiva che un paese cattolico come la Spagna abbia aperto al matrimonio con pieni diritti per le coppie gay e lesbiche nel 2004. Ciò significa che la Spagna ha raggiunto se non superato il Nord Europa ed è diventato un segno di speranza per lo sviluppo delle questioni LGBT in tutta Europa.
I cristiani LGBT in Spagna sono anch’essi molto contenti riguardo questo sviluppo, ma indicano chiaramente che è stata una decisione politica. “Come cristiani dobbiamo continuare perché il nostro amore sia accettato dalle nostre chiese. In Spagna la Chiesa Cattolica è dominante e tutti conoscono l’opinione del Vaticano a riguardo.
A Malta il movimento dei diritti degli omosessuali ci fa conoscere un questionario che mostra che il 29,5% delle lesbiche e dei gay sono stati discriminati dalle istituzioni della Chiesa per esempio negando loro la confessione o chiamandoli malati se non animali. La Chiesa Cattolica in Polonia, casa dell’ultimo papa, è molto forte. Ha criticato fortemente la prevista legge per le unioni omosessuali che è stata accettata dalla Camera Alta del Parlamento ma che deve essere votata dalla Camera Bassa.
Padre Jerzy Kloch, portavoce della Chiesa Polacca ha dichiarato che la legge è contro la costituzione e porta danno sociali al matrimonio, alla famiglia e all’educazione dei figli. “La Chiesa ha parlato del suo atteggiamento verso l’argomento molto chiaramente in molti incontri con il governo, e speriamo che tale legge non sia introdotta in Polonia!”.
Nel 2001 il vescovo Tadeusz Pieronek ha detto le seguenti parole sull’omosessualità: “è come con una malattia contagiosa. Nessuno vuole discriminare quelle persone, ma dato che siamo preoccupati per la nostra sicurezza, dobbiamo chiedere confini e un certo grado di isolamento per queste persone”.
E: “Il matrimonio omosessuale e l’adozione dei bambini attraverso l’omosessualità porta ad una paralisi dell’ordine sociale”.
Le organizzazioni e i rappresentanti della Chiesa sono anche parzialmente responsabili per l’episodio in cui un gay pride e la campagna “combattere contro l’omofobia” a Varsavia sono stati fermati e sono stati colpiti nel 2004 da persone di estrema destra.
Un’eccezione sembra essere la Chiesa Cattolica in Belgio: vi sono report molto positivi da parte di individui LGBT riguardo le parrocchie e la leadership della Chiesa. Ma anche qui i vescovi disapprovano l’aspetto sessuale delle relazioni omosessuali.
Quando un cardinale nel 2004 ha dichiarato che i gay e le lesbiche sono dei perversi e persone con gravi problemi, il cardinale Daneels, presidente dei vescovi del Belgio ha replicato: “questa non è l’attitudine del Consiglio dei Vescovi del Belgio!”.
In molti casi i gay e le lesbiche riportano esperienze positive con parrocchie, organizzazioni cattoliche di base e anche con alcuni sacerdoti che sono molto di supporto, accolgono apertamente persone LGBT all’Eucarestia e fanno persino cerimonie di benedizione per le coppie omosessuali – di certo non ufficialmente, in Belgio come nella maggior parte dei paesi europei.
Le chiese ortodosse
Ora ci spostiamo alle chiese ortodosse in Europa. In paesi come la Russia, la Romania, la Moldavia, la Serbia Montenegro e la Grecia dove la Chiesa Ortodossa sono prevalenti le persone LGBT in chiesa hanno una vita dura. A loro non è permesso lavorare in chiesa, né come stipendiati, né come volontari.
Comunque, ci sono gay e lesbiche impiegate dalla Chiesa Ortodossa ma non vivono la loro omosessualità apertamente, altrimenti perderebbero il lavoro. Le lesbiche e i gay sono visti come perversi e peccaminosi contro la legge di Dio. Si suppone che essi siano “posseduti dal demonio” e siano un “pericoloso segno dell’apocalisse”.
In Grecia l’organizzazione dei sacerdoti greci ha richiesto che gli uomini che vogliano diventare preti devono sostenere dei test per provare di non essere omosessuali dato che le famiglie devono essere protette contro la “malattia di Sodoma”.
Padre Efstathios Kollas, leader di un'organizzazione ecclesiale ha dichiarato: “L’omosessualità è pericolosa. Prima che Gesù venisse sulla Terra aveva mandato un angelo per uccidere tutti gli omosessuali!”. Fortunatamente questo angelo non ha avuto successo…
Con posizioni come queste, non è sorprendente che la donna lesbica greca che riempì il questionario per il nostro libro non potesse credere che esistono le benedizioni delle unioni omosessuali in altre chiese europee e nel mondo e subito escpresse il desiderio di sapere tutto a riguardo.
La Chiesa Anglicana
La nostra ultima fermata è la Chiesa Anglicana che è la chiesa più forte in Gran Bretagna e anche in altre nazioni del Commonwealth.
La Chiesa Anglicana nel mondo è divisa sulla materia dell’omosessualità, specialmente dopo la proclamazione del teologo apertamente gay Gene Robinson come vescovo in New Hampshire (USA) e dopo la decisione della Chiesa di Westminster in Canada di accettare le benedizioni delle unioni omosessuali nei suoi servizi. Entrambi gli eventi sono accaduti nel 2003.
La minaccia dei preti e delle parrocchie conservatrici della Chiesa Anglicana di lasciare la Chiesa insieme non sono mai cessate. Alcune hanno effettivamente abbandonato la Chiesa ma è una minoranza finora.
Nella Chiesa Anglicana di Gran Bretagna ci sono molti dibattiti controversi riguardo la materia delle benedizioni delle unioni dello stesso sesso e l’ordinazione di sacerdoti gay e lesbiche.
Ma personalità come l’ex arcivescovo del Sudafrica Desmond Tutu e altri appoggiano la lotta delle persone LGBT nelle chiese anglicane in tutto il mondo in modo considerevole. Ma vi sono ancora molti altri rappresentanti della chiesa che sono contro uguali diritti per le persone LGBT nella Chiesa Anglicana.
Dopo questo breve sommario riguardo la situazione delle questioni LGBT nelle quattro grandi chiese cristiane d’Europa uno può solo sottolineare che molti sviluppi positivi e pieni di speranza sono accaduti nelle chiese cristiane. Più chiese sono aperte a ordinare ministri gay e lesbiche, impiegare persone LGBT e approvare le benedizioni delle partnership dello stesso sesso in Chiesa.
Ma non tutti questi positivi sviluppi sono accaduti al livello delle leadership. Organizzazione di base, singole parrocchie e alcuni sacerdoti sono andati molto più in là delle posizioni ufficialmente conservatrici delle Chiese Cattolica e Ortodossa.
Tuttavia, molti dei positivi sviluppi nelle chiese sono accaduti in reazione a decisioni precedenti nelle differenti sfere socio-politiche nazionali come la registrazione delle unioni omosessuali o leggi per le unioni omosessuali in molte nazioni dell’Europa Occidentale.
O come il processo dell’adozione a livello nazionale della legge europea anti-discriminazione del 1997 e la sua direttiva contro la discriminazione sul posto di lavoro del 2000. Ma specialmente dopo il rifiuto della Costituzione Europea da parte della Francia e dei Paesi Bassi il futuro della legge contro la discriminazione e la successiva adozione da parte degli stati membri è piuttosto aperta.
La situazione delle Chiese d’Europa non è molto soddisfacente quando si parla degli atteggiamenti, delle benedizioni per le coppie omosessuali, l’ordinazione e l’impiego di gay e lesbiche nella chiesa. Vi è ancora una lunga strada fino a che i cristiani in tutte le chiese europee possono vivere come gay in modo aperto nelle stesse chiese.
Ma per essere in grado di andare avanti non dobbiamo dimenticare le cose che sono già state raggiunte. Le 95 lesbiche da tutta Europa nel nostro libro* ci parlano di quei piccoli e grandi successi nelle loro chiese e la loro personale esperienze di speranza e fiducia malgrado tutti i dubbi, le questioni e i tempi di crisi. Ci dicono della forza, della creatività e della gioia nelle celebrazioni cristiane, nei servizi e in tutte le iniziative di supporto in cui le persone si sono aiutate l’un l’altra non importa quale sia il loro orientamento sessuale.
Ci dicono di organizzazioni di base e di gruppi LGBT cristiani, come i gruppi del Forum Europeo che li hanno aiutati quando erano nei guai e disperati e hanno effettivamente acquisito dei cambiamenti negli atteggiamenti degli ufficiali delle chiese. Queste storie che potete leggere nel nostro libro e che ci possiamo raccontare l’un l’altro sono incoraggianti e ci spronano ad andare avanti con la nostra lotta.
Grado a grado, con il supporto di Dio dobbiamo rendere le chiese una casa per tutte le persone che stanno cercando Dio, e per una comunità cristiana che accetta le persone per come sono.
* Questo testo è basato sui reportage dei gruppi LGBT di diversi paesi raccolti nel libro: “Let Our Voices Be Heard! Christian Lesbians in Europe Telling their Stories” (Che le nostre voci siano ascoltate! Lesbiche cristiane in Europa raccontano le loro storie). Pubblicato per la prima volta nel 2004 in Germania da Mein Buch Verlag
Articolo originale (sito esterno)
The situation of gays and lesbians in the churches of Europe