Sono chiamato ad essere trans e credente. Al bivio, ho scelto l’Amore
Testimonianza* di Giona del Progetto Giovani Cristiani LGBT+
Ho avuto la fortuna di ricevere il Battesimo. E non la chiamo fortuna alla luce della mia attuale fede, ma perché vedo il sacramento del Battesimo come un terreno che qualcuno prepara per te, sul quale getta il primo seme che – se e quando ti andrà – potrai coltivare.
Coltivare la fede, una fede che sentissi davvero mia, in cui io ero una pedina, seppur piccola, del Suo Progetto, interamente e dettagliatamente pensata da Lui. Mi ha aiutato ad accettarmi nel mio corpo disabile atipico, a non sentirmi mai davvero solo, neanche nelle difficoltà, perché consapevole che “Chi mi conosce da prima” che io sia, mai mi affiderebbe una Croce troppo pesante per le mie spalle. Al contrario, avendo grande stima di me, mi dà modo ogni giorno di scoprirmi nelle mie potenzialità attraverso le difficoltà.
Ma, quando ho preso consapevolezza di essere una persona trans, avrei tanto preferito non credere.
Le prime persone con le quali mi sono confidato hanno cercato di dissuadermi, prefigurando per me un cammino buio, quello destinato a tutti i “disertori di Cristo”.
Mi sono sentito colpevole, seppur consapevole di non star proseguendo che per l’unica via a me possibile. E quel Progetto? Quel corpo meraviglioso e perfetto in quanto Opera Sua?
Mi sentivo strattonato dalla dicotomia tra fede e identità trans, entrambe braccia di uno stesso corpo: il mio. Sentivo di dover rinunciare a Lui o a me stesso, ma ero consapevole che, in ogni caso, mi sarei perso.
“Fa che le mie strade si perdano nel buio ed io cammini dove cammineresti Tu.” Quindi ho scelto di proseguire dritto, fino a scovare una Strada Nuova, in salita, oltre il bivio che credevo inevitabile.
Qualcuno si è addirittura appellato al Salmo 139, uno dei miei preferiti di sempre: “Sei Tu che mi hai creato e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Tu mi hai fatto come un Prodigio.” Questo esasperato tentativo è stato – per assurdo – la risposta che cercavo.
Sono Giona, come quel profeta che ha avuto paura, ha provato a scappare da ciò a cui era chiamato, ma non è scappato abbastanza lontano da sfuggirgli.
Sono ciò che sono chiamato ad essere: trans e credente. Al bivio, ho scelto l’Amore.
*Testimonianza raccolta nell’ambito del progetto “Nati due volte”, con cui i volontari di Gionata.org vogliono raccontare i cammini di fede che percorrono le persone transgender, nonostante le comunità cristiane spesso siano una fonte di esclusione, per creare un ponte di conoscenza tra questi due mondi.