“Sono cristiano, prete e omosessuale”. La mia storia
Articolo di Vincent Mongaillard pubblicato sul sito Le parisien (Francia) l’11 ottobre, libera traduzione di Marco Galvagno
Cristian, prete in una parrocchia del Poitou-Charente (Francia), ha fatto coming out rinunciando al suo ministero per amore di un uomo. Sono passati dieci anni rispetto al coming out fatto dal prete polacco Kristof Camasa, alla vigilia dell’apertura del sinodo sulla famiglia a Roma dove si parlerà anche del tema dell’omosessualità nella chiesa.
Cristrian dice: “Camasa è stato bravo, anche se il suo gesto potrebbe essere controproducente finendo per bloccare la discussione dei vescovi del Sinodo sul tema”. All’epoca del suo coming out non vi fu nessuno scandalo planetario, né vi furono fulmini dal Vaticano.
“Non ho creato un’onda mediatica, non avevo voglia di essere un eroe, né il portavoce di una causa precisa”, ricorda questo credente di 51 anni. Contrariamente al suo collega della curia non prova amarezza. “Ero un prete felice”, riassume nell’appartamento di Poiters che condivide con il compagno.
Il primo ad essere omofobo ero proprio io
“È in seminario che tutto è cambiato bruscamente, lì mi sono reso conto di questa “stranezza”, di essere attratto dai ragazzi. Ho scoperto la mia sessualità negli ambienti del battuage, soprattutto nei parchi con la paura costante d’imbattermi nei miei parrocchiani.”
Il ragazzo allora ne parlò apertamente al suo direttore spirituale, un prete dal quale si confessava. “Il suo sguardo non è stato accusatorio. Al seminario non mi hanno mai detto che non sarei potuto diventare prete. Del resto il primo ad essere omofobo ero proprio io, con i miei colleghi seminaristi non mi confidavo. Vivevo nell’omertà. Ho saputo, solo più tardi, che su sei seminaristi in 4 eravamo gay”.
Nel 1995 viene ordinato sacerdote. “Ero consapevole della mia omosessualità, ma mi dicevo che Dio mi ama per come sono, che se ne infischiava di sapere se sono omosessuale o eterosessuale”. Cosi si dà anima e corpo alla sua missione di prete, pur continuando ad avere avventure senza futuro. Ma alla fine del 2004 fa un bell’incontro e s’innamora. È annichilito. “Dovevo scegliere tra l’uomo che amo e il sacerdozio”.
Confida il suo segreto a un gruppo di preti operai. Poi al suo vescovo. “Non mi hanno condannato, mi hanno ascoltato, sono stati molto benevoli invitandomi solo a non divulgare la cosa. Gli ho ripetuto che non ero disposto a condurre una doppia vita. Insieme, lui e il suo Vescovo, pensano a una via d’uscita onorevole.
Ho dovuto desacralizzarmi
Nel 2005 viene deciso di comune accordo che lascerà la parrocchia, ufficialmente non per un grande amore ma per iniziare un lavoro come dipendente. “Me ne sono andato in punta di piedi, nel dire addio ai miei parrocchiani ho raccontato loro che andavo a fare il prete operaio”.
Dorme ancora in canonica sino a quando un confratello, essendo venuto a sapere che era gay, lo obbliga ad andarsene immediatamente. Cristian è stato vittima della denuncia di un fedele che lo ha visto insieme al suo compagno.
“É stato uno tsunami, sono scappato e mi sono rifugiato a casa di mio fratello, ho fatto coming out con la mia famiglia in fretta e furia, ma hanno reagito abbastanza bene. Per me non è stato facile lasciare la parrocchia, ho dovuto “desacralizzarmi”, ho perso di colpo un ruolo di responsabilità e il riconoscimento sociale, mi ci sono voluti 5 anni per rimettermi”.
Oggi è responsabile di una struttura per il reinserimento sociale. “Aiuto la gente a rimettersi in piedi, sono molto vicino al mio ministero di prete, nel senso evangelico del termine”. È sempre credente, va regolarmente a messa, anima i canti della parrocchia. Lui che ha difeso il matrimonio gay si batte perché la chiesa cambi il suo sguardo e le sue parole sugli omosessuali. È uno dei membri di David e Jonathan, il movimento di cristiani omosessuali (francese), aperto a tutti.
È uno dei responsabili del gruppo preti, un porto di pace, ascolto e accompagnamento per preti ed ex preti gay. Da dieci anni non celebra più la messa, tuttavia per la chiesa rimane un prete e ci tiene. “Lo sarò fino al mio ultimo respiro”.
Certo è stato sospeso temporaneamente dalle proprie funzioni di prete, ma non è stato mai cacciato. Non ambisce a riprendere il servizio dietro all’altare, ma non dimentica il suo Vescovo che dieci anni fa gli ha teso la mano dicendogli “Quando vorrai potrai riprendere il tuo ministero, ti accoglieremo sempre”.
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Testo originale: «Moi, Christian, prêtre et homosexuel»