Sono lesbica e cattolica. Lontano dal convento ho capito che Dio mi ama come sono
Testimonianza inviataci da Angela
Salve ho 32 anni, sono lesbica e cattolica, sono stata in convento (e avevo detto con onestà il mio orientamento sessuale prima di entrare) perché volevo consacrarmi al Signore, ma ne sono uscita perché ho compreso che non era la mia strada.
Dopo un lungo periodo di lotta interiore ho compreso che Dio mi ama, e il mio essere omosessuale non mi impedisce di amare Dio e di essere da lui amata e che, se io amo veramente qualcuno, non vado contro il Signore perché lui è amore e ogni amore vive in lui. Quello che posso esprimere è solo il mio pensiero, che può essere giusto per certe cose e sbagliato per altre, perché la verità piena dimora solo in Dio.
Le ragioni che mi hanno spinto ad entrare in convento sono state tante, e solo facendo un tentativo si può sapere se si è portati a fare quella vita, che richiede sacrificio perché ogni giorno richiede nuovi sforzi per rinnegare la propria volontà e sottomettersi a quella degli altri, per spogliarsi sempre più di se, e solo se si è chiamati veramente da Dio a quella strada allora ogni amarezza risulta dolce e si è lieti anche nelle sofferenze.
Ciò che ha mi ha spinte ad entrare in convento fu che avevo un lavoro come segretaria, ma mi domandavo: ma cosa sto facendo di buono? la mia vita così è utile a qualcuno? Come posso far si che il frutto del mio lavoro sia buono e utile agli altri? Così cominciava a maturare in me l’idea di farmi suora così avrei lavorato per il Signore, e di sicuro il mio lavoro sarebbe stato davvero buono e utile e non avrei sentito di perdere tempo.
Una vita di preghiera la stavo già facendo e partecipavo ogni giorno (e lo faccio ancora) alla messa. Inoltre essendo omosessuale, ho pensato: se devo vivere castamente come richiede il catechismo, tanto vale farsi suora, lì avrò meno tentazioni. quindi ero straconvinta che la vita di convento fosse l’ideale per me. Ma la consacrazione non si sceglie, ma si viene scelti da Dio e a noi sta rispondere.
Le vocazioni sono tante, Dio chiama in molti modi, quella di una vita consacrata è una forma di vocazione, ma ve ne sono tante altre. Come ho capito che non era la mia strada? Perché non ero felice, e non avevo pace nel cuore.
La volontà di Dio è la nostra pace, mi ha detto una volta un sacerdote. Ma l’unico modo per capirlo è provare, rapportarsi onestamente con la vita del convento e vedere come ci sta addosso, capire se è l’amore verso Dio che ci spinge ad andare avanti o la paura di mollare e fallire. Bisogna fidarsi di Dio, e lasciarsi portare da lui, anche se è la cosa più difficile, perché la paura la fa da padrona a volte.
Questa è stata la mia esperienza, ma sono sicura che ogni esperienza è diversa perché diversa è ogni persona.